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Scorrimento graduatoria: limiti e interpretazione bando

Una candidata, idonea in una graduatoria di un concorso pubblico, ha citato in giudizio un’università per non averla assunta tramite scorrimento graduatoria, preferendo candidati da concorsi successivi. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che l’interpretazione del bando di concorso, che in questo caso limitava l’uso della graduatoria a un dipartimento specifico, è di competenza del giudice di merito e non può essere riesaminata in sede di legittimità se non per palesi violazioni delle norme ermeneutiche.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Scorrimento Graduatoria: Quando il Bando di Concorso Limita l’Assunzione

L’istituto dello scorrimento graduatoria rappresenta una speranza per molti candidati che, pur avendo superato un concorso pubblico, non si sono collocati in posizione utile per l’assunzione immediata. Tuttavia, i confini di applicazione di questo meccanismo non sono illimitati. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito come le specifiche previsioni del bando di concorso possano circoscrivere l’efficacia di una graduatoria, limitando di fatto il diritto all’assunzione dei candidati idonei. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Una Candidata Idonea ma non Assunta

La vicenda trae origine dalla domanda di una candidata risultata idonea, ma non vincitrice, in un concorso pubblico bandito da un’Università per il reclutamento di personale amministrativo di categoria C. Successivamente, l’Ateneo procedeva ad assumere altro personale, per la medesima categoria e area amministrativa, attingendo però da graduatorie di altre procedure concorsuali. La candidata, ritenendo leso il proprio diritto, si rivolgeva al giudice chiedendo di essere assunta con priorità, con decorrenza dalla data del primo scorrimento effettuato da altre graduatorie.

Tanto il Tribunale quanto la Corte d’Appello respingevano la sua richiesta. I giudici di merito sottolineavano come il bando di concorso a cui la candidata aveva partecipato prevedesse espressamente che lo scorrimento della graduatoria fosse limitato alle esigenze specifiche del Dipartimento per il quale la selezione era stata indetta. Pertanto, l’utilizzo della graduatoria per altre posizioni non era previsto.

L’Analisi della Cassazione e i limiti allo scorrimento graduatoria

La candidata ha impugnato la decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando principalmente due aspetti: la violazione delle norme che vietano la discriminazione tra candidati di graduatorie diverse e un’errata interpretazione del bando di concorso, che a suo dire non doveva essere letto in modo così restrittivo.

La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile, concentrandosi sul motivo relativo all’interpretazione del bando. I giudici hanno ribadito un principio fondamentale del nostro sistema processuale: l’interpretazione degli atti unilaterali, come un bando di concorso, è un’attività riservata al giudice del merito. Il suo giudizio non può essere messo in discussione in sede di legittimità semplicemente proponendo una lettura alternativa. La Cassazione può intervenire solo se il giudice di merito ha violato palesemente le regole legali di interpretazione (la cosiddetta ermeneutica contrattuale), ma non per scegliere quale, tra due possibili interpretazioni, sia la migliore.

Il Ruolo del Giudice del Merito nell’Interpretazione del Bando

Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva fondato la sua interpretazione restrittiva su un dato fattuale non contestato: la diversità delle prove d’esame e, di conseguenza, delle conoscenze e competenze professionali richieste nelle diverse procedure concorsuali. Questa diversità giustificava, secondo i giudici di merito, la specificità di ciascuna graduatoria e la sua non fungibilità con le altre. La Cassazione ha ritenuto questa motivazione del tutto plausibile e logica, respingendo la censura della ricorrente come un tentativo inammissibile di ottenere un nuovo esame del merito della vicenda.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione centrale della Corte di Cassazione risiede nella netta distinzione tra il giudizio di merito e il giudizio di legittimità. Il ricorso per cassazione non può limitarsi a prospettare un’interpretazione del bando diversa da quella accolta nella sentenza impugnata. È necessario, invece, dimostrare in modo specifico quali canoni interpretativi (come quelli indicati negli artt. 1362 e seguenti del codice civile) il giudice di merito abbia violato e come tale violazione abbia condotto a una decisione errata. In assenza di tale dimostrazione, il ricorso si trasforma in una richiesta di riesame dei fatti, preclusa alla Suprema Corte.

La decisione di dichiarare inammissibile il motivo sull’interpretazione del bando ha avuto un effetto a cascata, determinando l’assorbimento degli altri motivi di ricorso. Infatti, le lamentele sulla presunta discriminazione e sulla violazione dei principi di buona fede si fondavano sull’assunto che la graduatoria della ricorrente fosse pienamente utilizzabile per altre posizioni, presupposto che la Corte ha ritenuto insussistente a seguito della corretta interpretazione del bando fornita dai giudici di merito.

Conclusioni

Questa ordinanza offre un importante monito per tutti i partecipanti ai concorsi pubblici. Le parole contano, e il testo del bando di concorso è la legge fondamentale che regola la procedura selettiva e l’utilizzo della graduatoria finale. Non è possibile dare per scontato che una graduatoria di idonei venga utilizzata per qualsiasi posizione analoga all’interno della stessa amministrazione. Se il bando prevede limiti specifici, ad esempio legati a un determinato dipartimento o a particolari esigenze, questi sono vincolanti. La decisione della Cassazione rafforza l’autonomia del giudice di merito nell’interpretare tali clausole e chiarisce che, a meno di errori interpretativi macroscopici e legalmente rilevanti, la sua valutazione è definitiva.

È possibile utilizzare la graduatoria di un concorso per assumere personale in dipartimenti diversi da quello per cui è stato bandito?
No, se il bando di concorso limita espressamente l’utilizzo della graduatoria e il suo scorrimento alle sole esigenze del dipartimento specifico per cui la procedura è stata indetta. L’interpretazione del bando su questo punto è decisiva.

Un candidato può contestare in Cassazione l’interpretazione del bando di concorso data da un giudice?
Sì, ma solo a condizioni molto stringenti. Non è sufficiente proporre una propria interpretazione diversa. È necessario dimostrare che il giudice di merito abbia violato specifiche norme legali sull’interpretazione (canoni di ermeneutica contrattuale) o che la sua interpretazione sia basata su argomentazioni illogiche o insufficienti.

La violazione dei principi di correttezza e buona fede da parte della Pubblica Amministrazione dà automaticamente diritto all’assunzione?
No. Secondo la Corte d’Appello, la cui decisione non è stata riformata su questo punto, la violazione di tali principi da parte dell’amministrazione potrebbe al massimo far sorgere una pretesa di natura risarcitoria, che però deve essere specificamente richiesta e provata dal danneggiato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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