LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Scorrimento graduatorie: inammissibile senza accordo

Una candidata, idonea in una graduatoria di un ente pubblico, ha richiesto l’assunzione presso un’altra amministrazione tramite lo scorrimento graduatorie. La Corte d’Appello ha respinto la richiesta per due motivi: la mancanza di una decisione formale di assunzione da parte del secondo ente e l’assenza di un accordo tra le due amministrazioni. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile perché la candidata non ha efficacemente contestato entrambe le motivazioni autonome della sentenza di secondo grado, rendendo la decisione definitiva.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Scorrimento Graduatorie: il Diritto all’Assunzione e i Limiti Procedurali

L’istituto dello scorrimento graduatorie rappresenta una speranza per molti candidati idonei nei concorsi pubblici, offrendo una possibilità di assunzione anche presso amministrazioni diverse da quella che ha bandito la selezione. Tuttavia, il diritto all’assunzione non è automatico e, come dimostra una recente ordinanza della Corte di Cassazione, è subordinato a precisi presupposti sostanziali e a rigorose regole processuali. L’ordinanza in esame chiarisce che, per far valere le proprie ragioni in giudizio, è fondamentale impugnare correttamente tutte le motivazioni della decisione sfavorevole.

I fatti del caso: la speranza di un’assunzione

Una candidata, classificatasi seconda in una graduatoria per un posto a tempo indeterminato presso un ente pubblico (qui definito “Primo Ente”), aspirava all’assunzione presso un’altra amministrazione dello stesso comparto (il “Secondo Ente”) attraverso lo scorrimento graduatorie. La candidata chiedeva al giudice di dichiarare il suo diritto all’assunzione, oltre al risarcimento del danno per la mancata e ritardata chiamata.

La decisione della Corte d’Appello: una duplice motivazione

La Corte d’Appello, riformando la sentenza di primo grado, aveva respinto la domanda della candidata. La decisione si fondava su una duplice ratio decidendi, ovvero due ragioni autonome e indipendenti, ciascuna sufficiente a sorreggere il verdetto:
1. Mancanza di una decisione di copertura del posto: Il Secondo Ente non aveva mai adottato una determinazione formale per coprire il posto vacante con personale esterno. Anzi, la sua programmazione del fabbisogno di personale non prevedeva tale copertura, rendendo inapplicabile lo scorrimento.
2. Assenza di un’intesa formale: Non era stata fornita la prova di un accordo formale tra il Primo Ente e il Secondo Ente per l’utilizzo della graduatoria, requisito esplicitamente richiesto dalla legge (art. 1, comma 100, della L. n. 311/2004).

L’analisi della Corte di Cassazione e lo scorrimento graduatorie

La candidata ha proposto ricorso per cassazione, ma la Suprema Corte lo ha dichiarato inammissibile, applicando principi procedurali consolidati che hanno di fatto assorbito ogni altra questione.

Il principio della “ragione più liquida” e la duplice ratio decidendi

La Corte ha ribadito un orientamento giurisprudenziale cruciale: quando una decisione è basata su una pluralità di ragioni (come la duplice ratio decidendi del caso di specie), il ricorrente ha l’onere di contestare specificamente e con successo tutte le ragioni. Se anche una sola delle motivazioni rimane in piedi perché non impugnata, o perché l’impugnazione è inammissibile o infondata, il ricorso nel suo complesso deve essere respinto, poiché quella singola ragione è da sola sufficiente a sostenere la decisione impugnata.

Inammissibilità dei motivi di ricorso per lo scorrimento graduatorie

Nel caso specifico, la ricorrente aveva incentrato i suoi motivi di ricorso principalmente sulla seconda ratio della Corte d’Appello, ovvero la presunta esistenza di un’intesa tra gli enti. Tuttavia, la Cassazione ha ritenuto tali motivi inammissibili per due ragioni:
* Difetto di specificità: Il ricorso non riportava in modo adeguato gli atti processuali necessari a dimostrare le proprie tesi, violando il principio di autosufficienza.
* Tentativo di riesame del merito: I motivi si risolvevano in una richiesta di nuova interpretazione dei documenti e dei fatti, un’attività preclusa alla Corte di Cassazione, che è giudice di legittimità e non di merito.

Poiché l’impugnazione contro la seconda ratio decidendi è fallita, la prima (la mancanza di volontà del Secondo Ente di coprire il posto) è rimasta intatta e pienamente valida. Questo ha reso superfluo l’esame di ogni altro motivo, compresi quelli relativi al diritto all’assunzione, portando a una declaratoria di inammissibilità dell’intero ricorso.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte di Cassazione sono eminentemente procedurali. La decisione si fonda sull’applicazione rigorosa del principio secondo cui, di fronte a una sentenza con motivazioni multiple e autonome, il ricorrente deve smontarle tutte. La mancata o inefficace critica anche solo di una di esse rende l’intero sforzo vano. La Corte ha sottolineato come i motivi proposti dalla ricorrente non fossero conformi ai requisiti di specificità richiesti dall’art. 366 del codice di procedura civile e mirassero a un riesame delle prove documentali, non consentito in sede di legittimità. L’inammissibilità dei motivi relativi a una delle rationes decidendi ha reso inattaccabile la sentenza d’appello e, di conseguenza, ha sancito l’infondatezza della pretesa della lavoratrice.

Le conclusioni

Questa ordinanza offre un importante insegnamento sia sostanziale che processuale. Sul piano sostanziale, ribadisce che il diritto all’assunzione tramite scorrimento graduatorie non è un automatismo, ma dipende dalla chiara volontà dell’amministrazione di destinazione di coprire il posto e dalla formalizzazione di un accordo con l’ente titolare della graduatoria. Sul piano processuale, evidenzia l’importanza cruciale di un’impostazione strategica del ricorso, che deve attaccare in modo specifico e completo tutte le fondamenta logico-giuridiche della decisione che si intende impugnare. Omettere anche solo un passaggio può compromettere irrimediabilmente l’esito del giudizio.

È sufficiente essere idonei in una graduatoria pubblica per avere diritto all’assunzione in un’altra amministrazione tramite scorrimento?
No. La sentenza chiarisce che l’amministrazione che intende assumere deve aver manifestato la volontà di coprire il posto vacante e deve esserci un’intesa formale con l’ente che ha bandito il concorso. In assenza di questi presupposti, il diritto non sorge.

Cosa succede se una sentenza d’appello si basa su due diverse motivazioni e il ricorrente ne contesta solo una in modo efficace?
L’intero ricorso viene dichiarato inammissibile. Se una delle motivazioni autonome (ratio decidendi) non viene validamente contestata, essa rimane valida e, da sola, è sufficiente a sostenere la decisione, rendendo inutile l’esame delle altre censure.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile in questo caso?
È stato dichiarato inammissibile perché la decisione d’appello si fondava su due ragioni autonome (mancata volontà di assunzione e assenza di accordo tra enti). I motivi di ricorso della candidata, che contestavano la seconda ragione, sono stati ritenuti inammissibili per genericità e perché miravano a un riesame dei fatti. Di conseguenza, la prima ragione, non efficacemente contestata, è rimasta valida, sostenendo da sola l’intera decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati