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Servitù di passaggio coattiva: i criteri di scelta

Un proprietario, impossibilitato a edificare su un terreno privo di accesso (fondo intercluso), ha ottenuto in tribunale la costituzione di una servitù di passaggio coattiva su un’area cortiliva di un condominio. Quest’ultimo ha impugnato la decisione fino in Cassazione, sostenendo l’esistenza di percorsi alternativi e l’inadeguatezza dell’indennità. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando che la servitù può gravare anche su cortili se non esistono alternative praticabili. La scelta del percorso spetta al giudice di merito, che deve bilanciare le esigenze del fondo intercluso con il minor aggravio possibile per il fondo servente. L’indennità, inoltre, è stata ritenuta correttamente calcolata, non essendo stati provati ulteriori danni dal condominio.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Servitù di Passaggio Coattiva: Quando il Diritto Prevale sulla Comodità del Vicino

L’accesso alla propria proprietà è un diritto fondamentale, ma cosa accade quando un terreno è completamente circondato da altri fondi, senza sbocco sulla pubblica via? La legge prevede uno strumento cruciale: la servitù di passaggio coattiva. Con l’ordinanza n. 8660/2024, la Corte di Cassazione torna su questo tema delicato, chiarendo i criteri per la sua costituzione, specialmente quando il passaggio deve avvenire su aree sensibili come un cortile condominiale.

I Fatti di Causa: Un Terreno Isolato e un Progetto Edilizio Bloccato

La vicenda ha origine dalla richiesta di un proprietario che, pur avendo ottenuto un permesso di costruire, non poteva avviare i lavori a causa dell’impossibilità di accedere al suo lotto con i mezzi meccanici necessari. Il suo terreno era, infatti, ‘intercluso’. Per risolvere la situazione, egli citava in giudizio il condominio confinante, chiedendo al Tribunale di costituire una servitù di passaggio, sia pedonale che carrabile, sul fondo condominiale.

Il condominio si opponeva fermamente, proponendo percorsi alternativi che avrebbero però coinvolto le proprietà di altri soggetti. La causa si complicava, ma alla fine i giudici di merito davano ragione al proprietario, individuando nell’attraversamento del fondo condominiale l’unica soluzione praticabile.

L’Analisi della Corte d’Appello e i Motivi del Ricorso in Cassazione

La decisione veniva confermata in Appello. La Corte territoriale, basandosi sulle perizie tecniche (CTU), aveva scartato le soluzioni alternative proposte dal condominio perché tecnicamente ed economicamente improponibili: pendenze eccessive (fino al 50%), necessità di spostare cisterne di gasolio e costi spropositati. Il condominio, non soddisfatto, ricorreva in Cassazione lamentando due aspetti principali:

1. Errata valutazione delle alternative: Secondo il condominio, i giudici non avrebbero esaminato adeguatamente le altre possibili vie di accesso.
2. Violazione delle norme sull’esenzione dei cortili: Si sosteneva che la servitù non potesse essere imposta su un’area cortiliva, protetta dalla legge.
3. Calcolo errato dell’indennità: L’indennizzo riconosciuto era stato ritenuto insufficiente, poiché non teneva conto del disagio arrecato ai condomini per la perdita di posti auto.

La Servitù di Passaggio Coattiva e i Limiti all’Esenzione dei Cortili

La Corte di Cassazione ha respinto il primo motivo, chiarendo un principio fondamentale. L’esenzione dall’assoggettamento a servitù per case, cortili, giardini e aie, prevista dall’art. 1051 c.c., non è assoluta. Funziona come un criterio di scelta preferenziale: se esistono più percorsi possibili per accedere al fondo intercluso, il giudice deve scegliere quello che non coinvolge queste aree. Tuttavia, se l’unico modo per eliminare l’interclusione è passare attraverso un cortile, l’esenzione non opera. In altre parole, il diritto di accesso del fondo intercluso prevale, poiché un’interclusione assoluta creerebbe un pregiudizio maggiore del disagio causato dal transito.

La Determinazione dell’Indennità: Oltre il Valore del Terreno

Anche il secondo motivo relativo all’indennità è stato respinto. La Corte ha sottolineato che la valutazione del pregiudizio subito dal fondo servente è un compito del giudice di merito. Nel caso specifico, le perizie avevano accertato la perdita di un solo posto auto, e non due come sostenuto dal condominio. Riguardo agli ulteriori disagi lamentati (condomini costretti a parcheggiare lontano), la Cassazione ha evidenziato che tale danno non era stato adeguatamente provato nel corso del giudizio di merito. Spetta a chi subisce la servitù dimostrare in modo specifico ogni voce di danno che va oltre la semplice diminuzione di valore del terreno occupato.

le motivazioni

La Suprema Corte ha ribadito che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti, ma di verificare la corretta applicazione delle norme di diritto. I giudici di merito avevano condotto un’analisi approfondita e ben motivata di tutte le soluzioni alternative, scartando quelle irrealizzabili sulla base di dati oggettivi. La decisione di imporre la servitù sul cortile condominiale non è stata arbitraria, ma è derivata dalla constatazione che non esistevano altre vie praticabili per garantire l’accesso al fondo del proprietario. La motivazione della sentenza impugnata è stata ritenuta logica e sufficiente, rispettando il ‘minimo costituzionale’ richiesto. La Cassazione ha inoltre precisato che la scelta tra le varie ipotesi tecniche prospettate rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, il cui unico limite è l’osservanza dei criteri legali: la maggior brevità del passaggio e il minor danno per il fondo servente.

le conclusioni

Questa ordinanza offre importanti implicazioni pratiche:
1. Il diritto di accesso è prioritario: Il proprietario di un fondo intercluso ha un forte diritto a ottenere un passaggio, e questo può prevalere anche sulla normale destinazione d’uso di aree come i cortili.
2. Le alternative devono essere concrete: Chi si oppone a una servitù non può limitarsi a indicare percorsi teorici. Le alternative devono essere realistiche, tecnicamente fattibili ed economicamente sostenibili.
3. La prova del danno è cruciale: L’indennità per la servitù non è automatica per ogni disagio. Il proprietario del fondo servente deve provare puntualmente ogni pregiudizio ulteriore rispetto alla perdita di valore del terreno, altrimenti il risarcimento sarà limitato a quest’ultima.

È possibile costituire una servitù di passaggio coattiva su un cortile condominiale?
Sì, è possibile. La legge prevede un criterio di preferenza per evitare di gravare su cortili, giardini e aie, ma questa esenzione non è assoluta. Se l’attraversamento del cortile è l’unica soluzione praticabile per porre fine all’interclusione di un fondo, la servitù può essere costituita.

Come viene scelto il percorso della servitù se esistono più opzioni?
Il giudice di merito ha il compito di scegliere tra le varie ipotesi possibili, seguendo i criteri dettati dal codice civile: la via più breve per raggiungere la strada pubblica e quella che causa il minor danno possibile al fondo che deve sopportare il passaggio. Le soluzioni alternative che risultano tecnicamente o economicamente improponibili vengono scartate.

L’indennità per la servitù copre solo il valore del terreno occupato?
L’indennità deve comprendere il danno cagionato dal passaggio, che include la diminuzione di valore del fondo servente. Se il proprietario di tale fondo sostiene di aver subito danni ulteriori (come la perdita di posti auto o altri disagi), ha l’onere di provarli specificamente nel corso del giudizio. In assenza di tale prova, l’indennità sarà limitata al pregiudizio diretto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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