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Scorrimento graduatorie PA: no diritto senza autorizzazione

Una lavoratrice del settore pubblico, risultata idonea in un concorso interno ma non vincitrice per i posti autorizzati, ha citato in giudizio l’amministrazione per ottenere l’assunzione tramite lo scorrimento della graduatoria. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che in assenza di una specifica autorizzazione governativa per la copertura dei posti aggiuntivi e a causa di una nuova legge (ius superveniens) che ha modificato le regole di assunzione, non sorge alcun diritto soggettivo allo scorrimento graduatorie PA. Il diritto all’assunzione non era ancora maturato al momento dell’entrata in vigore della nuova normativa.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Scorrimento Graduatorie PA: La Cassazione Stabilisce i Limiti del Diritto all’Assunzione

L’istituto dello scorrimento graduatorie PA rappresenta una speranza per molti candidati che, pur avendo superato un concorso pubblico, non si sono classificati tra i vincitori. Tuttavia, quando sorge un vero e proprio diritto all’assunzione? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali, sottolineando come l’autorizzazione alla copertura dei posti e le leggi sopravvenute (ius superveniens) giochino un ruolo determinante. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Una Lunga Attesa per l’Inquadramento

La vicenda ha origine nel 2007, quando un’amministrazione ministeriale indice un concorso interno per il passaggio di carriera a un profilo superiore. Il bando prevedeva 920 posti, ma specificava che solo 460 erano stati inizialmente autorizzati. L’assunzione per i restanti posti era esplicitamente subordinata a una futura autorizzazione da parte degli organi di controllo della spesa pubblica.

Una dipendente partecipa e si classifica come idonea, ma in una posizione successiva non solo ai 460 posti autorizzati, ma anche ai 920 totali previsti. Nel frattempo, tra la pubblicazione del bando e quella delle graduatorie, entra in vigore una nuova normativa (il d.lgs. n. 150/2009) che limita al 50% la riserva di posti per il personale interno nei concorsi pubblici.

Di fronte alla mancata assunzione, la lavoratrice si rivolge al giudice, sostenendo di avere diritto all’inquadramento nella qualifica superiore attraverso lo scorrimento della graduatoria. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello respingono la sua domanda, portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

L’Ordinanza della Cassazione e lo scorrimento graduatorie PA

La Suprema Corte ha confermato le decisioni dei giudici di merito, rigettando il ricorso della lavoratrice. La decisione si fonda su un’analisi rigorosa dei presupposti necessari per la nascita del diritto all’assunzione nel pubblico impiego, specialmente in relazione allo scorrimento graduatorie PA.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha articolato il proprio ragionamento su alcuni pilastri fondamentali del diritto amministrativo e del lavoro pubblico.

L’Assenza di un “Diritto Quesito” e la Necessità dell’Autorizzazione

Il punto centrale della decisione è l’assenza di un “diritto quesito” in capo alla ricorrente. Il bando di concorso era chiaro: l’assunzione per i posti oltre il 460° era una mera eventualità, condizionata al rilascio di una specifica autorizzazione. Poiché tale autorizzazione non è mai intervenuta, la condizione sospensiva non si è mai avverata. Di conseguenza, la lavoratrice non aveva maturato un diritto soggettivo all’assunzione che potesse essere tutelato.

L’Impatto dello “Ius Superveniens” sulla Procedura

La Corte ha dato grande peso alla nuova legge intervenuta nel 2009. Poiché al momento della sua entrata in vigore la graduatoria non era ancora stata approvata e, soprattutto, il diritto della candidata non era ancora sorto, la nuova normativa era pienamente applicabile. Questa legge, limitando le progressioni interne, ha di fatto bloccato la possibilità per l’amministrazione di procedere con ulteriori assunzioni basate sulle vecchie regole della procedura selettiva, anche se fosse intervenuta una tardiva autorizzazione.

Lo Scorrimento per Turn-Over: Non un Obbligo Automatico

La ricorrente invocava anche il diritto allo scorrimento per coprire posti resisi vacanti per pensionamenti o dimissioni (turn-over). La Corte ha ribadito un principio consolidato: lo scorrimento non è un obbligo per la PA. È una facoltà che presuppone una decisione discrezionale dell’amministrazione di voler coprire un posto vacante attingendo a una graduatoria esistente anziché indire un nuovo concorso. Nel caso di specie, mancava sia tale decisione, sia la prova che si fossero verificate le condizioni previste dagli accordi sindacali per attivare questo meccanismo.

L’Onere della Prova a Carico del Lavoratore

Infine, la Cassazione ha sottolineato che spetta al candidato che agisce in giudizio dimostrare l’esistenza di tutti gli elementi costitutivi del suo diritto. La lavoratrice avrebbe dovuto provare non solo la vacanza dei posti, ma anche e soprattutto l’esistenza di una decisione dell’amministrazione di procedere alla loro copertura tramite scorrimento, prova che non è stata fornita.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza offre importanti spunti di riflessione per chiunque partecipi a concorsi pubblici. In primo luogo, conferma che la posizione di “idoneo” in una graduatoria non equivale a un diritto automatico all’assunzione, specialmente tramite lo scorrimento graduatorie PA. In secondo luogo, evidenzia la cruciale importanza delle autorizzazioni preventive alla spesa, che agiscono come condizione necessaria per la trasformazione di una mera aspettativa in un diritto soggettivo. Infine, ribadisce la prevalenza dello ius superveniens: una nuova legge può legittimamente modificare le regole del gioco per le situazioni giuridiche non ancora consolidate, senza che si possa parlare di lesione di diritti acquisiti.

Un candidato idoneo in una graduatoria ha sempre diritto all’assunzione tramite scorrimento?
No. Secondo l’ordinanza, lo scorrimento della graduatoria non è un diritto automatico né un obbligo per l’amministrazione. È una facoltà che richiede una specifica e discrezionale decisione da parte dell’ente di coprire posti vacanti utilizzando una graduatoria esistente. Il candidato deve provare che tale decisione sia stata presa.

Cosa succede se una nuova legge cambia le regole sui concorsi dopo la pubblicazione del bando?
Se il diritto all’assunzione del candidato non è ancora sorto in modo definitivo (ad esempio, perché la graduatoria non è stata approvata o perché la sua posizione è subordinata a un’autorizzazione non ancora concessa), la nuova legge (ius superveniens) si applica e può legittimamente impedire l’assunzione secondo le vecchie regole.

L’indicazione di un numero di posti nel bando è sufficiente a creare un diritto all’assunzione per tutti?
No. Se il bando stesso specifica che una parte dei posti è soggetta a una futura autorizzazione, il diritto all’assunzione per quei posti sorge solo se e quando tale autorizzazione viene concessa. In assenza di essa, i candidati idonei per quei posti vantano solo una mera aspettativa e non un diritto soggettivo tutelabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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