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Sequestro conservativo: prova del periculum in mora

L’amministratore di sostegno di una persona anziana richiedeva un sequestro conservativo per circa 130.000 euro contro un terzo che aveva ricevuto ingenti somme dalla stessa. Il Tribunale ha rigettato la richiesta, sottolineando che il ricorrente non aveva fornito prova del ‘periculum in mora’, ovvero il rischio concreto e attuale che il debitore disperdesse il proprio patrimonio. La sola dimostrazione del trasferimento dei fondi è stata ritenuta insufficiente.

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Pubblicato il 18 gennaio 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Sequestro Conservativo: Perché la Prova del Periculum in Mora è Essenziale?

L’ordinanza del Tribunale di Napoli offre un’importante lezione sulla richiesta di sequestro conservativo, una delle misure cautelari più incisive del nostro ordinamento. Anche di fronte a una palese sottrazione di fondi, la tutela non è automatica. Il provvedimento chiarisce che, per ‘bloccare’ i beni del presunto debitore, non basta dimostrare la probabile fondatezza del proprio credito, ma è indispensabile provare il rischio concreto che tali beni possano sparire. Analizziamo insieme questo caso emblematico.

I Fatti del Caso: Una Sottrazione di Fondi e la Richiesta di Tutela

La vicenda nasce nell’ambito di un’amministrazione di sostegno. L’amministratore, agendo nell’interesse della persona beneficiaria, scopriva che ingenti somme di denaro, per un totale di oltre 120.000 euro, erano state trasferite dal conto della sua assistita a un terzo, descritto come nipote ma di fatto non legato da vincoli di parentela. Questi trasferimenti erano avvenuti poco prima che l’amministrazione di sostegno divenisse pienamente operativa.
Di fronte a questa situazione, l’amministratore ha agito prontamente, presentando un ricorso per sequestro conservativo contro il percipiente delle somme, chiedendo di vincolare i suoi beni fino alla concorrenza dell’importo sottratto, circa 130.000 euro.

La Decisione del Tribunale: Ricorso Rigettato

Nonostante la gravità dei fatti allegati, il Tribunale di Napoli ha rigettato il ricorso. La decisione si fonda su un punto specifico e cruciale della disciplina delle misure cautelari: la mancanza di prova del cosiddetto periculum in mora (il pericolo nel ritardo).
Il giudice ha constatato che, sebbene il ricorrente avesse dettagliato il trasferimento dei fondi (provando così il fumus boni iuris, ovvero la parvenza di un diritto di credito), non aveva fornito alcun elemento per dimostrare il secondo, indispensabile requisito.

Le Motivazioni: L’Assenza del Periculum in Mora nel Sequestro Conservativo

Il cuore della motivazione risiede nella distinzione tra la fondatezza della pretesa e il pericolo che ne minaccia la futura soddisfazione. Il giudice ha chiarito che il periculum in mora non può essere presunto (in re ipsa) dal semplice fatto che il debitore abbia ricevuto illecitamente delle somme.
Per ottenere un sequestro conservativo, il creditore deve provare, attraverso elementi oggettivi (come l’incapienza del patrimonio del debitore rispetto al debito) o soggettivi (come specifici comportamenti del debitore volti a vendere o nascondere i propri beni), che esiste un timore fondato, concreto e attuale di perdere la garanzia patrimoniale.
Nel caso di specie, il ricorrente si è limitato a denunciare la sottrazione dei fondi senza allegare nulla sulla situazione patrimoniale del resistente o su suoi eventuali atti dispositivi. Mancando questa prova specifica, il Tribunale ha ritenuto insussistente il presupposto del periculum, giudicando superfluo persino analizzare la fondatezza del credito.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Creditori

Questa ordinanza è un monito fondamentale per chiunque intenda avvalersi della tutela cautelare. Dimostrare di avere ragione nel merito non è sufficiente. È imperativo condurre un’indagine preliminare sulla condizione patrimoniale e sul comportamento del debitore per poter allegare e provare in giudizio il rischio concreto di un suo depauperamento. Senza questa prova, anche il diritto più evidente rischia di rimanere privo della protezione immediata offerta dal sequestro conservativo, costringendo il creditore a intraprendere un lungo giudizio ordinario con il timore che, alla fine, la sentenza di condanna possa rivelarsi ineseguibile.

Domanda 1: Per ottenere un sequestro conservativo, è sufficiente dimostrare che il debitore ha ricevuto illecitamente una somma di denaro?
Risposta 1: No. Secondo questo provvedimento, non è sufficiente. È indispensabile provare anche il periculum in mora, ovvero il rischio concreto e attuale che il debitore stia compiendo atti per disperdere il proprio patrimonio, rendendo così difficile il futuro recupero del credito.

Domanda 2: Cos’è il ‘periculum in mora’ e come si può dimostrare?
Risposta 2: Il periculum in mora è il fondato timore di perdere la garanzia patrimoniale del proprio credito. Secondo l’ordinanza, si può dimostrare con elementi oggettivi (es. la scarsa capacità patrimoniale del debitore) o soggettivi (es. comportamenti del debitore che facciano temere la vendita o l’occultamento dei suoi beni). La prova deve dimostrare un pericolo attuale e concreto, non solo ipotetico.

Domanda 3: Il giudice ha rigettato il ricorso perché il credito non era certo?
Risposta 3: No. Il giudice ha rigettato il ricorso esclusivamente per l’insussistenza del periculum in mora. Ha ritenuto questa mancanza un motivo sufficiente per la decisione, al punto da considerare superflua ogni valutazione sulla probabile fondatezza del credito (fumus boni iuris).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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