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Scorrimento graduatoria: no al diritto senza autorizzazione

La Corte di Cassazione ha negato il diritto allo scorrimento graduatoria a un gruppo di dipendenti pubblici. La sentenza chiarisce che, in assenza di una specifica autorizzazione governativa per i posti aggiuntivi e a seguito di una nuova legge più restrittiva (ius superveniens), i candidati idonei non vantano un diritto soggettivo all’assunzione, ma solo una mera aspettativa.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Scorrimento graduatoria: no al diritto senza autorizzazione governativa

L’ordinanza della Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, n. 1675 del 2024, affronta una questione cruciale nel diritto del pubblico impiego: i limiti e le condizioni per lo scorrimento graduatoria. La pronuncia stabilisce un principio chiaro: la mera idoneità in una graduatoria concorsuale non conferisce un diritto automatico all’assunzione per posti non esplicitamente autorizzati, soprattutto quando interviene una modifica legislativa (ius superveniens) che restringe le maglie delle progressioni interne.

I Fatti di Causa: La Procedura Selettiva e le Aspettative dei Lavoratori

La vicenda ha origine nel 2007, quando un Ministero indiceva un corso-concorso riservato al personale interno per il passaggio dall’Area B all’Area C. Il bando faceva riferimento a 920 posti, frutto di una richiesta dell’amministrazione, ma precisava che l’autorizzazione governativa concessa copriva, al momento, solo 460 posti.

Numerosi dipendenti partecipavano e si collocavano utilmente nella graduatoria, ma oltre la 460esima posizione. Essi agivano in giudizio sostenendo di avere diritto all’inquadramento nell’area superiore, confidando nello scorrimento della graduatoria per la copertura dei restanti 460 posti.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello respingevano le loro domande, evidenziando come l’inquadramento per i posti eccedenti i 460 autorizzati fosse esplicitamente subordinato a una successiva autorizzazione governativa, che di fatto non era mai intervenuta.

L’impatto dello Ius Superveniens e lo Scorrimento Graduatoria

Un elemento determinante della controversia è l’entrata in vigore, nel 2010, del decreto legislativo n. 150/2009. Questa riforma ha introdotto un principio generale secondo cui le pubbliche amministrazioni devono coprire i posti disponibili tramite concorsi pubblici, limitando la riserva per il personale interno a non più del 50%. Poiché le graduatorie del concorso in questione sono state approvate dopo l’entrata in vigore di questa normativa, le nuove e più restrittive disposizioni erano applicabili. Questo ius superveniens ha, di fatto, impedito all’amministrazione di procedere con lo scorrimento graduatoria con le vecchie regole, che prevedevano una procedura interamente riservata agli interni.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dei lavoratori, confermando la decisione della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno chiarito la natura della posizione giuridica dei candidati idonei e il ruolo fondamentale degli atti autorizzativi nelle procedure di assunzione pubblica.

Le Motivazioni della Corte

Il ragionamento della Suprema Corte si fonda su alcuni pilastri giuridici fondamentali:

L’assenza di un “Diritto Quesito”

Il punto centrale della decisione è che i ricorrenti non avevano maturato un “diritto quesito”, cioè un diritto già acquisito e intangibile. La loro posizione era una mera aspettativa, poiché il bando stesso condizionava l’assunzione per i posti oltre il 460° a una futura autorizzazione governativa. La mancata concessione di tale autorizzazione ha impedito il sorgere del diritto all’inquadramento. La posizione giuridica del candidato si trasforma in diritto all’assunzione solo con l’approvazione di una graduatoria che lo veda collocato in posizione utile rispetto ai posti effettivamente messi a concorso e autorizzati.

La Necessità dell’Autorizzazione Preventiva

La Corte ha ribadito che, nel pubblico impiego, le procedure di progressione verticale tra aree diverse sono equiparate a nuove assunzioni. Pertanto, esse sono subordinate a un rigoroso controllo di spesa e di programmazione del fabbisogno. L’autorizzazione preventiva da parte degli organi di governo (nella fattispecie, un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) non è una mera formalità, ma una condizione di efficacia e validità dell’intera procedura. L’amministrazione non ha il potere di bandire e assumere personale senza questa copertura autorizzativa.

L’irrilevanza dell’Affidamento e la Questione del Turn-Over

I giudici hanno inoltre escluso che i lavoratori potessero vantare un legittimo affidamento, poiché i termini del bando erano chiari nel subordinare l’ampliamento dei posti a un atto esterno. Anche la richiesta di scorrimento per coprire i posti vacanti a seguito di turn-over è stata respinta. La Corte ha specificato che lo scorrimento per turn-over era previsto da un accordo sindacale solo per i posti resisi vacanti tra i 460 originariamente autorizzati, e i ricorrenti non avevano fornito la prova che tale circostanza si fosse verificata.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida un principio di rigore e certezza nelle procedure di reclutamento del settore pubblico. Le aspettative dei candidati idonei devono sempre fare i conti con i vincoli normativi e di bilancio. La decisione insegna che:
1. Il bando di concorso è la lex specialis, ma non può derogare a norme imperative di legge, come quelle che impongono autorizzazioni preventive.
2. Non esiste un diritto allo scorrimento graduatoria incondizionato; esso sorge solo se previsto dal bando o da una successiva, esplicita e legittima decisione dell’amministrazione di coprire ulteriori posti vacanti.
3. L’entrata in vigore di una nuova legge (ius superveniens) può legittimamente bloccare procedure di assunzione non ancora concluse, impedendo la costituzione di rapporti di lavoro non più conformi al nuovo quadro normativo.

Un candidato idoneo in una graduatoria della Pubblica Amministrazione ha sempre diritto allo scorrimento per i posti non autorizzati?
No. Secondo la Cassazione, il candidato idoneo vanta solo una mera aspettativa, non un diritto soggettivo all’assunzione, se i posti non sono stati coperti da una preventiva e specifica autorizzazione governativa. Il diritto sorge solo per le posizioni effettivamente autorizzate.

Una nuova legge (ius superveniens) può modificare le regole di un concorso pubblico bandito prima della sua entrata in vigore?
Sì. Se la procedura concorsuale non si è ancora conclusa con l’approvazione della graduatoria e le assunzioni, una nuova legge può incidere sulla sua validità e sui suoi effetti. In questo caso, la nuova normativa che limitava le procedure interne ha impedito l’assunzione dei candidati secondo le vecchie regole.

Per ottenere lo scorrimento di una graduatoria per “turn-over” è sufficiente dimostrare che ci sono posti vacanti nell’organico?
No, non è sufficiente. La Corte ha chiarito che il diritto allo scorrimento per turn-over presuppone condizioni specifiche, che devono essere previste dalla normativa o dagli accordi collettivi e applicate ai posti originariamente autorizzati. La parte che agisce in giudizio ha l’onere di dimostrare che tali specifiche condizioni si siano verificate.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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