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Sequestro conservativo: tutela urgente per il patrimonio

Il Tribunale di Venezia ha concesso un sequestro conservativo sul patrimonio di un figlio che aveva sottratto ingenti somme dal conto della madre, beneficiaria di amministrazione di sostegno. La misura cautelare è stata ritenuta necessaria per garantire il recupero dei fondi, data l’evidenza dei prelievi non autorizzati (fumus boni iuris) e il rischio concreto di dispersione del denaro (periculum in mora), che avrebbe compromesso la capacità della donna di far fronte alle proprie necessità quotidiane.

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Sequestro Conservativo: Come Proteggere il Patrimonio da Sottrazioni Illecite

L’ordinanza del Tribunale di Venezia offre un chiaro esempio di come gli strumenti cautelari, in particolare il sequestro conservativo, possano essere impiegati per proteggere efficacemente il patrimonio di una persona vulnerabile. Nel caso di specie, l’amministratore di sostegno di un’anziana signora ha agito tempestivamente per bloccare i beni del figlio, accusato di aver svuotato il conto corrente della madre. Questo provvedimento mette in luce l’importanza della tutela giuridica per i soggetti fragili e il ruolo cruciale delle misure urgenti nel prevenire danni irreparabili.

I Fatti del Caso: Sottrazione di Denaro dal Conto dell’Amministrata

La vicenda ha inizio quando l’avvocato, in qualità di amministratore di sostegno di un’anziana signora, scopre l’esistenza di un conto corrente a lei intestato di cui non era a conoscenza. A seguito di indagini, emerge una situazione allarmante: nel giro di due settimane, dal conto erano stati prelevati quasi 84.000 euro attraverso prelievi di contante e un bonifico a favore del figlio dell’amministrata.

Di fronte al rifiuto del figlio di restituire le somme e all’impossibilità di comunicare con l’anziana madre (a causa del blocco dell’utenza telefonica da parte del figlio stesso), l’amministratore di sostegno si è rivolto al Tribunale con un ricorso d’urgenza, chiedendo due distinte misure:

1. L’ordine di immediata restituzione della somma sottratta, ai sensi dell’art. 700 c.p.c.
2. In via alternativa, il sequestro conservativo dei beni del figlio, ai sensi dell’art. 671 c.p.c., fino a concorrenza dell’importo prelevato.

L’amministratore ha motivato la richiesta evidenziando sia il fumus boni iuris, cioè la prova evidente dei prelievi indebiti risultante dai movimenti bancari, sia il periculum in mora, ossia il concreto pericolo che il figlio potesse disperdere il denaro, rendendo impossibile il futuro recupero del credito.

La Decisione del Tribunale e l’Utilizzo del Sequestro Conservativo

Il Tribunale, in una prima fase, ha concesso il sequestro conservativo inaudita altera parte, cioè senza sentire il figlio, data l’urgenza della situazione. Successivamente, all’udienza fissata per la discussione, il figlio non si è presentato, venendo dichiarato contumace.

Il Giudice ha quindi confermato il provvedimento di sequestro. La decisione distingue nettamente tra le due domande presentate dalla ricorrente:

Domanda di sequestro conservativo (art. 671 c.p.c.): Accolta. Il Tribunale ha ritenuto sussistenti entrambi i presupposti necessari. Il fumus boni iuris era chiaramente dimostrato dalla documentazione bancaria, che attestava ingenti trasferimenti di denaro dal conto della madre al figlio, avvenuti senza l’autorizzazione del Giudice Tutelare. Il periculum in mora* è stato ravvisato nel grave pregiudizio economico che rischiava di compromettere la gestione patrimoniale dell’anziana, rendendo impossibile il soddisfacimento delle sue esigenze quotidiane.
* Domanda d’urgenza per la restituzione (art. 700 c.p.c.): Rigettata. Il Giudice ha ritenuto che la tutela richiesta fosse già pienamente garantita dal sequestro conservativo. Una volta bloccati i beni del figlio, infatti, non residuavano ulteriori profili di urgenza e pericolo, poiché lo strumento del sequestro era già idoneo a preservare la garanzia patrimoniale per il futuro recupero delle somme.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione del Tribunale si fonda su una precisa valutazione dei presupposti delle misure cautelari. Il Giudice ha confermato la valutazione già espressa nel decreto iniziale, sottolineando come la documentazione depositata provasse in modo inequivocabile i trasferimenti di denaro. La mancanza di autorizzazione da parte del Giudice Tutelare, obbligatoria per atti di disposizione del patrimonio di una persona sotto amministrazione di sostegno, ha reso i prelievi palesemente illegittimi.

Il pericolo nel ritardo è stato considerato particolarmente grave, poiché la sottrazione di una somma così ingente metteva a rischio la stessa capacità dell’amministrata di far fronte alle proprie necessità di vita. Il sequestro è stato quindi identificato come lo strumento più adeguato per neutralizzare questo rischio, ‘congelando’ il patrimonio del figlio e assicurando che le risorse rimanessero disponibili per un’eventuale azione di recupero del credito.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: il sequestro conservativo è lo strumento specifico per tutelare un diritto di credito quando esiste il fondato timore di perdere la garanzia patrimoniale. Nel caso di specie, il Tribunale ha correttamente ritenuto che, una volta assicurata tale garanzia tramite il sequestro, la domanda di restituzione immediata ex art. 700 c.p.c. diventava superflua, in quanto la pretesa era già stata adeguatamente protetta. La decisione evidenzia l’efficacia delle misure cautelari nella protezione dei soggetti più deboli e serve da monito contro atti di disposizione illecita del patrimonio all’interno dei nuclei familiari.

Perché il Tribunale ha concesso il sequestro conservativo?
Il Tribunale ha concesso il sequestro conservativo perché ha ritenuto provata sia la probabile esistenza del diritto della madre alla restituzione delle somme (fumus boni iuris), basandosi sui movimenti bancari, sia il pericolo concreto che il figlio potesse nascondere o spendere il denaro, impedendone il recupero (periculum in mora).

Perché è stata respinta la richiesta di restituzione immediata della somma?
La richiesta di restituzione immediata (ex art. 700 c.p.c.) è stata respinta perché il Giudice ha considerato la ricorrente già pienamente tutelata dal sequestro conservativo. Tale misura, bloccando i beni del figlio, era già sufficiente a garantire il futuro soddisfacimento del credito, eliminando ulteriori profili di urgenza che giustificassero un provvedimento aggiuntivo.

Quale è il ruolo dell’amministratore di sostegno in questi casi?
L’amministratore di sostegno ha il dovere di proteggere il patrimonio della persona beneficiaria. In questo caso, ha agito correttamente svolgendo indagini patrimoniali e, una volta scoperta la sottrazione illecita, ricorrendo immediatamente al giudice per ottenere misure urgenti a tutela degli interessi economici dell’amministrata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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