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Scorrimento graduatorie: no al diritto soggettivo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 14917/2024, ha stabilito che lo scorrimento delle graduatorie nel pubblico impiego non costituisce un diritto soggettivo per i candidati idonei. Il caso riguardava due dipendenti pubblici risultati idonei in una procedura di progressione verticale, i quali chiedevano l’assunzione tramite scorrimento. La Corte ha accolto il ricorso dell’Amministrazione, affermando che la sopravvenuta normativa (D.Lgs. 150/2009), che impone il concorso pubblico per tali progressioni, prevale e impedisce l’utilizzo di graduatorie derivanti da procedure interamente interne, anche se bandite in precedenza.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Scorrimento Graduatorie: la Cassazione nega il diritto all’assunzione

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale per il pubblico impiego: lo scorrimento graduatorie. La decisione chiarisce che l’essere idonei in una graduatoria non conferisce un diritto automatico all’assunzione, specialmente quando interviene una nuova normativa che modifica le regole di reclutamento. Analizziamo insieme la vicenda e le importanti conclusioni della Suprema Corte.

Il caso: la progressione di carriera bloccata

La controversia nasce dall’azione legale di due dipendenti di un Ministero che avevano partecipato a una procedura selettiva interna per la cosiddetta “progressione verticale”, ovvero il passaggio a un’area funzionale superiore. I due dipendenti erano risultati idonei, ma si erano collocati in graduatoria oltre il numero dei posti inizialmente autorizzati per l’assunzione.

Successivamente, confidando nella prassi dello scorrimento graduatorie per coprire ulteriori posti resisi disponibili, i lavoratori avevano citato in giudizio l’Amministrazione per ottenere l’inquadramento nella qualifica superiore. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano dato loro ragione, sostenendo che la decisione di coprire i posti era stata presa prima di una fondamentale riforma del pubblico impiego e che, pertanto, i lavoratori avessero maturato un vero e proprio diritto all’assunzione.

L’impatto dello ius superveniens sullo scorrimento graduatorie

Il punto di svolta del caso è rappresentato dall’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 150/2009, la cosiddetta “Riforma Brunetta”. Tale normativa, applicabile dal 1° gennaio 2010, ha modificato profondamente le regole per le progressioni di carriera, stabilendo che queste debbano avvenire tramite concorso pubblico, con una riserva massima del 50% dei posti per il personale interno. La procedura a cui avevano partecipato i ricorrenti, invece, era interamente riservata al personale interno.

Il Ministero ha quindi impugnato la decisione della Corte d’Appello dinanzi alla Cassazione, sostenendo che la nuova legge impedisse di procedere allo scorrimento graduatorie nate da procedure non più conformi al nuovo quadro normativo.

La decisione della Corte: scorrimento graduatorie come scelta discrezionale

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Ministero, ribaltando l’esito dei precedenti gradi di giudizio. I giudici hanno riaffermato un principio consolidato: la scelta di un’amministrazione di utilizzare una graduatoria di idonei “per scorrimento” non è un atto dovuto, ma l’esercizio di un potere discrezionale. Non esiste, quindi, un “diritto soggettivo” all’assunzione per il candidato idoneo.

La prevalenza del concorso pubblico

La Corte ha sottolineato che, nel momento in cui l’amministrazione decide di coprire nuovi posti, deve farlo nel rispetto delle leggi vigenti. In questo caso, la decisione di procedere a nuove assunzioni tramite scorrimento graduatorie sarebbe avvenuta dopo il 1° gennaio 2010, data in cui era già in vigore il D.Lgs. 150/2009. Questa legge, privilegiando il principio del concorso pubblico per garantire l’accesso dall’esterno e l’imparzialità (art. 97 Cost.), ha di fatto reso illegittimo l’utilizzo di graduatorie derivanti da selezioni interamente riservate al personale interno, come quella del caso in esame.

Le motivazioni in diritto

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione sulla base di tre pilastri fondamentali. In primo luogo, la posizione giuridica dei candidati idonei non era un “diritto quesito” (cioè un diritto già entrato nel patrimonio del soggetto) prima dell’entrata in vigore della nuova legge, poiché mancavano ancora l’autorizzazione all’assunzione e l’approvazione definitiva della graduatoria. In secondo luogo, lo ius superveniens (la nuova legge) si applica a tutte le decisioni prese dopo la sua entrata in vigore; pertanto, la scelta di procedere allo scorrimento doveva conformarsi alle nuove regole. Infine, il D.Lgs. 150/2009 non prevedeva un regime transitorio per “salvare” le vecchie graduatorie interne, segnando un chiaro cambio di rotta verso il principio del concorso pubblico.

Conclusioni: cosa cambia per i dipendenti pubblici?

Questa ordinanza conferma un orientamento rigoroso: le aspettative dei dipendenti pubblici idonei in graduatorie interne devono cedere il passo ai principi di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione, come declinati dalla normativa sopravvenuta. La decisione sottolinea che le procedure di reclutamento e progressione di carriera devono sempre essere conformi alla legge vigente al momento in cui l’amministrazione decide di agire. Di conseguenza, i candidati idonei in graduatorie derivanti da procedure non più contemplate dalla legge non possono vantare alcuna pretesa giuridicamente tutelabile all’assunzione tramite scorrimento.

L’essere idoneo in una graduatoria dà diritto all’assunzione tramite scorrimento?
No. La Corte di Cassazione ha ribadito che la scelta di utilizzare lo scorrimento delle graduatorie è un potere discrezionale della Pubblica Amministrazione e non costituisce un diritto soggettivo per i candidati idonei.

Una nuova legge può bloccare lo scorrimento di una graduatoria approvata prima della sua entrata in vigore?
Sì. Se la decisione di procedere allo scorrimento viene presa dopo l’entrata in vigore della nuova legge (ius superveniens), l’amministrazione deve rispettare la normativa vigente in quel momento, anche se ciò impedisce l’utilizzo della vecchia graduatoria.

Perché il D.Lgs. 150/2009 ha impedito lo scorrimento in questo caso specifico?
Perché il D.Lgs. 150/2009, in vigore dal 1° gennaio 2010, ha stabilito che le progressioni verticali devono avvenire tramite concorso pubblico, con una riserva massima del 50% per il personale interno. La graduatoria in questione, invece, derivava da una procedura selettiva interamente riservata, rendendola incompatibile con la nuova disciplina.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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