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Servitù di passaggio coattiva: tutti i vicini in causa

Una società agricola ha citato in giudizio un proprietario terriero per ottenere una servitù di passaggio coattiva per il suo fondo parzialmente intercluso. La Corte di Cassazione ha annullato le decisioni dei giudici di merito, stabilendo che la causa era nulla fin dall’inizio. Il motivo è che l’attore non aveva citato in giudizio tutti i proprietari dei terreni che si frapponevano tra il suo fondo e la via pubblica. Il caso è stato quindi rinviato al tribunale di primo grado per un nuovo processo che includa tutte le parti necessarie.

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Servitù di Passaggio Coattiva: La Cassazione Stabilisce l’Obbligo di Chiamare in Causa Tutti i Vicini

Quando un terreno non ha accesso alla via pubblica, la legge prevede uno strumento fondamentale per garantirne l’utilizzo: la servitù di passaggio coattiva. Questo diritto consente al proprietario del fondo cosiddetto ‘intercluso’ di ottenere un passaggio attraverso i terreni vicini. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un aspetto procedurale cruciale: chi bisogna citare in giudizio per ottenere tale diritto? La risposta, come vedremo, ha implicazioni enormi sulla validità dell’intero processo.

I Fatti di Causa: Un Terreno Diviso e un Passaggio Negato

Una società agricola si trovava proprietaria di un vasto appezzamento di terreno, la cui morfologia particolare, caratterizzata da un profondo vallone, rendeva una parte della proprietà di fatto isolata e inaccessibile dalle altre. Per accedere a questa porzione e raggiungere la strada pubblica, la società aveva sempre utilizzato una strada carrabile che attraversava prima il terreno di un vicino e poi quello di un secondo proprietario.

Tutto è cambiato quando quest’ultimo ha deciso di installare una recinzione metallica, bloccando di fatto il passaggio e rendendo la porzione di terreno della società completamente interclusa. A questo punto, la società ha avviato una causa legale contro il proprietario che aveva installato la recinzione, chiedendo al Tribunale di costituire una servitù di passaggio coattiva. Sia il Tribunale che, successivamente, la Corte d’Appello le hanno dato ragione.

La questione procedurale della servitù di passaggio coattiva

Il proprietario condannato ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando diverse questioni. Quella decisiva, esaminata per prima dalla Suprema Corte per la sua priorità logica, riguardava un vizio procedurale. Il ricorrente sosteneva che la società agricola avesse sbagliato fin dall’inizio, citando in giudizio solo lui e non anche l’altro proprietario del fondo che si trovava tra il terreno intercluso e la via pubblica. Secondo questa tesi, per costituire un passaggio completo e funzionale, era indispensabile la presenza in causa di tutti i proprietari dei terreni intermedi.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha accolto questo motivo di ricorso, ribaltando l’esito del giudizio. I giudici hanno fatto riferimento a una recentissima e fondamentale sentenza delle Sezioni Unite (la n. 1900 del 2025), che ha risolto un lungo contrasto giurisprudenziale sulla materia. Il principio di diritto affermato è netto: l’azione per la costituzione di una servitù di passaggio coattiva in favore di un fondo intercluso deve essere promossa nei confronti di tutti i proprietari dei fondi che si frappongono tra questo e la via pubblica.

La ragione di questa scelta risiede nella natura stessa del diritto che si vuole ottenere. Lo scopo non è ottenere un passaggio ‘parziale’ su un singolo fondo, ma assicurare uno ‘sbocco sulla pubblica via’ che sia completo, effettivo e giuridicamente stabile. Questo risultato può essere raggiunto solo con una decisione che vincoli tutti i soggetti coinvolti nel percorso. Si configura, quindi, un’ipotesi di litisconsorzio necessario: il processo, per essere valido, deve necessariamente includere tutte le parti la cui posizione giuridica è interessata dalla decisione. La mancata citazione di uno dei proprietari dei fondi intermedi non è un errore da poco, ma un vizio che rende nullo l’intero giudizio fin dal primo grado.

Le Conclusioni: Annullamento con Rinvio e Implicazioni Pratiche

In applicazione di questo principio, la Corte di Cassazione ha dichiarato la nullità del procedimento. Di conseguenza, ha cassato la sentenza della Corte d’Appello e ha rinviato la causa non al giudice d’appello, ma direttamente al Tribunale di primo grado. Questo significa che le parti dovranno ricominciare il processo da capo, ma questa volta la società agricola dovrà assicurarsi di citare in giudizio entrambi i proprietari dei fondi che la separano dalla strada.

Questa ordinanza offre una lezione pratica fondamentale: prima di avviare un’azione per la costituzione di una servitù di passaggio coattiva, è essenziale mappare con precisione il percorso richiesto e identificare tutti i proprietari dei terreni che lo compongono. Ometter-ne anche solo uno significa intraprendere un percorso giudiziario destinato all’annullamento, con un’enorme perdita di tempo e risorse economiche.

Per ottenere una servitù di passaggio coattiva, è sufficiente fare causa solo al proprietario del fondo direttamente confinante?
No. Secondo la Corte di Cassazione, se ci sono più fondi che separano la proprietà interclusa dalla via pubblica, l’azione legale deve essere promossa nei confronti di tutti i proprietari dei fondi interposti.

Cosa succede se un proprietario non cita in giudizio tutti i proprietari dei fondi necessari per il passaggio?
La mancata citazione di tutti i litisconsorti necessari non porta al rigetto della domanda nel merito, ma causa la nullità del procedimento. La causa deve essere rinviata al giudice di primo grado per consentire l’integrazione del contraddittorio, cioè per includere nel processo tutte le parti necessarie.

Perché la Corte ritiene necessaria la partecipazione di tutti i proprietari dei fondi interposti?
Perché la decisione deve creare un percorso completo e funzionale dalla proprietà interclusa fino alla via pubblica. Questo può essere fatto solo con una sentenza che vincoli tutti i proprietari dei terreni che compongono tale percorso, garantendo così una soluzione giuridicamente stabile ed efficace.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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