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Servitù di passaggio: la scelta del percorso protetto

Una proprietaria ottiene una servitù di passaggio sul terreno del vicino. La Corte di Cassazione interviene, annullando la decisione perché il percorso scelto attraversa un cortile privato. La Suprema Corte stabilisce che, in presenza di alternative, deve essere sempre data priorità ai percorsi che non invadono aree protette come cortili e giardini, anche in caso di fondo completamente intercluso. La causa è stata rinviata alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 19 dicembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Servitù di Passaggio su Cortili e Giardini: La Cassazione Fissa i Criteri di Scelta

L’istituto della servitù di passaggio rappresenta una delle questioni più delicate nel diritto immobiliare, bilanciando la necessità di accesso alla proprietà con il diritto al pieno godimento del proprio fondo. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale sui criteri che il giudice deve seguire nella scelta del tracciato, specialmente quando questo rischia di attraversare aree sensibili come cortili e giardini. Vediamo nel dettaglio la vicenda e i principi affermati dalla Suprema Corte.

I Fatti del Caso: Un Passaggio Conteso

La vicenda nasce dalla richiesta della proprietaria di un terreno completamente intercluso, cioè privo di accesso diretto alla via pubblica. Per poter raggiungere la sua proprietà, ella chiedeva la costituzione di una servitù di passaggio coattiva a piedi sul terreno confinante.

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte di Appello accoglievano la domanda, individuando il percorso della servitù proprio attraverso un’area del fondo vicino qualificata come cortile e pertinenza dell’abitazione. La proprietaria del fondo servente veniva inoltre condannata a eliminare un dislivello sul tracciato e le veniva riconosciuta un’indennità calcolata sul valore agricolo del terreno.

Ritenendo la decisione ingiusta e lesiva del suo diritto di proprietà, la proprietaria del fondo gravato dalla servitù ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione.

Il Ricorso in Cassazione e la questione della servitù di passaggio

Tra i vari motivi di ricorso, quello decisivo riguardava la violazione dell’articolo 1051, quarto comma, del Codice Civile. Questa norma stabilisce che case, cortili, giardini e aie ad esse attinenti devono essere esentati dalla servitù di passaggio.

La ricorrente sosteneva che la Corte d’Appello avesse sbagliato a imporre il passaggio proprio su queste aree protette, ignorando la possibilità di percorsi alternativi che, sebbene esistenti, non erano stati adeguatamente valutati. La difesa della controparte e la Corte d’Appello si erano basate su un orientamento secondo cui, in caso di interclusione assoluta del fondo, tale esenzione verrebbe meno. Tuttavia, la Cassazione ha ritenuto questa interpretazione troppo semplicistica e non corretta.

La Tutela di Cortili e Giardini non è Assoluta, ma Prioritaria

La Suprema Corte ha accolto il motivo di ricorso, chiarendo un punto fondamentale. La norma che protegge cortili e giardini non stabilisce un divieto assoluto, ma introduce un criterio di scelta per il giudice. Questo significa che, quando esistono più opzioni per costituire il passaggio, il giudice deve obbligatoriamente dare la priorità ai percorsi che non interessano queste aree.

L’esenzione non è quindi un muro invalicabile, ma una direttiva precisa: la servitù potrà passare per un cortile solo se viene dimostrato che non esistono alternative praticabili o che le alternative disponibili comporterebbero un disagio o un costo eccessivo.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha censurato la decisione della Corte di Appello perché non ha svolto questa verifica fondamentale. I giudici di secondo grado si erano limitati a constatare lo stato di interclusione assoluta del fondo e ad applicare un principio giurisprudenziale in modo automatico, senza però accertare se i percorsi alternativi, indicati dalla proprietaria del fondo servente, fossero realmente in grado di soddisfare le esigenze di accesso senza invadere le aree protette dalla legge.

Secondo la Cassazione, il giudice di merito avrebbe dovuto, prima di ogni altra cosa, verificare se gli altri tracciati fossero idonei. Solo dopo aver escluso tale possibilità, avrebbe potuto considerare il percorso attraverso il cortile. Omettendo questa analisi comparativa, la sentenza impugnata è risultata viziata.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza e ha rinviato la causa alla Corte di Appello di Salerno, in diversa composizione, affinché riesamini il caso attenendosi al principio di diritto enunciato. Il nuovo giudice dovrà valutare attentamente tutti i possibili percorsi alternativi e potrà confermare il tracciato attraverso il cortile solo dopo aver motivato in modo rigoroso sull’impossibilità o sull’eccessiva onerosità delle altre soluzioni.

Questa ordinanza rafforza la tutela del diritto di proprietà e della tranquillità domestica, stabilendo una chiara gerarchia nella scelta del tracciato della servitù di passaggio: la protezione di cortili e giardini è la regola, e la deroga è l’eccezione, da applicare solo in assenza di valide alternative.

Si può imporre una servitù di passaggio su un cortile o un giardino privato?
Di norma, no. L’art. 1051 c.c. li esenta. Tuttavia, può essere imposta solo se viene dimostrato che non esistono alternative praticabili per accedere al fondo intercluso o se le alternative esistenti sono eccessivamente dispendiose o disagevoli.

Cosa deve fare il giudice se esistono più percorsi possibili per creare una servitù di passaggio?
Il giudice deve applicare un criterio di scelta gerarchico. Deve dare priorità assoluta ai percorsi che non interessano case, cortili, giardini e aie. Solo se questi percorsi alternativi sono impossibili o eccessivamente gravosi, può considerare di far passare la servitù attraverso le aree protette.

L’esenzione per cortili e giardini vale anche se un terreno è completamente intercluso (senza alcun accesso alla via pubblica)?
Sì, il principio di priorità vale anche in caso di interclusione assoluta. La condizione di interclusione non autorizza automaticamente il passaggio su aree protette, ma impone al giudice di verificare prima con maggiore rigore l’eventuale esistenza di percorsi alternativi meno invasivi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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