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Servitù coattiva di passaggio su fondo non intercluso

La Corte di Cassazione ha confermato la costituzione di una servitù coattiva di passaggio a favore di un’abitazione con accesso difficile, a carico del fondo di un istituto scolastico. La decisione si fonda sulla necessità di tutelare le esigenze abitative e l’accessibilità per persone con disabilità, anche quando il fondo non è completamente intercluso. La Suprema Corte ha respinto il ricorso della scuola, ritenendo corretta la valutazione della Corte d’Appello che aveva bilanciato i diritti delle parti, e ha confermato l’indennizzo stabilito, sottolineando che la valutazione dei fatti e delle prove spetta al giudice di merito.

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Servitù Coattiva di Passaggio: l’Accessibilità Prevale

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale del diritto immobiliare: la servitù coattiva di passaggio. La pronuncia ribadisce un principio di fondamentale importanza sociale: la tutela delle esigenze abitative e, in particolare, l’accessibilità per le persone con disabilità, può giustificare l’imposizione di un passaggio su un fondo altrui, anche se la proprietà che ne beneficia non è completamente isolata. Il caso vedeva contrapposti un istituto scolastico e i proprietari di un’abitazione confinante.

I Fatti di Causa

La vicenda giudiziaria ha origine dalla richiesta dei proprietari di un’abitazione di costituire una servitù di passaggio pedonale e carrabile sul fondo di un vicino istituto scolastico. L’accesso esistente alla loro proprietà era stato giudicato da un consulente tecnico “particolarmente impervio e praticamente inaccessibile”, soprattutto per una persona con disabilità motorie.

Il percorso giudiziario è stato lungo e complesso. Dopo una prima fase, la Corte d’Appello aveva rigettato la richiesta. Tuttavia, la Corte di Cassazione, con una precedente sentenza, aveva annullato tale decisione, rinviando la causa per un nuovo esame. La Cassazione aveva chiarito che il rigetto di una precedente domanda di usucapione non precludeva la possibilità di chiedere la costituzione di una servitù coattiva, trattandosi di diritti diversi con presupposti differenti.

Nel giudizio di rinvio, la Corte d’Appello ha infine accolto la domanda, costituendo la servitù secondo il tracciato indicato dal perito e stabilendo un indennizzo di circa 28.800 euro a favore della scuola. La decisione si basava sulla constatazione che il percorso richiesto era già parzialmente utilizzato e che il pregiudizio per l’istituto scolastico sarebbe stato lieve.

Il Ricorso in Cassazione e la Servitù Coattiva di Passaggio

L’istituto scolastico ha impugnato questa decisione davanti alla Corte di Cassazione, sollevando diverse obiezioni. Tra i motivi principali, la scuola lamentava che la Corte d’Appello:

1. Non avesse specificato le modalità di esercizio della servitù, in particolare per garantire l’accesso solo alle persone con disabilità.
2. Avesse ignorato l’esistenza di presunte barriere architettoniche all’interno dell’abitazione dei vicini, che avrebbero comunque impedito l’esercizio del passaggio.
3. Non avesse valutato soluzioni alternative meno gravose per il fondo scolastico.
4. Avesse calcolato in modo errato l’indennizzo, senza considerare tutti i pregiudizi, come la diminuzione di valore dell’immobile e i rischi per la sicurezza.
5. Avesse erroneamente inibito la possibilità di chiudere i cancelli della scuola al di fuori dell’orario scolastico.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato tutti i motivi del ricorso, confermando in toto la decisione della Corte d’Appello. Le motivazioni della Corte sono state chiare e articolate.

In primo luogo, la Cassazione ha ribadito l’orientamento, inaugurato dalla Corte Costituzionale nel 1999, secondo cui la servitù coattiva di passaggio non serve solo a scopi agricoli o industriali, ma è uno strumento a tutela dei valori fondamentali della persona, come le esigenze abitative. Questo significa che il diritto a un accesso agevole alla propria casa, soprattutto in presenza di disabilità, assume un’importanza prioritaria.

La Corte ha inoltre specificato che la valutazione sull’inaccessibilità del fondo e sulla scelta del tracciato meno pregiudizievole è un accertamento di fatto che spetta esclusivamente al giudice di merito. Se tale valutazione è basata su prove concrete (come la perizia del CTU) ed è motivata in modo logico e coerente, non può essere messa in discussione in sede di legittimità. Le critiche della scuola sono state quindi considerate come un tentativo inammissibile di ottenere una nuova valutazione del merito della causa.

Anche la questione dell’indennizzo è stata respinta, poiché la Corte d’Appello aveva tenuto conto del fatto che il fondo servente era un comprensorio scolastico, valutando implicitamente tutti gli elementi necessari per la determinazione della somma.

Infine, riguardo alla chiusura dei cancelli, la Cassazione ha chiarito che la sentenza non ha imposto un divieto assoluto. Il proprietario del fondo servente ha il diritto di recintare la sua proprietà, ma deve garantire al proprietario del fondo dominante un accesso libero e comodo, ad esempio consegnando le chiavi del cancello, senza aggravare l’esercizio della servitù.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio giuridico di grande civiltà: il diritto di proprietà non è assoluto, ma deve essere bilanciato con altri diritti fondamentali, tra cui quello a una vita dignitosa e a un’abitazione pienamente accessibile. La servitù coattiva di passaggio si conferma come uno strumento flessibile, la cui applicazione va oltre la mera logica economica per abbracciare la tutela dei valori della persona. La decisione sottolinea che, in presenza di un accesso difficile e di esigenze legate alla disabilità, il giudice può imporre un passaggio anche su un fondo non intercluso, garantendo al contempo un giusto indennizzo al proprietario che subisce il peso della servitù.

È possibile ottenere una servitù coattiva di passaggio anche se il proprio fondo non è completamente intercluso?
Sì. La Corte di Cassazione, rifacendosi a una pronuncia della Corte Costituzionale, ha confermato che la servitù coattiva può essere costituita non solo per esigenze agricole o industriali, ma anche a tutela di esigenze abitative e per proteggere i valori della persona, come l’accessibilità in caso di disabilità, anche quando il fondo ha già un accesso, ma questo è impervio e inadatto.

La costituzione di una servitù coattiva di passaggio impedisce al proprietario del fondo servente di installare un cancello?
No. Il proprietario del fondo servente può recintare la sua proprietà e installare cancelli. Tuttavia, è tenuto a garantire al proprietario del fondo dominante un accesso libero e comodo, ad esempio consegnando le chiavi o installando dispositivi automatici, senza che ciò comporti un aggravamento dell’esercizio della servitù.

Un precedente giudicato che nega l’usucapione di una servitù impedisce di chiederne successivamente la costituzione coattiva?
No. Come chiarito in una precedente fase di questo stesso giudizio, il rigetto di una domanda di acquisto della servitù per usucapione (che si basa sul possesso prolungato nel tempo) non preclude la possibilità di presentare una nuova domanda per la costituzione coattiva della stessa servitù, poiché quest’ultima si fonda su presupposti diversi previsti dalla legge (come l’interclusione o la difficile accessibilità del fondo).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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