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Servitù di passaggio gratuita: quando spetta?

Una società, il cui terreno è diventato intercluso a seguito di un’espropriazione da parte di un Comune, ha chiesto una servitù di passaggio gratuita su fondi vicini. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la servitù di passaggio gratuita, ai sensi dell’art. 1054 c.c., può essere costituita solo sulla porzione di fondo residua da cui è stata distaccata la parte espropriata, e non su fondi di terzi o su altri fondi dell’ente espropriante.

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Pubblicato il 25 luglio 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Servitù di Passaggio Gratuita: Limiti e Condizioni dopo un’Espropriazione

Quando un terreno diventa intercluso, ovvero privo di accesso alla via pubblica, a seguito di un atto come una vendita o un’espropriazione, la legge prevede dei rimedi specifici. Uno dei più importanti è la servitù di passaggio gratuita, disciplinata dall’articolo 1054 del codice civile. Tuttavia, questo diritto non è illimitato. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito in modo definitivo i confini e le condizioni per poterlo esercitare, specificando su quale fondo può essere imposto il passaggio.

I Fatti di Causa

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda una società proprietaria di un’officina, il cui terreno era divenuto intercluso dopo che il Comune aveva espropriato una parte della sua proprietà per realizzare l’ampliamento di una strada. Trovandosi senza accesso, la società si è rivolta al tribunale per ottenere una servitù di passaggio. Inizialmente, la richiesta era rivolta a ottenere un passaggio gratuito su fondi limitrofi, alcuni dei quali non facevano parte della proprietà originaria prima della divisione causata dall’esproprio.

La Corte d’Appello aveva già respinto la richiesta, sostenendo che, sebbene l’interclusione fosse effettivamente causata dall’espropriazione, il diritto alla servitù gratuita poteva essere fatto valere solo sulla parte di terreno residua all’ente espropriante, ovvero quella da cui era stata staccata la porzione espropriata. Poiché la società aveva richiesto il passaggio su fondi diversi, la sua domanda non poteva essere accolta secondo i dettami dell’art. 1054 c.c. La questione è quindi giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte: La servitù di passaggio gratuita ha confini precisi

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, confermando la decisione dei giudici di merito e fornendo un’interpretazione chiara e rigorosa dell’articolo 1054 del codice civile. La Corte ha stabilito che la servitù di passaggio gratuita è un’eccezione alla regola generale, che prevede il pagamento di un’indennità (art. 1051 c.c.), e come tale deve essere interpretata restrittivamente.

Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della decisione risiede nella ratio dell’art. 1054 c.c. Questa norma si basa sulla presunzione che le parti coinvolte in un atto di alienazione, divisione o esproprio che causa un’interclusione siano consapevoli della necessità di creare un accesso. Il mancato pagamento di un’indennità si giustifica perché si presume che di questa necessità si sia già tenuto conto nella determinazione del prezzo di vendita o dell’indennità di esproprio.

La Corte ha specificato due punti fondamentali:

1. Il Soggetto Obbligato: Il diritto alla servitù gratuita può essere esercitato solo nei confronti della controparte diretta dell’atto che ha causato l’interclusione. Nel caso di esproprio, questo soggetto è l’ente espropriante.
2. L’Oggetto della Servitù: Il passaggio deve essere costituito sulla parte residua del fondo originario che è rimasto di proprietà della controparte. In altre parole, la servitù deve gravare sulla ‘terra madre’ da cui è stata staccata la porzione che ora è interclusa.

Di conseguenza, non è possibile pretendere la costituzione di una servitù gratuita su un fondo appartenente a un terzo, né su un altro fondo di proprietà dell’ente espropriante che non abbia alcun legame con la proprietà originaria divisa. Il diritto previsto dall’art. 1054 c.c. ha natura personale e si esercita solo tra le parti dell’originario rapporto giuridico e sul bene oggetto di quel rapporto.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa sentenza offre un’importante lezione pratica per i proprietari di immobili. Se un atto di vendita, divisione o esproprio rende il vostro terreno intercluso, avete diritto a una servitù di passaggio gratuita. Tuttavia, questo diritto è vincolato: dovete richiederlo alla vostra controparte (acquirente, altro condividente o ente espropriante) e il passaggio deve essere tracciato sulla porzione di terreno rimasta a quest’ultima. Se, per comodità o necessità, preferite un passaggio su un fondo diverso, perderete il beneficio della gratuità e dovrete procedere secondo le norme generali sulla servitù coattiva, che prevedono il pagamento di un’indennità al proprietario del fondo servente. La scelta del percorso non è libera, ma strettamente legata all’origine dell’interclusione.

Se il mio terreno diventa intercluso a causa di un’espropriazione, ho sempre diritto a un passaggio gratuito?
Sì, hai diritto a una servitù di passaggio gratuita ai sensi dell’art. 1054 c.c., ma questo diritto è condizionato. Può essere esercitato solo nei confronti dell’ente che ha espropriato e deve essere costituito sulla porzione residua del fondo originario rimasta di proprietà dell’ente stesso.

La servitù di passaggio gratuita può essere costituita su un fondo qualsiasi di proprietà dell’ente che ha espropriato?
No. La sentenza chiarisce che la servitù gratuita deve gravare esclusivamente sul fondo da cui è stata distaccata la parte espropriata. Non può essere imposta su altri terreni di proprietà dell’ente espropriante che non facevano parte della proprietà originaria, né tantomeno su fondi di terzi.

Cosa succede se richiedo la servitù di passaggio su un fondo diverso da quello previsto dalla legge per il passaggio gratuito?
Se si chiede un passaggio su un fondo diverso da quello su cui si ha diritto alla servitù gratuita, si perde il beneficio della gratuità. La richiesta verrà trattata secondo le regole generali della servitù coattiva (art. 1051 c.c.), che prevedono l’obbligo di pagare un’indennità al proprietario del fondo che concede il passaggio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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