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Scorrimento graduatoria: no al diritto quesito

Una dipendente pubblica, risultata idonea in un concorso interno ma oltre i posti autorizzati, ha agito in giudizio per ottenere la promozione tramite scorrimento graduatoria. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che non sussisteva alcun diritto quesito. La decisione si fonda sulla mancanza della necessaria autorizzazione ministeriale per la copertura dei posti aggiuntivi e sull’intervento di una nuova legge (ius superveniens) che ha modificato le regole sulle progressioni di carriera prima che la graduatoria fosse approvata e che il diritto potesse consolidarsi.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Scorrimento Graduatoria e Ius Superveniens: Quando il Diritto alla Promozione Non È Scontato

Lo scorrimento graduatoria rappresenta una speranza per molti candidati idonei nei concorsi pubblici, offrendo una possibilità di assunzione anche a chi non si è classificato tra i vincitori iniziali. Tuttavia, una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda che questo diritto non è automatico e può essere vanificato da fattori esterni, come una modifica legislativa o la mancanza di autorizzazioni. Analizziamo una vicenda che chiarisce i confini di questo istituto.

I Fatti del Caso: La Lunga Attesa per la Promozione

Una dipendente del Ministero per i beni e le attività culturali partecipava nel 2007 a un corso-concorso interno per passare a un’area professionale superiore. Il bando prevedeva 920 posti, ma specificava che solo 460 erano stati autorizzati al momento dell’indizione. L’assunzione per i restanti 460 posti era esplicitamente subordinata a una futura autorizzazione da parte degli organi di controllo della spesa pubblica.

Nel frattempo, prima della pubblicazione delle graduatorie finali (avvenuta tra il 2010 e il 2012), entrava in vigore il D.Lgs. 150/2009 (la cosiddetta “riforma Brunetta”), che introduceva regole più restrittive per le progressioni interne, limitandole a una riserva massima del 50% dei posti nei concorsi pubblici.

La lavoratrice, classificatasi come idonea ma oltre i primi 460 posti, vedeva sfumare la sua promozione a causa della mancata autorizzazione per i posti aggiuntivi e del nuovo quadro normativo. Decideva quindi di agire in giudizio, sostenendo di avere un “diritto quesito” alla promozione tramite lo scorrimento graduatoria.

La Decisione della Corte di Cassazione sullo Scorrimento Graduatoria

Dopo un primo grado favorevole e un appello che ribaltava la decisione, la questione è giunta in Cassazione. La Suprema Corte ha rigettato definitivamente il ricorso della lavoratrice, confermando la posizione del Ministero. La decisione si basa su due pilastri fondamentali.

L’Impatto dello Ius Superveniens

La Corte ha chiarito che il diritto all’assunzione o alla promozione si consolida solo al momento dell’approvazione della graduatoria, quando il candidato si trova in posizione utile rispetto ai posti messi a concorso e autorizzati. Poiché la nuova legge più restrittiva è entrata in vigore prima dell’approvazione delle graduatorie, non si poteva parlare di un diritto già acquisito (diritto quesito). La nuova normativa ha quindi legittimamente inciso sulla procedura in corso, impedendo l’assunzione per i posti non ancora autorizzati.

L’Autorizzazione Mancante come Elemento Decisivo

Ancora più importante, la Corte ha sottolineato che lo stesso bando di concorso condizionava l’inquadramento per i posti oltre il 460° al rilascio di una specifica autorizzazione. Tale autorizzazione non è mai intervenuta. Questa condizione, prevista nel bando e accettata dai partecipanti, non si è mai avverata. Di conseguenza, non è mai sorto un diritto soggettivo in capo alla lavoratrice. L’autorizzazione non è un atto formale, ma un provvedimento discrezionale dell’amministrazione che valuta il fabbisogno di personale e la sostenibilità della spesa. Senza di essa, non può esserci alcun obbligo di assunzione.

Le Motivazioni della Sentenza: perché lo Scorrimento Graduatoria è stato negato

Le motivazioni della Corte di Cassazione sono chiare: la posizione giuridica del candidato idoneo non è un diritto soggettivo pieno, ma un’aspettativa tutelata che si trasforma in diritto solo al verificarsi di precise condizioni. In questo caso, le condizioni erano due: l’approvazione della graduatoria in posizione utile e il rilascio dell’autorizzazione. Entrambe sono mancate per i posti rivendicati dalla ricorrente.

Lo ius superveniens ha modificato il contesto normativo, rendendo di fatto impossibile concedere l’autorizzazione secondo le vecchie regole. La Corte ha affermato che l’amministrazione ha il dovere di adeguarsi al nuovo quadro normativo, bloccando assunzioni che non siano più conformi alla legge, in ossequio ai principi di buon andamento della Pubblica Amministrazione sanciti dall’art. 97 della Costituzione. Non è stato ravvisato alcun legittimo affidamento della lavoratrice, poiché il bando stesso conteneva l’avvertimento sulla necessità dell’autorizzazione.

Le Conclusioni: Implicazioni per i Concorsi Pubblici

Questa ordinanza offre importanti lezioni per chi partecipa a concorsi pubblici. In primo luogo, la posizione di “idoneo” in una graduatoria non garantisce l’assunzione, specialmente quando i posti sono soggetti ad autorizzazioni future. In secondo luogo, le procedure concorsuali sono esposte al rischio di modifiche normative (ius superveniens), che possono legittimamente alterarne l’esito finale finché i diritti non si siano pienamente consolidati. Infine, la decisione di procedere allo scorrimento graduatoria resta una scelta discrezionale dell’amministrazione, legata al fabbisogno e alle risorse disponibili, e non un obbligo automatico.

Un candidato idoneo in una graduatoria ha sempre diritto allo scorrimento e all’assunzione?
No. Il diritto all’assunzione per scorrimento non è automatico. Presuppone una decisione discrezionale della Pubblica Amministrazione di coprire i posti vacanti utilizzando quella specifica graduatoria e il verificarsi di tutte le condizioni previste, come l’autorizzazione alla spesa.

Una nuova legge può modificare le regole di un concorso già bandito?
Sì, una nuova legge (ius superveniens) può modificare le regole se interviene prima che il candidato abbia maturato un ‘diritto quesito’. Secondo la Corte, tale diritto si consolida solo con l’approvazione della graduatoria che colloca il candidato in posizione utile rispetto ai posti effettivamente disponibili e autorizzati.

Cosa succede se un bando di concorso prevede più posti di quelli già autorizzati?
L’assunzione per i posti non ancora autorizzati è subordinata al successivo rilascio dell’autorizzazione da parte degli organi competenti. Come stabilito in questo caso, se l’autorizzazione non viene concessa, i candidati idonei per quei posti non vantano un diritto soggettivo all’assunzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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