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Segnalazione Centrale Rischi: quando è legittima?

Il Tribunale di Brescia ha rigettato un ricorso d’urgenza volto a impedire una segnalazione alla Centrale Rischi. Secondo i giudici, la contestazione generica del debito e la mancata prova di un danno imminente rendono la minacciata segnalazione legittima, in assenza di fumus boni juris e periculum in mora.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Segnalazione Centrale Rischi: quando è legittima anche se il debito è contestato?

La minaccia di una segnalazione Centrale Rischi da parte di una banca è uno degli eventi più temuti da imprese e consumatori, data la sua capacità di compromettere l’accesso al credito. Ma cosa succede se il debito alla base della minaccia è oggetto di contestazione? Un’interessante ordinanza del Tribunale di Brescia chiarisce i presupposti necessari per bloccare in via d’urgenza tale segnalazione, sottolineando l’importanza di provare sia la fondatezza delle proprie ragioni (il fumus boni juris) sia il rischio di un danno imminente e irreparabile (il periculum in mora).

Il caso: ricorso d’urgenza contro la minacciata segnalazione

Nel caso esaminato, una società e i suoi garanti presentavano un ricorso d’urgenza (ex art. 700 c.p.c.) contro un istituto di credito. L’obiettivo era ottenere un’inibitoria per impedire alla banca di segnalarli alla Centrale Rischi di Bankitalia, di escutere una garanzia pubblica e di avviare azioni di recupero forzoso del credito.

I ricorrenti sostenevano l’illegittimità della pretesa della banca sulla base di diverse argomentazioni:
1. Contestazione del quantum: L’importo richiesto era errato perché non teneva conto di due rate già pagate e includeva interessi anatocistici illegittimi.
2. Decadenza dalla garanzia: La banca era decaduta dal diritto di agire contro i fideiussori per il decorso del termine previsto dall’art. 1957 c.c.
3. Insussistenza dello stato di insolvenza: Né la società né i garanti versavano in stato di insolvenza, requisito fondamentale per la segnalazione.
4. Danno imminente: La segnalazione avrebbe causato un danno irreparabile, impedendo l’accesso a nuovi finanziamenti e mettendo a rischio quelli esistenti.

La banca, dal canto suo, contestava integralmente la prospettazione dei ricorrenti, affermando la correttezza del proprio operato e l’infondatezza delle accuse.

L’importanza della prova per la segnalazione Centrale Rischi

Il cuore della controversia ruotava attorno alla possibilità di ottenere una tutela cautelare in una situazione di incertezza. I ricorrenti chiedevano al giudice di ‘congelare’ le iniziative della banca in attesa di un giudizio di merito che accertasse l’esatto ammontare del debito. Per farlo, però, avrebbero dovuto dimostrare la sussistenza di due requisiti fondamentali: il fumus boni juris e il periculum in mora.

La decisione del Tribunale: perché il ricorso è stato respinto

Il Giudice del Tribunale di Brescia ha rigettato il ricorso, ritenendo insussistenti entrambi i requisiti necessari per la concessione della misura cautelare. La decisione si fonda su un’analisi puntuale delle argomentazioni dei ricorrenti, smontandole una per una.

Analisi sulla legittimità della potenziale segnalazione Centrale Rischi

Il Tribunale ha considerato infondate le contestazioni sul merito del credito (fumus boni juris). In particolare, ha osservato che:
Ammortamento alla francese e anatocismo: La contestazione sull’anatocismo derivante dal piano di ammortamento alla francese è stata respinta sulla base di un consolidato orientamento della Corte di Cassazione (SS.UU. n. 15130/2024), secondo cui tale modalità di rimborso non è di per sé causa di nullità del contratto.
Garanzia fideiussoria: L’argomento sulla decadenza della garanzia è stato ritenuto inefficace, poiché i contratti contenevano una clausola di deroga all’art. 1957 c.c., pienamente valida secondo la giurisprudenza.
Stato di difficoltà economica: Il giudice ha qualificato il mancato rispetto di un piano di rientro e altre difficoltà finanziarie documentate come un ‘sintomo inequivoco di una situazione equiparabile all’insolvenza’, tale da rendere pienamente legittima un’eventuale segnalazione.

Le motivazioni

Il Tribunale ha ritenuto che le allegazioni dei ricorrenti fossero generiche e non supportate da prove concrete. Per quanto riguarda il fumus boni juris, le contestazioni sul calcolo degli interessi e sulla validità delle garanzie sono state giudicate infondate alla luce della documentazione prodotta dalla banca e della giurisprudenza consolidata.

Ancora più debole è risultata la prova del periculum in mora. Il giudice ha sottolineato che il danno paventato era puramente ‘ipotetico e non attuale’. I ricorrenti non avevano fornito alcun elemento concreto per dimostrare che la segnalazione avrebbe effettivamente impedito l’accesso a finanziamenti o causato la revoca di quelli in essere. Una semplice affermazione di rischio non è sufficiente; è necessario provare che tale rischio è concreto, imminente e irreparabile.

Le conclusioni

Questa ordinanza offre un importante monito per chi intende opporsi a una segnalazione Centrale Rischi. Non è sufficiente contestare genericamente l’ammontare del debito per ottenere una tutela d’urgenza. È indispensabile fornire al giudice elementi di prova solidi che dimostrino, con un alto grado di probabilità, sia la fondatezza delle proprie ragioni sul merito del credito, sia l’esistenza di un pregiudizio concreto e imminente che solo un provvedimento cautelare può scongiurare. In assenza di una prova rigorosa su entrambi i fronti, la richiesta di inibitoria è destinata al rigetto, con conseguente condanna al pagamento delle spese legali.

È possibile bloccare una segnalazione alla Centrale Rischi solo contestando l’importo del debito?
No. Secondo l’ordinanza, la semplice contestazione del ‘quantum debeatur’ (l’importo dovuto) non è sufficiente se non è supportata da prove solide che dimostrino la probabile fondatezza della contestazione (fumus boni juris). Le eccezioni sollevate devono essere specifiche e non generiche.

Per ottenere un’inibitoria contro la segnalazione, è necessario dimostrare un danno già avvenuto?
No, non è necessario dimostrare un danno già avvenuto, ma è indispensabile provare il ‘periculum in mora’, cioè il rischio di un danno imminente e irreparabile. Il tribunale ha chiarito che un danno meramente ipotetico e potenziale, non supportato da prove concrete (come dinieghi di finanziamento o richieste di rientro da parte di altre banche), non è sufficiente.

Un piano di ammortamento ‘alla francese’ è considerato illegittimo per anatocismo?
No. Il giudice, richiamando una sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione (SS.UU. n. 15130/2024), ha confermato che la struttura del piano di ammortamento alla francese non è di per sé causa di nullità del contratto di mutuo per indeterminatezza o per violazione delle norme sull’anatocismo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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