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Scorrimento graduatoria: quando è un diritto? Cass.

Due dipendenti pubbliche, risultate idonee in una selezione per progressione di carriera, hanno richiesto l’assunzione tramite scorrimento graduatoria per posti resisi vacanti. La Corte di Cassazione ha dichiarato il loro ricorso inammissibile, stabilendo che la mera idoneità e l’intenzione dell’amministrazione di coprire i posti non sono sufficienti a creare un diritto all’assunzione. Lo scorrimento graduatoria, equiparato a una nuova assunzione, necessita sempre di una specifica e formale autorizzazione.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Scorrimento Graduatoria: La Cassazione Nega il Diritto all’Assunzione Senza Autorizzazione

L’istituto dello scorrimento graduatoria rappresenta una speranza per molti candidati che, pur avendo superato un concorso pubblico, non si sono classificati tra i vincitori. Tuttavia, essere ‘idonei’ non sempre si traduce in un diritto automatico all’assunzione. Con l’ordinanza n. 2226/2024, la Corte di Cassazione ha ribadito i paletti rigorosi che governano questa materia, chiarendo che senza una specifica autorizzazione amministrativa, la pretesa all’assunzione resta infondata. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: La Lunga Attesa per la Progressione di Carriera

La vicenda ha origine dalla domanda di due dipendenti del Ministero della Cultura che aspiravano a una progressione di carriera, passando dall’area B all’area C. Le lavoratrici avevano partecipato a una procedura selettiva per 920 posti, ma l’autorizzazione governativa era stata concessa inizialmente solo per 460 posizioni. Le dipendenti si erano classificate in posizione utile per essere considerate ‘idonee’, ma non rientravano nel novero dei vincitori diretti.

Un successivo accordo sindacale aveva stabilito che le graduatorie sarebbero rimaste valide per coprire i posti che si fossero resi disponibili in seguito. Tuttavia, l’ampliamento dei posti a 920 venne negato a causa dell’entrata in vigore del cosiddetto ‘Decreto Brunetta’ (d.lgs. n. 150/2009), che imponeva il concorso pubblico per le progressioni verticali. La Corte d’Appello aveva respinto la domanda delle lavoratrici, evidenziando che, anche a fronte dei posti disponibili per il loro profilo, la loro posizione in graduatoria non avrebbe comunque consentito l’inquadramento.

La Decisione della Corte di Cassazione e lo scorrimento graduatoria

Investita della questione, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso delle lavoratrici inammissibile, confermando di fatto la decisione della Corte d’Appello. La Suprema Corte ha colto l’occasione per ribadire alcuni principi fondamentali in materia di scorrimento graduatoria nel pubblico impiego, assorbendo il ricorso incidentale presentato dal Ministero.

La decisione si fonda su due pilastri principali: il rigoroso onere della prova a carico del lavoratore e la natura dello scorrimento come nuova assunzione, che necessita di un atto autorizzativo esplicito.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Stato Dichiarato Inammissibile

La Corte ha ritenuto il ricorso principale inammissibile per diverse ragioni. In primo luogo, ha contestato la violazione delle norme sull’onere della prova. Le ricorrenti sostenevano che la disponibilità dei posti fosse un fatto non contestato, ma i giudici di merito avevano rilevato che le stesse prove documentali prodotte dalle lavoratrici smentivano le loro affermazioni (ictu oculi). La valutazione delle prove, ha ricordato la Corte, è una prerogativa del giudice di merito, non sindacabile in sede di legittimità se non per vizi specifici che qui non sussistevano.

In secondo luogo, la Cassazione ha respinto la censura relativa all’omesso esame di un fatto decisivo. Le lavoratrici indicavano come ‘fatto’ la manifestazione di volontà del Ministero di coprire tutti i posti vacanti, ma la Corte ha chiarito che le argomentazioni difensive o la mera intenzione di un’amministrazione non costituiscono un ‘fatto storico’ rilevante ai fini del vizio di cui all’art. 360, n. 5 c.p.c.

Il punto cruciale della motivazione, tuttavia, risiede nella qualificazione giuridica dello scorrimento graduatoria. La Corte ha affermato con forza un principio consolidato, anche dalla giurisprudenza costituzionale: lo scorrimento, poiché comporta una nuova assunzione (o, come nel caso di specie, un passaggio a un’area superiore che equivale a una nuova assunzione), deve essere sempre supportato da una formale e specifica autorizzazione. La sola manifestazione di volontà del Ministero di coprire i posti vacanti non è sufficiente a far sorgere un diritto soggettivo in capo agli idonei. Questo perché ogni nuova assunzione nel settore pubblico deve sottostare a rigorosi controlli di spesa e di organico.

Conclusioni: Le Implicazioni per gli Idonei nelle Graduatorie Pubbliche

L’ordinanza in commento rafforza un principio cardine del diritto del lavoro pubblico: l’inserimento in una graduatoria di idonei non conferisce un diritto incondizionato all’assunzione. La posizione di ‘idoneo’ genera un’aspettativa qualificata, ma la sua trasformazione in un diritto soggettivo pieno è subordinata a una precisa e autonoma decisione dell’amministrazione di procedere allo scorrimento graduatoria, decisione che deve essere formalmente autorizzata dagli organi competenti. Per i candidati, ciò significa che la speranza di assunzione è legata non solo alla disponibilità di posti, ma anche e soprattutto a una scelta discrezionale della Pubblica Amministrazione, vincolata al rispetto delle procedure e delle norme sulla spesa pubblica.

Essere idonei in una graduatoria pubblica dà automaticamente diritto all’assunzione per scorrimento?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la posizione di idoneo non crea un diritto soggettivo automatico all’assunzione. Lo scorrimento è una facoltà discrezionale dell’amministrazione che richiede una specifica e formale decisione autorizzata, in quanto equiparato a una nuova assunzione.

La semplice volontà di un’amministrazione di coprire i posti vacanti è sufficiente a far sorgere il diritto allo scorrimento della graduatoria?
No. La sola manifestazione di volontà del Ministero di coprire i posti vacanti mediante scorrimento non è sufficiente a far sorgere un diritto all’assunzione. È necessario un provvedimento formale che autorizzi tale procedura, poiché essa comporta gli stessi effetti di una nuova assunzione e deve sottostare ai relativi controlli.

Perché il ricorso delle lavoratrici è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile principalmente per due motivi: 1) Le censure sull’onere della prova erano infondate, poiché la Corte d’Appello aveva correttamente valutato che le prove documentali prodotte dalle stesse ricorrenti contraddicevano le loro tesi. 2) La questione sollevata non era ‘decisiva’, in quanto il diritto all’assunzione per scorrimento non poteva sorgere senza un atto formale di autorizzazione, rendendo irrilevante la mera intenzione del Ministero.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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