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Scorrimento graduatoria: no al diritto soggettivo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 13757/2024, ha stabilito che lo scorrimento graduatoria non costituisce un diritto soggettivo per i candidati idonei di un concorso pubblico. Il caso riguardava alcuni dipendenti pubblici che, risultati idonei in un concorso interno per la progressione di carriera, avevano chiesto l’assunzione per coprire posti vacanti. La Corte ha respinto il ricorso, affermando che la decisione di utilizzare la graduatoria è una scelta discrezionale della Pubblica Amministrazione, la quale deve operare nel rispetto delle leggi vigenti al momento della decisione, anche se successive al bando di concorso (ius superveniens). Nel caso specifico, una nuova legge aveva introdotto limiti ai concorsi interni, legittimando il diniego dell’amministrazione.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Scorrimento Graduatoria: La Cassazione Nega il Diritto Soggettivo degli Idonei

L’esito di un concorso pubblico è un momento cruciale per molti, ma cosa accade a chi risulta ‘idoneo’ ma non vincitore? La speranza, spesso, è legata allo scorrimento graduatoria, un meccanismo che consente l’assunzione per coprire posti vacanti. Tuttavia, la recente ordinanza della Corte di Cassazione n. 13757/2024 getta luce sui confini di questa possibilità, chiarendo che non si tratta di un diritto automatico. La Corte ha stabilito che la decisione di procedere allo scorrimento rientra nel potere discrezionale della Pubblica Amministrazione ed è soggetta alle leggi vigenti al momento della scelta, anche se successive al bando.

I Fatti di Causa: una progressione di carriera bloccata

La vicenda trae origine da un ricorso presentato da alcuni dipendenti di un Ministero, inquadrati in un’area professionale inferiore. Essi avevano partecipato a un concorso interno per la progressione verticale a un’area superiore, risultando idonei nella graduatoria finale. Poiché l’Amministrazione aveva coperto solo i posti inizialmente messi a concorso, i dipendenti idonei hanno agito in giudizio per ottenere il diritto all’inquadramento superiore tramite lo scorrimento della graduatoria, al fine di coprire ulteriori posti disponibili.

La Corte d’Appello, riformando la decisione di primo grado, aveva dato ragione al Ministero. La motivazione principale era che, nel frattempo, era entrata in vigore una nuova normativa (il d.lgs. n. 150 del 2009) che limitava fortemente le progressioni di carriera basate su procedure interamente riservate al personale interno. Secondo i giudici di secondo grado, l’Amministrazione non aveva mai espresso una chiara volontà di assumere gli idonei e, in ogni caso, avrebbe dovuto rispettare la nuova legge, che di fatto impediva tale operazione.

La Decisione e l’impatto sullo scorrimento graduatoria

Investita della questione, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dei lavoratori, confermando la sentenza d’appello. Gli Ermellini hanno ribadito un principio consolidato: nel pubblico impiego, la scelta di utilizzare le graduatorie degli idonei ‘per scorrimento’ non costituisce un diritto soggettivo per i candidati, ma postula sempre l’esercizio di un potere discrezionale da parte della Pubblica Amministrazione.

La Corte ha specificato che questo potere deve essere esercitato nel rispetto del quadro normativo vigente al momento in cui l’amministrazione decide se coprire o meno i posti disponibili. Di conseguenza, l’intervento dello ius superveniens (la nuova legge) ha legittimamente bloccato le aspettative degli idonei.

Le Motivazioni: discrezionalità della P.A. e ius superveniens

La decisione della Cassazione si fonda su due pilastri argomentativi fondamentali: la natura discrezionale della scelta di procedere allo scorrimento e l’applicazione del principio tempus regit actum in relazione alle nuove normative.

Il Principio della Discrezionalità Amministrativa

La Corte sottolinea che l’Amministrazione non ha l’obbligo di coprire tutti i posti vacanti in organico. La decisione di assumere nuovo personale, anche attingendo da una graduatoria esistente, è il risultato di una valutazione complessa che tiene conto delle necessità organizzative, delle disponibilità finanziarie e degli obiettivi di pubblico interesse. Le richieste di parere inoltrate dal Ministero al Dipartimento della Funzione Pubblica non sono state ritenute sufficienti a manifestare una volontà inequivocabile di procedere all’assunzione degli idonei, ma semplici atti interlocutori. Mancando una determinazione formale in tal senso, non era sorto alcun obbligo per l’ente.

L’Applicabilità dello Ius Superveniens

Il punto cruciale della controversia è l’impatto del d.lgs. n. 150 del 2009. Questa normativa, entrata in vigore dopo il bando ma prima dell’approvazione della graduatoria, ha imposto che le progressioni verticali avvenissero tramite concorso pubblico, con una riserva massima del 50% per il personale interno. La procedura da cui provenivano i ricorrenti era, invece, interamente riservata. La Cassazione ha chiarito che, poiché la decisione di scorrimento equivale a una nuova fase della procedura concorsuale, essa deve sottostare alle regole vigenti in quel momento. La posizione giuridica dei ricorrenti non si era ancora consolidata in un ‘diritto quesito’ al momento dell’entrata in vigore della nuova legge, poiché mancava sia l’approvazione della graduatoria sia, soprattutto, l’autorizzazione all’assunzione. Pertanto, l’Amministrazione non solo poteva, ma doveva negare lo scorrimento per non violare la normativa sopravvenuta.

Le Conclusioni: cosa significa per i concorsi pubblici

L’ordinanza n. 13757/2024 rafforza un orientamento giurisprudenziale chiaro: essere idonei in una graduatoria non equivale ad avere un posto di lavoro garantito. La decisione sullo scorrimento graduatoria resta saldamente nelle mani della Pubblica Amministrazione, che la esercita come potere discrezionale. Questa pronuncia serve da monito per chi partecipa a concorsi pubblici, evidenziando come le aspettative debbano sempre fare i conti con la discrezionalità dell’ente e con le possibili evoluzioni normative, che possono modificare le regole del gioco anche a procedura inoltrata.

L’idoneo in una graduatoria di concorso pubblico ha un diritto automatico all’assunzione tramite scorrimento?
No, la Corte di Cassazione ha ribadito che lo scorrimento della graduatoria non è un diritto soggettivo degli idonei, ma una scelta discrezionale della Pubblica Amministrazione, che valuta l’opportunità di procedere in base all’interesse pubblico e alle norme vigenti.

Una nuova legge può bloccare lo scorrimento di una graduatoria di un concorso bandito prima della sua entrata in vigore?
Sì. La normativa applicabile è quella vigente nel momento in cui l’amministrazione decide se procedere o meno allo scorrimento. Se una nuova legge (ius superveniens) introduce limitazioni, come nel caso di specie per i concorsi interni, questa si applica anche a graduatorie preesistenti, a meno che il diritto del candidato non si sia già consolidato.

Quando si può considerare consolidato il diritto di un idoneo all’assunzione?
Il diritto si consolida solo quando l’amministrazione ha manifestato una volontà chiara e inequivocabile di assumere oltre i vincitori e ha ottenuto tutte le necessarie autorizzazioni legali e finanziarie. Nel caso esaminato, poiché mancava un’autorizzazione formale all’assunzione degli idonei e la graduatoria non era ancora stata approvata all’entrata in vigore della nuova legge, il loro diritto non era ancora sorto e poteva essere legittimamente bloccato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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