LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Servitù di passaggio: come si interpreta il titolo?

Una controversia tra proprietari confinanti sulla natura di una servitù di passaggio, se solo pedonale o anche carrabile. Il caso, basato sull’interpretazione di un atto notarile del 1985 che menzionava la larghezza del viale e la sosta di auto per ‘carico e scarico’, è giunto in Cassazione. La Suprema Corte ha confermato che tali elementi sono sufficienti a dimostrare l’intenzione originaria delle parti di costituire una servitù di passaggio anche con veicoli, respingendo il ricorso dei proprietari del fondo servente.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 5 dicembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Servitù di Passaggio: La Parola ‘Auto’ nell’Atto Decide la Natura del Diritto

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema classico del diritto immobiliare: come interpretare il titolo costitutivo di una servitù di passaggio per determinarne la natura, pedonale o anche carrabile. La decisione sottolinea l’importanza dell’interpretazione letterale e logica degli atti notarili, anche a distanza di decenni dalla loro stipula.

I Fatti di Causa

La vicenda giudiziaria ha origine da una disputa tra due famiglie proprietarie di appartamenti in uno stesso stabile. I proprietari dell’appartamento al piano terra, titolari di un viale, contestavano il passaggio con veicoli da parte dei vicini, sostenendo che la servitù costituita con un atto di divisione del 1985 fosse esclusivamente pedonale. I proprietari degli appartamenti ai piani superiori, invece, rivendicavano il loro diritto di passare anche con automobili.
Il Tribunale di primo grado, e successivamente la Corte d’Appello, avevano dato ragione a questi ultimi, ritenendo che la servitù fosse sia pedonale che carrabile. La decisione si basava su specifici elementi presenti nell’atto originario: la previsione di una larghezza del viale di due metri e, soprattutto, una clausola che permetteva la sosta “solo per il tempo occorrente per il carico e scarico delle auto”.

La questione della servitù di passaggio davanti alla Cassazione

I proprietari del fondo servente (il viale) hanno impugnato la sentenza d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione, avanzando due motivi principali.
In primo luogo, hanno sostenuto che i giudici di merito avessero violato le regole di interpretazione del contratto (art. 1362 c.c. e ss.). Secondo la loro tesi, la clausola sul carico e scarico non conferiva un diritto ai proprietari del fondo dominante, ma imponeva un obbligo a loro stessi (proprietari del fondo servente) di non ingombrare il passaggio pedonale con i propri veicoli. In questa prospettiva, la menzione delle auto sarebbe stata funzionale a garantire il passaggio a piedi, non a consentire quello con mezzi a motore.
In secondo luogo, i ricorrenti hanno evidenziato l’esistenza di una sentenza contrastante, emessa da un’altra sezione della stessa Corte d’Appello in un procedimento parallelo, che aveva invece qualificato la medesima servitù come solo pedonale.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando la natura carrabile della servitù di passaggio. Le motivazioni si fondano su principi consolidati in materia di interpretazione contrattuale.

L’Interpretazione del Titolo Costitutivo

Il cuore della decisione risiede nell’applicazione dei canoni ermeneutici. La Corte ha stabilito che l’interpretazione fornita dai giudici di merito era del tutto plausibile e logicamente fondata. La previsione di una larghezza specifica di due metri, unita alla menzione esplicita delle ‘auto’ e delle operazioni di ‘carico e scarico’, costituiva una prova chiara ed espressa della volontà delle parti originarie di creare una servitù anche carrabile. I giudici hanno sottolineato che una tale precisazione sarebbe stata ‘ultronea’, ovvero del tutto superflua e insensata, se il passaggio fosse stato inteso come solo pedonale.

I Limiti del Giudizio di Legittimità

La Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: il suo compito non è quello di scegliere la ‘migliore’ interpretazione possibile di un contratto, ma di verificare che l’interpretazione adottata dal giudice di merito sia una delle possibili e plausibili letture dell’atto, e che sia stata raggiunta senza violare le norme di legge sull’interpretazione e senza vizi logici. Poiché l’interpretazione della Corte d’Appello era coerente e ben motivata, la semplice proposta di un’interpretazione alternativa da parte dei ricorrenti non era sufficiente per ottenere l’annullamento della sentenza.

La Risoluzione del Contrasto Giurisprudenziale

Pur riconoscendo la particolarità della situazione, con due sentenze opposte sullo stesso punto, la Corte ha proceduto a una valutazione comparativa, concludendo che l’interpretazione che riconosceva la natura carrabile della servitù era quella più conforme ai canoni legali di interpretazione della volontà negoziale, basandosi sulla lettera inequivocabile dell’atto.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce che, in materia di servitù, il titolo costitutivo è la fonte primaria per determinarne contenuto ed estensione. Quando il testo dell’atto contiene riferimenti chiari e inequivocabili, come la menzione di veicoli a motore, l’interpretazione deve attenersi a tali dati letterali. La decisione serve da monito sull’importanza di redigere atti chiari e privi di ambiguità, al fine di prevenire future controversie. Per i proprietari, essa conferma che la presenza di clausole specifiche relative ai veicoli in un atto di servitù è un forte indicatore della sua natura carrabile.

Come si stabilisce se una servitù di passaggio è solo pedonale o anche carrabile?
La natura della servitù si stabilisce primariamente interpretando il suo titolo costitutivo (l’atto che l’ha creata, es. un contratto). Bisogna analizzare il testo per comprendere la volontà originaria delle parti. Elementi come la larghezza del passaggio e la menzione esplicita di veicoli o di operazioni come ‘carico e scarico auto’ sono decisivi per qualificarla come carrabile.

La menzione di ‘auto’ e ‘carico e scarico’ in un atto di servitù implica automaticamente il diritto di passaggio con veicoli?
Sì, secondo questa ordinanza. La Corte di Cassazione ha ritenuto che la menzione specifica di veicoli e di attività connesse (carico/scarico) sarebbe del tutto superflua e illogica se la servitù fosse intesa solo come pedonale. Tali espressioni manifestano in modo chiaro ed espresso la volontà delle parti di consentire il transito di veicoli.

È possibile contestare in Cassazione l’interpretazione di un contratto data da un giudice di merito?
Sì, ma solo a condizioni molto specifiche. Non è sufficiente proporre un’interpretazione alternativa. È necessario dimostrare che il giudice di merito ha violato le regole legali di interpretazione del contratto (artt. 1362 e ss. c.c.) o che la sua motivazione è manifestamente illogica o contraddittoria. La Cassazione non può sostituire la propria interpretazione a quella del giudice se questa è plausibile e ben argomentata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati