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Scorrimento graduatoria: quando non è un diritto

Un dirigente biologo, già assunto a tempo determinato da una graduatoria, ha citato in giudizio l’Azienda Sanitaria per non aver continuato con lo scorrimento della graduatoria, preferendo indire un nuovo concorso. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che la pretesa del lavoratore non configura un diritto soggettivo all’assunzione, ma un interesse legittimo. La decisione della P.A. di bandire un nuovo concorso è un atto amministrativo che il giudice ordinario non può annullare, ma solo disapplicare se lede un diritto soggettivo, cosa che in questo caso non sussiste.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Scorrimento Graduatoria: Quando la P.A. Può Scegliere un Nuovo Concorso

L’istituto dello scorrimento graduatoria rappresenta una delle modalità con cui la Pubblica Amministrazione procede alle assunzioni. Tuttavia, il diritto del candidato idoneo a essere assunto non è assoluto e incondizionato. Un’ordinanza della Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, chiarisce i confini tra diritto soggettivo e interesse legittimo, delineando i poteri del giudice ordinario di fronte alla decisione della P.A. di indire un nuovo concorso pubblico. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

Un dirigente biologo, classificatosi al 41° posto in una graduatoria per incarichi a tempo determinato presso un’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP), veniva assunto con un contratto annuale. Una volta esaurita la graduatoria con la chiamata dell’ultimo partecipante, l’ASP procedeva a un ulteriore scorrimento parziale per nuove esigenze, fino alla 34ª posizione. Successivamente, anziché completare lo scorrimento, l’amministrazione decideva di indire un nuovo avviso pubblico, formando una nuova graduatoria e assumendo da quest’ultima.

Il biologo, ritenendo di avere diritto a un nuovo incarico tramite lo scorrimento della graduatoria originaria, adiva le vie legali. La sua domanda veniva rigettata sia in primo grado che in appello. I giudici di merito sostenevano che la graduatoria originaria avesse perso efficacia e che le norme sulla proroga delle graduatorie si applicassero solo alle assunzioni a tempo indeterminato. Il lavoratore proponeva quindi ricorso per cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso del biologo, pur correggendo in parte la motivazione della Corte d’Appello. La decisione si fonda sulla distinzione cruciale tra diritto soggettivo e interesse legittimo e sui limiti del potere del giudice ordinario nei confronti degli atti della Pubblica Amministrazione.

Le Motivazioni: la natura della pretesa allo scorrimento graduatoria

Il cuore della motivazione della Cassazione risiede nella qualificazione della situazione giuridica del ricorrente. Il diritto all’assunzione tramite scorrimento graduatoria non sorge automaticamente per il solo fatto di essere inseriti in una graduatoria valida. Si tratta, secondo la Corte, di una fattispecie complessa che richiede due elementi:

1. Efficacia perdurante della graduatoria.
2. La decisione dell’amministrazione di avvalersene per coprire posti vacanti.

Nel momento in cui l’ASP ha deciso di non proseguire con lo scorrimento e di bandire un nuovo concorso, ha esercitato un potere autoritativo e discrezionale. La pretesa del biologo, quindi, non era un diritto soggettivo all’assunzione (che sarebbe sorto solo dopo la scelta dell’amministrazione di attingere a quella graduatoria), ma un interesse legittimo al corretto esercizio del potere amministrativo. Il ricorrente, infatti, contestava la legittimità della scelta di indire una nuova selezione.

I Limiti del Giudice Ordinario

La Corte chiarisce un punto fondamentale di procedura civile. Sebbene nel caso specifico la giurisdizione del giudice ordinario fosse stata stabilita da un giudicato implicito formatosi nei gradi di merito, ciò non ne amplia i poteri. Il giudice ordinario non può annullare un atto amministrativo, come il bando di un nuovo concorso. Questo potere spetta esclusivamente al giudice amministrativo (TAR e Consiglio di Stato).

L’unico strumento a disposizione del giudice ordinario è la disapplicazione dell’atto amministrativo illegittimo, ma solo quando questo incide su un diritto soggettivo. Poiché nel caso in esame la posizione del ricorrente è stata qualificata come interesse legittimo, e il diritto all’assunzione sarebbe potuto nascere solo dalla rimozione dell’atto che ha bandito il nuovo concorso, il giudice ordinario non aveva strumenti per concedere la tutela richiesta. Di conseguenza, la domanda è stata correttamente rigettata.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza in esame offre importanti spunti di riflessione per chi partecipa a concorsi pubblici. Ecco le principali implicazioni:

* Lo scorrimento non è un obbligo: L’inserimento in una graduatoria di idonei non crea un obbligo automatico per l’amministrazione di procedere allo scorrimento per tutte le future esigenze. La P.A. mantiene un potere discrezionale nella scelta tra scorrimento e indizione di un nuovo concorso.
* Distinzione delle tutele: La contestazione della scelta della P.A. di bandire un nuovo concorso in presenza di una graduatoria efficace configura un interesse legittimo. La sede naturale per tale contestazione è il giudice amministrativo, che può annullare l’atto illegittimo.
* Ruolo del giudice ordinario: Il giudice del lavoro (giudice ordinario) può intervenire per tutelare il diritto all’assunzione solo se l’amministrazione ha già deciso di utilizzare la graduatoria e non adempie, o se l’atto amministrativo da contestare può essere disapplicato perché lede un diritto soggettivo già sorto, cosa che in questo caso è stata esclusa.

L’idoneo in una graduatoria ha sempre diritto all’assunzione tramite scorrimento?
No. Il diritto all’assunzione sorge solo a seguito di una specifica decisione dell’amministrazione di utilizzare quella graduatoria per coprire posti vacanti. La mera presenza in una graduatoria valida non crea un diritto soggettivo automatico allo scorrimento.

Cosa succede se la Pubblica Amministrazione indice un nuovo concorso invece di usare una graduatoria esistente?
Questa è una scelta discrezionale dell’amministrazione. Il candidato nella vecchia graduatoria che si ritiene leso può contestare la legittimità di tale scelta, ma la sua posizione giuridica è di interesse legittimo, non di diritto soggettivo. La giurisdizione per annullare il nuovo bando è, di regola, del giudice amministrativo.

Il giudice ordinario può annullare l’atto con cui la P.A. bandisce un nuovo concorso?
No. Secondo l’ordinanza, il giudice ordinario non ha il potere di annullare gli atti amministrativi. Può solo disapplicarli, cioè non tenerne conto, in un giudizio che ha per oggetto un diritto soggettivo. Se la pretesa, come in questo caso, è un interesse legittimo, il giudice ordinario non può fornire la tutela richiesta che presupporrebbe l’annullamento dell’atto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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