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Segnalazione Centrale Rischi: onere della prova

Un cittadino presenta un ricorso d’urgenza sostenendo un’illegittima segnalazione alla Centrale Rischi dopo un diniego di finanziamento. Il Tribunale di Napoli rigetta la domanda, poiché il ricorrente non ha fornito alcuna prova della segnalazione negativa. La decisione sottolinea che senza la prova del *fumus boni iuris* (la parvenza del buon diritto), il ricorso cautelare non può essere accolto.

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Pubblicato il 17 gennaio 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Segnalazione Centrale Rischi: Quando la Prova Diventa Decisiva

Una recente ordinanza del Tribunale di Napoli mette in luce un principio fondamentale nei procedimenti d’urgenza legati alla presunta illegittima segnalazione Centrale Rischi: l’importanza cruciale dell’onere della prova. Il caso analizzato riguarda un cittadino che, sentendosi ingiustamente danneggiato da una presunta iscrizione negativa, ha agito in via cautelare senza però riuscire a dimostrare l’esistenza stessa della segnalazione. Vediamo come si sono svolti i fatti e quali sono state le conclusioni del giudice.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Finanziamento Negata

Tutto ha inizio quando un cittadino, titolare di un mutuo fondiario stipulato nel 2014, si vede negare una richiesta di finanziamento. Convinto che il diniego fosse dovuto a una segnalazione negativa presso i sistemi di informazione creditizia, scopre che il suo credito originario era stato oggetto di cartolarizzazione e ceduto a una nuova società. A seguito del rifiuto, il cittadino deduce che la società di gestione del credito avesse effettuato una segnalazione pregiudizievole senza fornirgli la preventiva comunicazione obbligatoria, ledendo così il suo diritto di accesso al credito.

La Posizione del Ricorrente: Presunta Segnalazione Illegittima

Il ricorrente si è rivolto al Tribunale con un ricorso d’urgenza (ex art. 700 c.p.c.), chiedendo di accertare l’illegittimità dell’iscrizione alla centrale dei rischi per violazione delle norme sul preavviso e dei presupposti di fatto dello stato di ‘sofferenza’. Sosteneva di subire un pregiudizio grave e imminente (periculum in mora), consistente nell’impossibilità di ottenere credito, con conseguente danno morale e di immagine per sé e la sua famiglia. La sua richiesta includeva anche una domanda di risarcimento del danno.

La Decisione del Tribunale sulla Segnalazione Centrale Rischi

Il Tribunale di Napoli ha rigettato integralmente il ricorso. La decisione si fonda su un punto cardine: l’assoluta mancanza di prova dell’esistenza di una segnalazione a sofferenza. Per ottenere un provvedimento cautelare come quello richiesto, non è sufficiente lamentare un pregiudizio, ma è indispensabile dimostrare, almeno a livello di verosimiglianza, il fondamento del proprio diritto, il cosiddetto fumus boni iuris.

Le Motivazioni: L’Assenza di Prova del Fumus Boni Iuris

Il giudice ha attentamente esaminato la documentazione prodotta dalle parti. Contrariamente a quanto sostenuto dal ricorrente, dalle carte processuali non è emersa alcuna prova della contestata segnalazione negativa. Anzi, i documenti, inclusi un report di un noto sistema di informazioni creditizie e la stessa comunicazione di diniego del finanziamento, non facevano alcun riferimento a una segnalazione pregiudizievole.
La comunicazione di diniego, in particolare, motivava il rifiuto con la generica frase ‘non sussistono i requisiti previsti’, senza collegarlo a una specifica segnalazione negativa. Inoltre, la documentazione prodotta dalla società convenuta confermava l’assenza di rate impagate alla data di riferimento. Di fronte a questa carenza probatoria, il Tribunale ha concluso che mancasse il requisito essenziale del fumus boni iuris. Senza la ‘parvenza del buon diritto’, ogni ulteriore valutazione sul periculum in mora è stata ritenuta superflua.

Le Conclusioni: L’Importanza delle Prove nel Ricorso d’Urgenza

Questa ordinanza ribadisce un principio processuale di fondamentale importanza: chi agisce in giudizio, specialmente in via d’urgenza, ha l’onere di fornire le prove a sostegno delle proprie affermazioni. Un semplice sospetto o una deduzione personale, come il collegamento automatico tra un diniego di finanziamento e una segnalazione negativa, non sono sufficienti per ottenere tutela cautelare. La decisione insegna che, prima di avviare un’azione legale, è essenziale acquisire tutta la documentazione necessaria, come una visura aggiornata e completa presso le centrali rischi, per avere un quadro chiaro e probatoriamente solido della propria posizione creditizia. In assenza di prove concrete, il ricorso è destinato al rigetto, con conseguente condanna al pagamento delle spese legali.

È sufficiente ricevere un diniego di finanziamento per presumere una segnalazione illegittima alla Centrale Rischi?
No. Come dimostra l’ordinanza, un diniego di finanziamento può dipendere da vari fattori e non implica automaticamente l’esistenza di una segnalazione negativa. È necessario acquisire prove concrete, come una visura, che attestino tale segnalazione.

Qual è il requisito principale per ottenere un provvedimento d’urgenza in caso di presunta segnalazione illegittima?
Il requisito fondamentale è il fumus boni iuris, ovvero la ‘parvenza del buon diritto’. Il ricorrente deve fornire prove che rendano verosimile l’esistenza della segnalazione illegittima. Senza questa prova, il giudice non prenderà in considerazione la richiesta.

Cosa succede se un ricorso d’urgenza viene presentato senza prove sufficienti?
Se il ricorrente non riesce a provare i fatti posti a fondamento della sua domanda, il ricorso viene rigettato. Come nel caso di specie, la mancanza di prove porta al rigetto della domanda e alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali sostenute dalla controparte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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