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Scorrimento graduatoria: obbligo anche per gli enti locali

Un lavoratore, quarto in una graduatoria per un posto in un ente locale, ha ottenuto il diritto alla prova selettiva. La Cassazione ha confermato la decisione della Corte d’Appello, stabilendo che l’ente era tenuto a richiedere un numero doppio di candidati rispetto ai posti disponibili e a procedere allo scorrimento graduatoria in caso di non idoneità dei primi selezionati, applicando la normativa nazionale anche in una Regione a statuto speciale.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Scorrimento Graduatoria nel Pubblico Impiego: Un Diritto da Rispettare

Nelle selezioni pubbliche, il principio di trasparenza e correttezza è fondamentale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato l’importanza del corretto scorrimento graduatoria, chiarendo gli obblighi delle amministrazioni locali anche nelle Regioni a statuto speciale. La vicenda riguarda un candidato che, pur essendo idoneo, non era stato chiamato alla prova selettiva perché l’ente si era limitato a convocare un numero di persone pari ai posti disponibili. Vediamo come la Suprema Corte ha risolto la questione.

Il Caso: La Mancata Chiamata del Quarto in Graduatoria

Un Comune siciliano aveva indetto una selezione per l’assunzione a tempo indeterminato di operatori tecno-manutentivi. L’ente aveva richiesto al centro per l’impiego l’avviamento di tre nominativi per procedere alla selezione. All’esito delle prove, solo il primo candidato era risultato idoneo e quindi assunto, mentre gli altri due erano stati scartati.

Un altro lavoratore, posizionato al quarto posto della graduatoria generale, ha agito in giudizio, sostenendo di avere il diritto di essere sottoposto alla prova selettiva, dato che due dei tre posti messi a bando erano rimasti vacanti. Il suo ragionamento si basava sull’obbligo per l’amministrazione di procedere allo scorrimento della graduatoria.

Mentre il Tribunale di primo grado aveva respinto la sua domanda, la Corte d’Appello gli aveva dato ragione, condannando il Comune a sottoporlo alla prova selettiva.

L’obbligo di scorrimento graduatoria e la Normativa Applicabile

Il Comune ha presentato ricorso in Cassazione, basando la sua difesa su un punto cruciale: l’applicabilità della normativa regionale anziché di quella nazionale. Secondo l’ente, in virtù dell’autonomia statutaria della Regione Sicilia, le leggi regionali avrebbero dovuto prevalere. Tali leggi, a dire del Comune, non prevedevano l’obbligo di convocare un numero di candidati doppio rispetto ai posti da ricoprire, ma solo un numero pari.

Di conseguenza, non sussisterebbe alcun obbligo di scorrimento graduatoria per sottoporre a prova il quarto classificato. La questione giuridica centrale, quindi, era stabilire quale fosse il quadro normativo di riferimento per le procedure di assunzione negli enti locali siciliani.

La Decisione della Cassazione: Prevalenza della Normativa Nazionale per Rinvio Regionale

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del Comune, confermando la decisione della Corte d’Appello, sebbene con una motivazione parzialmente diversa e più approfondita.

La Ricostruzione Normativa della Corte

I giudici di legittimità hanno chiarito che, sebbene la Regione Siciliana goda di autonomia legislativa in materia di ordinamento degli enti locali, la stessa Regione ha scelto, con una propria legge (L.R. Sicilia n. 10/2000), di rinviare alla normativa statale per le materie non espressamente disciplinate a livello regionale.

Questo rinvio “mobile” alla legislazione nazionale include il Testo Unico sul Pubblico Impiego (D.Lgs. 165/2001), il quale, a sua volta, per le procedure di reclutamento, richiama esplicitamente il d.P.R. 487/1994. È proprio questo decreto a stabilire che l’amministrazione debba richiedere l’avviamento di un numero di lavoratori doppio rispetto ai posti da ricoprire e, in caso di non idoneità, procedere alla sostituzione con altri candidati seguendo l’ordine della graduatoria.

Le motivazioni

La Corte ha stabilito che la scelta di applicare la normativa nazionale non è un’imposizione esterna, ma una conseguenza diretta di una decisione autonoma del legislatore regionale siciliano. Pertanto, l’argomento del Comune basato sulla presunta violazione dell’autonomia statutaria è stato ritenuto infondato. La stessa Regione, esercitando i propri poteri, ha optato per un allineamento con la disciplina statale in tema di avviamento al lavoro, rendendo di fatto applicabili i principi di maggiore garanzia e trasparenza previsti dal d.P.R. 487/1994. Di conseguenza, il Comune era tenuto a convocare un numero doppio di candidati e, di fronte alla non idoneità di due di essi, a procedere con lo scorrimento graduatoria, convocando il quarto classificato per la prova selettiva. L’ulteriore motivo, relativo all’asserita copertura dei posti con altro personale, è stato giudicato irrilevante ai fini della decisione sulla correttezza della procedura selettiva iniziale.

Le conclusioni

Questa ordinanza riafferma un principio fondamentale di giustizia e trasparenza nelle assunzioni pubbliche. Anche in contesti di autonomia regionale, le norme che garantiscono una più ampia partecipazione e la selezione basata sul merito, come lo scorrimento graduatoria, devono essere rispettate. La decisione chiarisce che il rinvio alla legge statale da parte di una legge regionale è pienamente valido e vincolante per le amministrazioni locali. Per i candidati, ciò rappresenta una tutela importante, garantendo che la loro posizione in graduatoria non venga ingiustamente ignorata in caso di posti vacanti a seguito delle prime selezioni.

Un ente pubblico è obbligato a chiamare a selezione un numero di candidati superiore ai posti da coprire?
Sì. Secondo la normativa nazionale (d.P.R. 487/1994), richiamata nel caso di specie, l’amministrazione deve richiedere l’avviamento di un numero di lavoratori doppio rispetto ai posti disponibili per garantire una selezione efficace.

Se i candidati chiamati non risultano idonei, l’ente deve procedere allo scorrimento della graduatoria?
Sì. La Corte ha confermato che, in caso di mancato superamento delle prove da parte di alcuni candidati, l’amministrazione è tenuta a sostituire i soggetti non idonei convocando i successivi candidati secondo l’ordine della graduatoria.

La normativa nazionale sulle assunzioni pubbliche (d.P.R. 487/1994) si applica anche agli enti locali di una Regione a statuto speciale come la Sicilia?
Sì, in questo caso specifico si applica. La Corte ha chiarito che è stata la stessa Regione Siciliana, con una propria legge (L.R. 10/2000), a rinviare alla disciplina statale per le materie non diversamente regolate, rendendo così applicabile il d.P.R. 487/1994 anche al reclutamento del personale degli enti locali siciliani.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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