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Sdemanializzazione Tacita: quando un bene è pubblico?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 15661/2024, ha chiarito i presupposti della sdemanializzazione tacita. Nel caso esaminato, alcuni privati rivendicavano l’usucapione di un terreno espropriato per la costruzione di un’autostrada ma mai utilizzato a tale scopo. La Corte ha stabilito che la mera inerzia o il non utilizzo del bene da parte della Pubblica Amministrazione non sono sufficienti a farne perdere la natura demaniale. Per la sdemanializzazione tacita occorrono atti e fatti inequivocabili che dimostrino la volontà dell’ente di sottrarre il bene alla sua funzione pubblica, annullando così la sentenza di merito che aveva accolto la domanda di usucapione.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Sdemanializzazione Tacita: Quando il Non Uso di un Bene Pubblico Permette l’Usucapione?

La questione della sdemanializzazione tacita è un tema complesso del diritto immobiliare che tocca il delicato equilibrio tra proprietà privata e interesse pubblico. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 15661/2024) ha offerto importanti chiarimenti, ribadendo un principio consolidato: la semplice inerzia della Pubblica Amministrazione non basta a trasformare un bene pubblico in un bene privato usucapibile. Analizziamo insieme questa affascinante vicenda giudiziaria.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine dalla domanda di tre sorelle che chiedevano al Tribunale di accertare l’avvenuto acquisto per usucapione di alcuni terreni, su cui il loro padre aveva costruito un’abitazione decenni prima. Questi terreni, però, erano formalmente di proprietà di una società concessionaria autostradale, che li aveva acquisiti tramite un decreto di esproprio per pubblica utilità nel lontano 1974, al fine di realizzare un’opera stradale.

Il punto cruciale della controversia era che, nonostante l’esproprio, l’area in questione non era mai stata effettivamente utilizzata per la costruzione dell’autostrada o per altre opere pertinenziali, rimanendo sempre nel possesso della famiglia.

Il Percorso Giudiziario

Il giudizio ha avuto esiti altalenanti nei diversi gradi. Il Tribunale di primo grado aveva respinto la domanda delle sorelle, riconoscendo la natura demaniale dei terreni e, di conseguenza, l’impossibilità di usucapirli. La Corte d’Appello, invece, aveva ribaltato la decisione. I giudici di secondo grado avevano ritenuto che il mancato utilizzo del bene per decenni per la finalità pubblica per cui era stato espropriato costituisse una forma di sdemanializzazione tacita. Questo, secondo la Corte d’Appello, avrebbe fatto perdere al bene la sua natura pubblica, rendendolo suscettibile di essere acquisito per usucapione dai privati che lo possedevano da tempo.

La Sdemanializzazione Tacita e la Decisione della Cassazione

La società autostradale ha impugnato la sentenza d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione, che ha accolto il ricorso, cassando la decisione e rinviando la causa a un’altra sezione della Corte d’Appello. La Suprema Corte ha bacchettato la decisione dei giudici di merito per la sua illogicità e per essersi discostata dalla giurisprudenza consolidata in materia.

Le Motivazioni

La Cassazione ha ribadito con forza un principio fondamentale: la sdemanializzazione tacita non può mai derivare dalla mera inerzia o tolleranza della Pubblica Amministrazione. Affinché un bene perda la sua natura demaniale, non basta che esso non sia più adibito all’uso pubblico, anche per un lungo periodo. È invece necessaria la presenza di atti e fatti univoci, concludenti e positivi che manifestino in modo inequivocabile la volontà della P.A. di sottrarre quel bene alla sua destinazione pubblica e di rinunciare al suo ripristino.

Nel caso specifico, la società concessionaria non aveva mai compiuto alcun atto che potesse essere interpretato come una rinuncia alla funzione pubblica del terreno. Il semplice fatto di non averlo utilizzato non era sufficiente. La Corte ha inoltre evidenziato una palese contraddizione nel ragionamento della Corte d’Appello: essa prima affermava che il bene non era mai stato destinato all’uso pubblico, per poi concludere che fosse intervenuta una ‘sdemanializzazione’, un concetto che, per definizione, può applicarsi solo a un bene che ha già acquisito natura demaniale.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento rappresenta un’importante conferma dei rigidi requisiti necessari per la sdemanializzazione tacita. I privati cittadini non possono fare affidamento sul semplice non uso di un’area da parte dell’ente pubblico per sperare di acquisirne la proprietà tramite usucapione. La volontà della Pubblica Amministrazione di dismettere un bene deve essere manifestata con comportamenti attivi e inequivocabili, che non lascino spazio a dubbi. Questa pronuncia tutela l’integrità del patrimonio pubblico, evitando che l’inerzia amministrativa possa, di fatto, tradursi in una perdita di beni destinati alla collettività.

È possibile acquisire per usucapione un terreno espropriato per pubblica utilità ma mai utilizzato?
No, secondo la Corte di Cassazione non è possibile. Un bene espropriato per pubblica utilità acquisisce natura demaniale. L’usucapione è possibile solo se interviene una sdemanializzazione, che però non può consistere nel semplice non utilizzo del bene da parte della Pubblica Amministrazione.

Cosa si intende per sdemanializzazione tacita di un bene pubblico?
La sdemanializzazione tacita è la perdita della natura pubblica di un bene che avviene non tramite un atto formale, ma attraverso atti e fatti concreti e inequivocabili da cui si desume la chiara volontà della Pubblica Amministrazione di sottrarre il bene alla sua funzione pubblica e rinunciare definitivamente al suo ripristino.

La semplice inerzia della Pubblica Amministrazione nel non utilizzare un bene è sufficiente a provocarne la sdemanializzazione tacita?
No. La giurisprudenza consolidata, ribadita in questa ordinanza, stabilisce che la sola inerzia o la mera tolleranza verso l’occupazione di terzi non sono sufficienti a integrare i requisiti della sdemanializzazione tacita. Sono necessari comportamenti positivi e concludenti dell’ente proprietario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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