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Scorrimento graduatorie: nessun diritto all’assunzione

La Corte di Cassazione ha stabilito che un candidato risultato idoneo in un concorso pubblico non vanta un diritto soggettivo automatico all’assunzione tramite lo scorrimento graduatorie. La Pubblica Amministrazione conserva un potere discrezionale nella scelta delle modalità di copertura dei posti vacanti, privilegiando spesso la mobilità. Anche l’eventuale illegittimità di nomine alternative non genera automaticamente il diritto al posto per l’idoneo, né un automatico diritto al risarcimento del danno, che richiede una prova rigorosa del nesso causale.

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Scorrimento Graduatorie: la Cassazione Nega l’Automatismo dell’Assunzione

L’attesa di un’assunzione dopo aver superato un concorso pubblico può essere lunga e frustrante, specialmente per i candidati risultati idonei ma non vincitori. La speranza, spesso, risiede nello scorrimento graduatorie, un meccanismo che consente alla Pubblica Amministrazione di attingere a elenchi di idonei già esistenti per coprire nuovi posti. Tuttavia, una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: lo scorrimento non è un diritto soggettivo del candidato, ma una scelta discrezionale dell’amministrazione, che deve bilanciare diverse esigenze.

I Fatti del Caso: La Lunga Attesa di un Idoneo

Una candidata, risultata idonea in un concorso per dirigenti presso un Ministero, si era posizionata all’81° posto in graduatoria. Dopo l’assunzione dei vincitori e un primo scorrimento che aveva coperto posizioni fino al 64° posto, la candidata ha visto l’Amministrazione utilizzare altre modalità per coprire ulteriori posti dirigenziali vacanti, come la mobilità da altre amministrazioni e l’affidamento di incarichi ad interim. Ritenendo tali nomine illegittime e lesive del suo diritto all’assunzione per scorrimento, ha agito in giudizio chiedendo di essere assunta o, in subordine, di ottenere un risarcimento del danno. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno respinto le sue richieste, portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione e lo scorrimento graduatorie

La Suprema Corte, con una decisione netta, ha rigettato il ricorso, confermando le sentenze dei gradi precedenti. L’analisi della Corte si è concentrata su tre punti cardine che definiscono i contorni del rapporto tra le aspettative degli idonei e i poteri della Pubblica Amministrazione.

L’Inesistenza di un Diritto Soggettivo allo Scorrimento

Il punto centrale della sentenza è la negazione di un diritto automatico allo scorrimento graduatorie. La Corte ha chiarito che la scelta di utilizzare una graduatoria esistente non è un obbligo per la P.A., a meno che non sia espressamente previsto da norme specifiche, dal bando di concorso o dalla contrattazione collettiva. In assenza di tali vincoli, l’amministrazione gode di un’ampia discrezionalità nel decidere come coprire un posto vacante. Può optare per lo scorrimento, bandire un nuovo concorso o, come nel caso di specie, ricorrere ad altre forme di reclutamento.

La Prevalenza della Mobilità e la Discrezionalità della P.A.

La Corte ha inoltre sottolineato che la legge spesso impone alla P.A. di dare priorità alla mobilità del personale tra amministrazioni diverse. Questa preferenza risponde a finalità di razionalizzazione della spesa pubblica e di valorizzazione del personale già in servizio. Pertanto, la scelta del Ministero di coprire i posti tramite mobilità invece che con un ulteriore scorrimento graduatorie è stata ritenuta legittima. Anche se le nomine alternative fossero state illegittime, ha precisato la Corte, ciò non comporterebbe automaticamente un diritto all’assunzione per l’idoneo. L’annullamento di una nomina illegittima restituirebbe semplicemente alla P.A. il potere di decidere nuovamente come coprire quel posto, senza alcun obbligo di procedere allo scorrimento.

La Richiesta di Risarcimento del Danno

Anche la domanda di risarcimento del danno è stata respinta. La Cassazione ha ricordato che, per ottenere un risarcimento, non basta affermare l’illegittimità dell’azione amministrativa. Il danneggiato deve fornire la prova rigorosa di tre elementi: la condotta illecita della P.A., il danno subito (ad esempio, la perdita di chance di assunzione) e, soprattutto, il nesso di causalità. Quest’ultimo punto è cruciale: il candidato deve dimostrare che, se l’amministrazione avesse agito legittimamente, ci sarebbe stata una probabilità concreta e non una mera possibilità astratta di ottenere il posto. Nel caso di specie, la ricorrente non è riuscita a fornire tale prova, limitandosi a richieste esplorative e generiche.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano sulla netta distinzione tra l’interesse legittimo del candidato a un corretto svolgimento delle procedure concorsuali e l’inesistenza di un diritto soggettivo all’assunzione. La P.A. agisce per il perseguimento dell’interesse pubblico, il che implica la facoltà di scegliere lo strumento più efficiente ed economico per dotarsi del personale necessario. Lo scorrimento è una delle opzioni disponibili, ma non l’unica né sempre la prioritaria. La preferenza accordata dal legislatore alla mobilità è espressione di questo principio di buona amministrazione e di contenimento della spesa. Di conseguenza, l’aspettativa del candidato idoneo deve cedere di fronte a una scelta discrezionale legittimamente esercitata dall’amministrazione, basata su precise disposizioni normative.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: essere idonei in una graduatoria pubblica offre una speranza, ma non una certezza di assunzione. La decisione finale spetta alla Pubblica Amministrazione, che esercita un potere discrezionale nel bilanciare l’efficienza della propria azione, gli obblighi di legge (come la priorità alla mobilità) e le legittime aspettative dei candidati. Per chi si trova in questa situazione, la via del risarcimento del danno rimane percorribile solo a fronte di una prova solida e puntuale non solo dell’illegittimità dell’operato della P.A., ma anche della concreta probabilità che un’azione corretta avrebbe portato all’assunzione.

Un candidato idoneo in una graduatoria pubblica ha un diritto automatico all’assunzione tramite scorrimento?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che non esiste un diritto soggettivo automatico all’assunzione per scorrimento. La scelta di utilizzare la graduatoria rientra nella discrezionalità della Pubblica Amministrazione, a meno che un obbligo specifico non sia previsto dalla legge, dal bando di concorso o dalla contrattazione collettiva.

Se la Pubblica Amministrazione copre posti vacanti con metodi diversi dallo scorrimento (es. mobilità) in modo illegittimo, l’idoneo acquisisce il diritto al posto?
No. Anche se le nomine alternative fossero dichiarate illegittime, ciò non creerebbe automaticamente un diritto all’assunzione per il candidato idoneo. L’annullamento della nomina restituirebbe alla P.A. il potere discrezionale di decidere nuovamente come coprire il posto, potendo anche scegliere di non coprirlo affatto o di ricorrere nuovamente a modalità diverse dallo scorrimento.

Quale strumento di reclutamento ha la priorità tra scorrimento della graduatoria e mobilità del personale?
La sentenza ribadisce che la mobilità del personale tra diverse amministrazioni pubbliche è uno strumento che gode di una prevalenza sullo scorrimento. La legge, per finalità di razionalizzazione e risparmio di spesa, spesso impone alla P.A. di ricorrere in via prioritaria alla mobilità prima di procedere a nuove assunzioni o allo scorrimento di graduatorie esistenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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