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Scorrimento graduatoria: nuove regole e ius superveniens

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 14732/2024, ha stabilito che lo scorrimento graduatoria di un concorso interno non è un diritto soggettivo dei candidati. La normativa applicabile è quella vigente al momento della decisione di coprire i posti vacanti (ius superveniens), non quella del bando. Pertanto, l’entrata in vigore del d.lgs. n. 150/2009 ha legittimamente impedito la promozione di dipendenti pubblici idonei in una graduatoria precedente, in quanto la nuova legge ha modificato le modalità di progressione verticale, richiedendo concorsi pubblici.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Scorrimento Graduatoria nel Pubblico Impiego: La Cassazione e l’Impatto dello Ius Superveniens

L’ordinanza n. 14732/2024 della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale per i dipendenti pubblici: il diritto allo scorrimento graduatoria per le progressioni di carriera. La pronuncia chiarisce che l’idoneità in una graduatoria non conferisce un diritto automatico all’assunzione, specialmente quando una nuova legge (ius superveniens) modifica le regole di accesso. Vediamo nel dettaglio la decisione e le sue implicazioni.

I Fatti del Caso: Una Promozione Bloccata

Due dipendenti di un Ministero, inquadrati nella seconda area professionale, avevano partecipato a un concorso interno bandito nel 2007 per la progressione all’area superiore. Pur risultati idonei, non si erano collocati in posizione utile per la promozione immediata. Successivamente, avevano chiesto il riconoscimento del loro diritto all’inquadramento superiore tramite lo scorrimento della graduatoria per coprire posti divenuti vacanti.

La Corte d’Appello aveva dato loro ragione, ritenendo che il diritto fosse sorto con la decisione del Ministero di coprire i posti e che la normativa successiva, in particolare il d.lgs. n. 150/2009 (la cosiddetta “Riforma Brunetta”), non fosse applicabile retroattivamente a una procedura concorsuale avviata in precedenza.

Il Ministero ha impugnato questa decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo che la nuova normativa impedisse lo scorrimento di graduatorie di concorsi puramente interni.

La Decisione della Corte: Prevale la Nuova Legge sullo Scorrimento Graduatoria

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Ministero, ribaltando la sentenza di secondo grado. Ha stabilito che la pretesa dei dipendenti era infondata, annullando la decisione della Corte d’Appello e rigettando la domanda originaria. La ragione fondamentale risiede nel principio secondo cui la normativa da applicare non è quella in vigore al momento del bando, ma quella vigente quando l’amministrazione decide di utilizzare la graduatoria.

Le Motivazioni della Sentenza: Discrezionalità e Ius Superveniens

La Corte di Cassazione basa la sua decisione su alcuni pilastri giuridici fondamentali che definiscono i confini dello scorrimento graduatoria nel pubblico impiego.

Discrezionalità della P.A. vs. Diritto Soggettivo

Innanzitutto, viene ribadito un principio consolidato: la scelta di utilizzare una graduatoria di idonei per coprire posti vacanti non è un obbligo per la Pubblica Amministrazione, ma una scelta discrezionale. Non costituisce, quindi, un diritto soggettivo per i candidati idonei, a meno che un obbligo specifico non sia previsto da norme contrattuali o dallo stesso bando. L’idoneità in una graduatoria crea un’aspettativa, non un diritto acquisito alla promozione.

L’Applicazione dello Ius Superveniens

Il punto cruciale della decisione è l’applicazione del principio dello ius superveniens. La Corte chiarisce che, nel momento in cui l’amministrazione valuta se procedere allo scorrimento, deve farlo rispettando le leggi in vigore in quel preciso momento. Nel caso di specie, la decisione di scorrimento sarebbe avvenuta dopo il 1° gennaio 2010, data di entrata in vigore delle nuove disposizioni del d.lgs. n. 150/2009.

Questa riforma ha imposto che le progressioni verticali tra aree debbano avvenire tramite concorso pubblico, con una riserva massima del 50% dei posti per il personale interno. Di conseguenza, ha di fatto reso illegittimo lo scorrimento di graduatorie derivanti da procedure concorsuali interamente riservate al personale interno, come quella del 2007.

L’Assenza di un Diritto Quesito

I dipendenti non potevano vantare un “diritto quesito” (cioè un diritto ormai acquisito e intangibile) alla promozione. Tale diritto si sarebbe consolidato solo se l’amministrazione avesse formalmente deliberato lo scorrimento prima dell’entrata in vigore della nuova legge. Poiché tale autorizzazione mancava, la loro posizione giuridica non era ancora definita e, pertanto, era soggetta alle modifiche normative intervenute. La nuova legge, quindi, non ha modificato una posizione già acquisita, ma ha impedito che un’aspettativa potesse trasformarsi in diritto.

Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione delinea un quadro chiaro: l’aspettativa dei candidati idonei in una graduatoria interna è subordinata sia alla discrezionalità dell’amministrazione sia alla normativa vigente al momento della decisione di assunzione. La pronuncia conferma che le riforme normative volte a garantire l’accesso al pubblico impiego tramite concorso pubblico, in linea con l’art. 97 della Costituzione, hanno la forza di bloccare procedure avviate con regole precedenti, se queste non si sono ancora concluse con un atto formale di assunzione. Per i dipendenti pubblici, ciò significa che l’idoneità in una graduatoria non è una garanzia di promozione, ma solo il primo passo di un percorso che rimane soggetto alle decisioni dell’ente e all’evoluzione della legge.

Un candidato idoneo in una graduatoria ha un diritto automatico alla promozione se si liberano dei posti?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che lo scorrimento di una graduatoria è una scelta discrezionale della Pubblica Amministrazione. Non costituisce un diritto soggettivo per il candidato, a meno che un obbligo non sia espressamente previsto da contratti collettivi o dal bando di concorso.

Quale legge si applica allo scorrimento: quella del bando o quella in vigore al momento della decisione?
Si applica la legge in vigore nel momento in cui l’amministrazione decide di procedere allo scorrimento (principio dello ius superveniens). Pertanto, una nuova normativa può legittimamente impedire l’utilizzo di una graduatoria formatasi con regole precedenti.

La riforma del 2009 (d.lgs. 150/2009) impedisce di usare le vecchie graduatorie di concorsi solo interni?
Sì, secondo l’ordinanza, dopo il 1° gennaio 2010, le nuove norme che richiedono concorsi pubblici per le progressioni verticali (con riserva massima del 50% per gli interni) hanno di fatto creato un “divieto” di utilizzare graduatorie derivanti da procedure selettive interamente riservate al personale interno, bandite prima della riforma.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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