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Scorrimento graduatorie: stop da nuove leggi?

Una dipendente pubblica si era vista riconoscere in primo e secondo grado il diritto alla promozione tramite scorrimento di una graduatoria di un concorso interno del 2007. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, accogliendo il ricorso del Ministero. La Corte ha stabilito che lo scorrimento delle graduatorie è precluso se una nuova legge (‘ius superveniens’), come il d.lgs. 150/2009, modifica le regole di accesso, vietando le progressioni basate su concorsi interamente riservati. La normativa applicabile è quella vigente al momento della decisione di scorrimento, non quella del bando.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Scorrimento Graduatorie: quando una nuova legge può bloccare una promozione

L’istituto dello scorrimento graduatorie rappresenta da sempre una speranza per molti dipendenti pubblici idonei in un concorso, ma non vincitori. Tuttavia, cosa succede se, mentre si attende la chiamata, interviene una nuova legge che cambia le regole del gioco? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 15321 del 31 maggio 2024, ha fornito una risposta netta, stabilendo che le nuove normative possono di fatto precludere promozioni basate su vecchie procedure concorsuali.

I Fatti del Caso

Una dipendente del Ministero dei beni e delle attività culturali, inquadrata nella seconda area professionale, aveva partecipato a un concorso interno nel 2007 per la progressione all’area superiore. Pur risultando idonea, non si era classificata in posizione utile per la nomina immediata. Anni dopo, a seguito della disponibilità di nuovi posti, la dipendente aveva chiesto la promozione tramite lo scorrimento della graduatoria di quel concorso.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello di Genova le avevano dato ragione, riconoscendo il suo diritto all’inquadramento superiore. Secondo i giudici di merito, il diritto era sorto con la decisione del Ministero di coprire i posti vacanti e la nuova normativa restrittiva, introdotta con il d.lgs. n. 150 del 2009, non poteva applicarsi a una procedura bandita in epoca antecedente. Il Ministero, tuttavia, ha impugnato la decisione dinanzi alla Corte di Cassazione.

La questione giuridica e lo scorrimento graduatorie

Il nodo centrale della controversia era duplice. In primo luogo, bisognava stabilire se l’idoneo in una graduatoria vanti un vero e proprio diritto soggettivo allo scorrimento. In secondo luogo, e in modo ancora più decisivo, si doveva determinare quale legge applicare: quella in vigore al momento del bando di concorso (2007) o quella vigente quando l’amministrazione decide di procedere allo scorrimento (dopo il 2010)?

Il Ministero sosteneva che lo ius superveniens, ovvero la riforma del 2009, avesse di fatto bloccato la possibilità di utilizzare graduatorie di concorsi interamente riservati al personale interno, imponendo procedure pubbliche con, al massimo, una riserva di posti.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Ministero, ribaltando l’esito dei precedenti gradi di giudizio. La motivazione della Corte si fonda su principi consolidati ma applicati con rigore al caso specifico.

Innanzitutto, i giudici hanno ribadito che lo scorrimento delle graduatorie non costituisce un diritto soggettivo per i candidati idonei. Si tratta, invece, di una scelta discrezionale della Pubblica Amministrazione, che decide se e come coprire i posti disponibili. Può scegliere di bandire un nuovo concorso o, appunto, di attingere a una graduatoria esistente.

Il punto cruciale della decisione, però, riguarda il principio tempus regit actum (il tempo regola l’atto). La Corte ha chiarito che la decisione di procedere allo scorrimento è un nuovo e autonomo provvedimento amministrativo. Come tale, deve rispettare le norme in vigore nel momento in cui viene adottato, non quelle dell’epoca in cui fu bandito il concorso originario.

Nel caso specifico, la richiesta di scorrimento è avvenuta quando era già in vigore il D.Lgs. n. 150 del 2009. Tale decreto, a partire dal 1° gennaio 2010, ha stabilito che le progressioni verticali debbano avvenire tramite concorso pubblico, con una riserva massima del 50% per il personale interno. Questa disposizione, intesa a garantire il principio di accesso dall’esterno al pubblico impiego sancito dall’art. 97 della Costituzione, esclude di fatto la legittimità di procedure di assunzione basate su graduatorie di concorsi interamente riservati, come quello del 2007.

Di conseguenza, lo ius superveniens ha reso illegittimo il ricorso a quella specifica graduatoria, annullando la pretesa della dipendente.

Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante monito per tutti i dipendenti pubblici inseriti in vecchie graduatorie di concorsi interni. Il diritto alla promozione non può considerarsi ‘acquisito’ o ‘quesito’ fino a quando l’amministrazione non adotta formalmente il provvedimento di nomina. Se, nel frattempo, la legge cambia, le nuove regole prevalgono. La decisione della Cassazione rafforza il principio secondo cui l’interesse pubblico a un reclutamento trasparente e aperto all’esterno, come voluto dalle riforme più recenti, prevale sulle aspettative individuali maturate sulla base di normative precedenti. Pertanto, la possibilità di scorrimento graduatorie derivanti da procedure interamente riservate bandite prima del 2010 è da considerarsi definitivamente preclusa.

Un dipendente pubblico ha un diritto assoluto allo scorrimento delle graduatorie?
No. La Corte ha chiarito che lo scorrimento non è un diritto soggettivo del candidato idoneo, ma deriva da una scelta discrezionale della Pubblica Amministrazione di coprire i posti vacanti utilizzando una graduatoria esistente.

Quale legge si applica allo scorrimento di una graduatoria se le norme cambiano nel tempo?
Si applica la normativa in vigore al momento in cui l’amministrazione decide di procedere allo scorrimento, e non quella vigente all’epoca in cui è stato bandito il concorso. Questo principio è noto come tempus regit actum.

Dopo la riforma del 2009, è ancora possibile utilizzare lo scorrimento per graduatorie di concorsi interamente riservati al personale interno?
No. La Corte ha stabilito che il D.Lgs. n. 150 del 2009 ha introdotto un divieto di procedere a progressioni verticali tramite concorsi interamente riservati. Di conseguenza, è precluso lo scorrimento di tali graduatorie per assunzioni decise dopo il 1° gennaio 2010, data di entrata in vigore della nuova disciplina.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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