LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Servitù di elettrodotto: modifiche e oneri del fondo

La Corte di Cassazione ha esaminato un caso riguardante una servitù di elettrodotto costituita nel 1961. Una proprietaria lamentava un aggravamento della servitù a causa di una modifica della linea elettrica. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che la modifica, avvenuta su un fondo diverso da quello della ricorrente, non alterava in alcun modo il peso gravante sulla sua proprietà. La sentenza chiarisce che la servitù di elettrodotto originaria rimane valida e che gli accertamenti di fatto del giudice di merito sulla localizzazione delle opere non sono sindacabili in Cassazione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Servitù di Elettrodotto: cosa succede se la linea viene modificata?

La presenza di una linea elettrica su un terreno privato è regolata dalla cosiddetta servitù di elettrodotto, un istituto giuridico che bilancia l’interesse pubblico alla distribuzione di energia con il diritto di proprietà. Ma cosa accade se il tracciato di quella linea viene modificato nel tempo? Una recente sentenza della Corte di Cassazione ci offre importanti chiarimenti, analizzando un caso complesso originato da una servitù costituita oltre sessant’anni fa.

I fatti del caso: una controversia decennale sulla servitù di elettrodotto

La vicenda giudiziaria ha inizio negli anni ’90, ma affonda le sue radici in un atto del 1961. Con tale atto, il proprietario di un vasto terreno in un comune del sud Italia aveva concesso a una società elettrica una servitù per il passaggio di una linea ad alta tensione. L’accordo prevedeva anche una servitù accessoria di inedificabilità su una fascia di 35 metri.

Negli anni successivi, il terreno viene frazionato e venduto a diversi soggetti, tra cui la ricorrente e una società immobiliare. I nuovi proprietari realizzano delle costruzioni sulla fascia di rispetto, violando il divieto di edificazione. La società energetica, succeduta alla concessionaria originaria, agisce in giudizio per far accertare la servitù, ottenere la demolizione delle opere abusive e il risarcimento dei danni.

Il contenzioso si complica quando, nel corso degli anni, la società elettrica modifica una parte della linea, installando un nuovo traliccio su un fondo adiacente, non di proprietà della ricorrente. Quest’ultima, allora, basa la sua difesa su un punto cruciale: tale modifica avrebbe aggravato o addirittura estinto la servitù originaria sul suo terreno.

L’iter giudiziario

Dopo un lungo e complesso percorso processuale, che ha visto la causa passare più volte tra Tribunale e Corte d’Appello, i giudici di merito danno ragione alla società energetica. Viene confermata l’esistenza della servitù di elettrodotto e ordinata la demolizione degli immobili abusivi. La domanda di risarcimento danni, invece, viene rigettata per mancanza di prove. La proprietaria, ritenendo la decisione ingiusta, decide di ricorrere in Cassazione, sollevando diverse questioni di diritto.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha analizzato e respinto tutti i motivi del ricorso, confermando la sentenza d’appello. Le motivazioni offrono spunti fondamentali per comprendere la stabilità e i limiti di una servitù di elettrodotto.

La localizzazione della modifica è determinante

Il punto centrale della decisione riguarda l’asserito aggravamento della servitù. La Corte ha chiarito che, sulla base degli accertamenti tecnici svolti nei gradi di merito (non riesaminabili in Cassazione), la modifica della linea elettrica (con l’aggiunta di un nuovo traliccio) era avvenuta su un fondo diverso da quello della ricorrente. Il tratto di linea che attraversava la sua proprietà era rimasto invariato, coincidendo perfettamente con quello previsto nell’atto costitutivo del 1961.

Di conseguenza, non vi è stato alcun aggravamento della servitù sul fondo della ricorrente. Il principio è chiaro: se la modifica avviene altrove e non altera il peso imposto sulla propria particella, la servitù originaria resta pienamente valida ed efficace. La Corte ha specificato che la servitù in questione non era una semplice obligatio propter rem, ma un vero e proprio diritto reale con un contenuto negativo (divieto di costruire), autonomo rispetto alla servitù di mero passaggio dei cavi.

Validità dell’atto originario e irrilevanza delle autorizzazioni successive

La ricorrente aveva contestato anche la legittimità della modifica per una presunta carenza di autorizzazioni ministeriali. La Cassazione ha ritenuto il motivo inammissibile e infondato. Poiché la servitù sul fondo della ricorrente non era stata alterata, la sua esistenza e validità discendevano direttamente dall’atto contrattuale del 1961, regolarmente trascritto. Le vicende autorizzative relative a modifiche su fondi altrui non potevano intaccare la validità di quel titolo originario.

La questione delle spese legali

Infine, la Corte ha respinto la censura relativa alla condanna al pagamento totale delle spese legali, nonostante il rigetto della domanda di risarcimento danni della società elettrica. I giudici hanno ribadito un principio consolidato: in caso di soccombenza reciproca, la ripartizione delle spese è una valutazione discrezionale del giudice di merito, non sindacabile in sede di legittimità, a meno che non si violi il principio per cui la parte totalmente vittoriosa non può essere condannata alle spese.

Le conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

La sentenza rafforza la stabilità dei diritti reali come le servitù. Il proprietario di un fondo servente non può contestare la validità della servitù basandosi su modifiche che non impattano direttamente sulla sua proprietà. La Corte di Cassazione ribadisce che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti (come la localizzazione esatta di un traliccio), ma di verificare la corretta applicazione delle norme di diritto. Per i proprietari, ciò significa che l’esistenza e l’estensione di una servitù sono determinate dall’atto costitutivo e che solo una modifica materiale sul proprio fondo può dare adito a contestazioni per aggravamento.

Una modifica a una linea elettrica su un terreno vicino aggrava la servitù di elettrodotto sul mio fondo?
No. Secondo la Cassazione, se la modifica avviene su un fondo diverso e non altera il percorso o il peso della servitù sulla propria proprietà, la servitù originaria rimane valida e non si verifica alcun aggravamento.

È possibile contestare in Cassazione l’accertamento dei fatti compiuto dai giudici di merito?
No. La Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio sui fatti. Pertanto, gli accertamenti fattuali, come quelli basati su una consulenza tecnica d’ufficio (CTU) per determinare la posizione di un’opera, non possono essere riesaminati se la motivazione della sentenza di merito è logica e congrua.

Se vinco parzialmente una causa, posso essere comunque condannato a pagare tutte le spese legali?
Sì. In caso di soccombenza reciproca (quando entrambe le parti perdono su alcune delle loro domande), il giudice di merito ha il potere discrezionale di decidere come ripartire le spese o di compensarle. Può anche decidere di porle interamente a carico della parte la cui domanda principale è stata rigettata, come in questo caso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati