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Scorrimento graduatorie: nessun diritto all’assunzione

Una candidata idonea in una graduatoria pubblica ha citato in giudizio l’Amministrazione per non essere stata assunta, dato che i posti erano stati coperti con mobilità e incarichi ad interim. La Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che lo scorrimento delle graduatorie è una scelta discrezionale della P.A. e non un diritto soggettivo del candidato. La legge, inoltre, privilegia la mobilità rispetto allo scorrimento, e l’eventuale illegittimità di altre nomine non genera un automatico diritto all’assunzione.

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Scorrimento Graduatorie Pubbliche: Quando è un Diritto? La Cassazione Chiarisce

Essere inseriti in una graduatoria di un concorso pubblico come ‘idoneo non vincitore’ alimenta speranze e aspettative. Ma cosa succede se l’Amministrazione, invece di procedere allo scorrimento graduatorie, decide di coprire i posti vacanti in altri modi? Si ha un diritto all’assunzione? Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce su questo tema complesso, delineando i confini tra la discrezionalità della Pubblica Amministrazione e le legittime aspirazioni dei candidati.

I Fatti del Caso: La Lunga Attesa di un’Idonea al Concorso

Una candidata, risultata idonea e posizionatasi al 103° posto in un concorso per dirigenti di seconda fascia presso un Ministero, non veniva assunta. Negli anni successivi, l’Amministrazione procedeva a coprire diverse posizioni dirigenziali vacanti non tramite lo scorrimento della graduatoria, ma utilizzando strumenti alternativi come la mobilità da altre amministrazioni pubbliche, la mobilità di segretari comunali e l’attribuzione di incarichi ad interim.
Ritenendo leso il proprio diritto all’assunzione, la candidata si rivolgeva prima al TAR e poi, a seguito di declaratoria di difetto di giurisdizione, al Tribunale ordinario. Chiedeva di accertare l’illegittimità delle nomine effettuate a favore di personale esterno al concorso e, di conseguenza, di dichiarare il proprio diritto a essere assunta per effetto dello scorrimento. In subordine, richiedeva il risarcimento del danno.

La Decisione della Corte: lo scorrimento graduatorie è una scelta, non un obbligo

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno respinto le domande della ricorrente. I giudici di merito hanno stabilito che la scelta della Pubblica Amministrazione di non procedere allo scorrimento delle graduatorie rientra nella sua piena discrezionalità, a meno che non esistano specifici obblighi derivanti da leggi, contrattazione collettiva o dal bando di concorso stesso. La Corte di Cassazione, con la sentenza in esame, ha confermato questa linea, rigettando il ricorso e condannando la candidata al pagamento delle spese legali. La Suprema Corte ha ribadito principi consolidati, chiarendo perché l’aspettativa del candidato non si trasforma in un diritto soggettivo all’assunzione.

Le Motivazioni della Sentenza

La decisione della Cassazione si fonda su diversi pilastri argomentativi che meritano un’analisi approfondita.

Discrezionalità della P.A. e Assenza di un Diritto Soggettivo

Il punto centrale della sentenza è la riaffermazione che l’inserimento in una graduatoria di idonei non conferisce al candidato un diritto soggettivo all’assunzione. La decisione di utilizzare lo scorrimento graduatorie per coprire posti vacanti è espressione del potere discrezionale dell’Amministrazione. Quest’ultima deve valutare l’opportunità e le modalità di copertura dei posti in base alle proprie esigenze organizzative e finanziarie. L’obbligo di scorrimento sorge solo se previsto da una fonte normativa specifica, dal contratto collettivo o dal bando di concorso, condizioni assenti nel caso di specie.

