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Servitù di passaggio coattiva: sì al cortile

Un proprietario, il cui terreno è divenuto intercluso a seguito di una donazione, ha citato in giudizio un condominio per ottenere una servitù di passaggio coattiva. La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni dei giudici di merito, accordando il diritto di passaggio sul cortile condominiale. La sentenza chiarisce che l’esenzione prevista per cortili e giardini non è assoluta e può essere superata quando non esistono alternative praticabili per accedere al fondo. Inoltre, ha specificato che l’obbligo di passaggio gratuito, previsto in caso di divisione o vendita, non si applica alle donazioni.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Servitù di passaggio coattiva su cortile: quando è possibile?

La servitù di passaggio coattiva è un istituto giuridico fondamentale per garantire il pieno godimento del diritto di proprietà. Si applica quando un terreno, definito ‘fondo intercluso’, non ha accesso alla pubblica via se non attraversando le proprietà altrui. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti su due aspetti cruciali: la possibilità di costituire tale servitù su un cortile condominiale e l’irrilevanza della donazione come causa dell’interclusione. Analizziamo insieme la vicenda.

I fatti di causa

Il proprietario di un lotto di terreno, ricevuto in donazione dai genitori, otteneva un permesso di costruire ma si trovava nell’impossibilità materiale di avviare i lavori. Il suo fondo era infatti intercluso, privo di un accesso carrabile che consentisse il transito dei mezzi meccanici necessari. Per questo motivo, citava in giudizio il condominio confinante, chiedendo al giudice di costituire una servitù di passaggio coattiva, sia pedonale che carrabile, sul fondo condominiale.

Il condominio si opponeva, sostenendo l’esistenza di percorsi alternativi e che la situazione di interclusione era stata creata volontariamente dai genitori del proprietario, i quali, donandogli una parte del loro originario terreno, non avevano previsto un diritto di passaggio sulla loro proprietà residua.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello davano ragione al proprietario, riconoscendo lo stato di interclusione del fondo e la necessità di un accesso anche veicolare per un uso residenziale. Il caso approdava così in Corte di Cassazione.

Le motivazioni del ricorso del condominio

Il condominio basava il suo ricorso in Cassazione su quattro argomenti principali:

1. Errata valutazione dell’interclusione: La Corte d’Appello avrebbe sbagliato nel considerare il fondo intercluso.
2. Causa dell’interclusione: I giudici non avrebbero considerato che l’interclusione derivava esclusivamente dalle scelte dei genitori (donanti) e dello stesso proprietario.
3. Violazione dell’art. 1054 c.c.: Il proprietario avrebbe dovuto prima rivolgersi ai suoi genitori per ottenere un passaggio gratuito, poiché il suo terreno era stato staccato dalla loro proprietà originaria.
4. Divieto di passaggio sul cortile: La servitù non poteva essere costituita sul cortile condominiale, in quanto area esente ai sensi dell’art. 1051, comma 4, c.c.

Le motivazioni della Corte di Cassazione sulla servitù di passaggio coattiva

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, fornendo spiegazioni dettagliate per ciascun motivo.

In primo luogo, la Corte ha dichiarato inammissibili le censure relative alla valutazione dei fatti, in virtù del principio della ‘doppia conforme’. Poiché sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano accertato l’interclusione basandosi sulle risultanze tecniche, la Cassazione non poteva riesaminare il merito della vicenda.

Successivamente, ha affrontato il punto giuridicamente più rilevante relativo all’art. 1054 c.c. Questa norma prevede che il proprietario del fondo divenuto intercluso a seguito di ‘alienazione a titolo oneroso’ o ‘divisione’ abbia diritto di ottenere il passaggio gratuito dal fondo dell’alienante o degli altri condividenti. La Corte ha chiarito che questa disposizione non si applica alla donazione, che è un atto a titolo gratuito. Pertanto, il proprietario del fondo non aveva l’obbligo di rivolgersi prima ai suoi genitori (donanti).

Infine, per quanto riguarda il divieto di costituire una servitù di passaggio coattiva su case, cortili, giardini e aie, la Corte ha ribadito un principio consolidato: l’esenzione non è assoluta. Essa rappresenta un criterio di scelta che il giudice deve seguire quando esistono più alternative possibili per creare il passaggio. Tuttavia, se l’attraversamento di una di queste aree è l’unica soluzione possibile per eliminare l’interclusione, o quella che causa il minor danno possibile, la servitù può e deve essere costituita. Il giudice deve operare un bilanciamento tra l’utilità del fondo dominante e l’aggravio per il fondo servente, tutelando il diritto di proprietà e il suo conveniente uso.

Conclusioni

Questa ordinanza della Cassazione riafferma principi fondamentali in materia di servitù. In sintesi:

1. L’interclusione va valutata in concreto: Ciò che conta è lo stato oggettivo del fondo e la necessità di garantirne un uso normale e conveniente, che per un fondo residenziale include l’accesso con veicoli.
2. La donazione non fa scattare l’obbligo di passaggio gratuito: L’art. 1054 c.c. si applica solo a vendite, permute o divisioni, non agli atti di liberalità come la donazione.
3. L’esenzione per i cortili non è un divieto assoluto: La tutela di cortili e giardini cede il passo quando non esistono altre soluzioni praticabili per garantire l’accesso al fondo intercluso, in un’ottica di bilanciamento degli interessi contrapposti.

È possibile ottenere una servitù di passaggio coattiva su un cortile o un giardino condominiale?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, l’esenzione prevista dall’art. 1051 c.c. per cortili, giardini e aie non è un divieto assoluto. Funziona come un criterio di scelta tra più percorsi possibili. Se l’attraversamento del cortile è l’unica via per eliminare l’interclusione o quella meno dannosa, la servitù può essere imposta dal giudice.

Se un terreno diventa intercluso a causa di una donazione, il nuovo proprietario deve chiedere il passaggio prima al donante?
No. La sentenza chiarisce che l’obbligo di concedere un passaggio gratuito, previsto dall’art. 1054 c.c., si applica solo in caso di alienazione a titolo oneroso (es. una vendita) o di divisione di una proprietà comune. Non si applica agli atti a titolo gratuito come la donazione.

Il fatto che la situazione di interclusione sia stata creata per scelta del precedente proprietario impedisce la concessione della servitù?
No, la Corte non ha ritenuto rilevante questo aspetto. La decisione si concentra sullo stato oggettivo di interclusione del fondo e sulla necessità di garantire al proprietario il pieno e conveniente uso del suo bene, a prescindere dalle cause che hanno portato a tale situazione, specialmente quando derivano da un atto lecito come una donazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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