La Priorità della Mobilità sullo Scorrimento Graduatorie

La Corte ha inoltre sottolineato che la normativa vigente (in particolare l’art. 30 del D.Lgs. 165/2001) impone alla Pubblica Amministrazione di dare priorità alla mobilità del personale tra amministrazioni diverse rispetto all’assunzione di nuovi dipendenti tramite concorso o scorrimento. Questa preferenza risponde a finalità di ottimizzazione delle risorse umane già presenti nel settore pubblico, di risparmio di spesa e di assorbimento di eventuale personale in esubero. Pertanto, la scelta del Ministero di ricorrere alla mobilità non solo era legittima, ma in un certo senso doverosa.

L’Illegittimità di Altre Nomine Non Crea il Diritto all’Assunzione

Un passaggio cruciale della sentenza chiarisce che, anche qualora le nomine effettuate tramite mobilità o altri canali fossero state dichiarate illegittime, ciò non avrebbe comportato un automatico diritto all’assunzione per la candidata in graduatoria. In un’ipotesi del genere, l’Amministrazione avrebbe il dovere di ri-esercitare il proprio potere discrezionale. Potrebbe decidere di non coprire affatto il posto, bandire un nuovo concorso o, ancora una volta, ricorrere alla mobilità. Non esiste un nesso di causalità diretto tra l’illegittimità di un atto di nomina e la nascita di un diritto in capo all’idoneo.

La Prova Mancante nella Domanda di Risarcimento

Infine, anche la richiesta di risarcimento del danno è stata respinta per carenza di prova. La Corte ha spiegato che, per ottenere un risarcimento, la ricorrente avrebbe dovuto dimostrare non solo l’illegittimità del comportamento dell’Amministrazione, ma anche il nesso causale. In altre parole, avrebbe dovuto provare che, in assenza di tale comportamento, avrebbe avuto una probabilità concreta e non meramente ipotetica di essere assunta. Data la sua posizione in graduatoria (103° posto, a fronte di assunzioni arrivate fino al 75°), la Corte ha ritenuto tale prova del tutto aleatoria e non fornita.

Conclusioni: Cosa Significa Questa Sentenza per i Candidati?

Questa pronuncia della Cassazione consolida un orientamento giuridico chiaro: l’attesa di chi è idoneo in una graduatoria è una legittima aspettativa, ma non un diritto acquisito. La Pubblica Amministrazione conserva un’ampia discrezionalità nel decidere come e quando coprire i propri fabbisogni di personale, dovendo privilegiare strumenti come la mobilità. Per i candidati, ciò significa che la speranza dello scorrimento deve essere bilanciata con la consapevolezza che la P.A. ha a disposizione diverse opzioni, tutte legittime, per la gestione delle proprie risorse umane.

Un candidato idoneo in una graduatoria ha un diritto automatico all’assunzione se si liberano dei posti?
No. Secondo la sentenza, l’essere idoneo in una graduatoria non costituisce un diritto soggettivo all’assunzione. La decisione di procedere allo scorrimento della graduatoria è una scelta discrezionale della Pubblica Amministrazione, salvo che non sia diversamente previsto dalla legge, dalla contrattazione collettiva o dal bando di concorso.

La Pubblica Amministrazione è obbligata a usare lo scorrimento delle graduatorie prima di altre forme di copertura dei posti come la mobilità?
No, anzi, è il contrario. La sentenza conferma che la normativa (in particolare l’art. 30 del D.Lgs. 165/2001) impone alla P.A. di dare priorità alla procedura di mobilità di personale già dipendente pubblico rispetto allo scorrimento delle graduatorie concorsuali.

Se le nomine effettuate tramite mobilità o altri canali fossero illegittime, il candidato in graduatoria avrebbe diritto al posto o a un risarcimento?
Non automaticamente. La Corte ha stabilito che l’eventuale illegittimità di nomine alternative non genera un diritto all’assunzione per il candidato in graduatoria. L’Amministrazione dovrebbe riesercitare il suo potere discrezionale e potrebbe scegliere di non coprire il posto o di coprirlo con altre modalità. Per ottenere un risarcimento, il candidato dovrebbe provare in modo concreto che, senza l’atto illegittimo, avrebbe avuto elevate probabilità di essere assunto, cosa che nel caso di specie è stata esclusa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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