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Sconfinamento costruzione: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha stabilito che qualsiasi sconfinamento di una costruzione sulla proprietà altrui, anche se di pochi centimetri, è illegittimo e deve essere rimosso. Nell’analizzare un caso di sconfinamento costruzione, la Corte ha chiarito che le normative urbanistiche locali sulle distanze non possono giustificare la violazione del diritto di proprietà. La sentenza di Appello, che aveva negato la rimozione di un garage sconfinante perché considerato una ‘ricostruzione’, è stata annullata, riaffermando il principio dell’inviolabilità della proprietà privata.

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Sconfinamento Costruzione: Anche Pochi Centimetri Contano

Quando si parla di confini di proprietà, la precisione è tutto. Ma cosa succede se la costruzione del vicino invade il nostro terreno, anche solo di pochi centimetri? Un recente provvedimento della Corte di Cassazione fa luce su questo tema, riaffermando un principio fondamentale: lo sconfinamento costruzione è sempre illegittimo e la parte lesa ha diritto alla sua rimozione. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine dalla richiesta di due proprietari terrieri nei confronti del loro vicino. Quest’ultimo aveva realizzato un garage che, secondo gli accertamenti tecnici, invadeva la loro proprietà per sette centimetri. I proprietari si sono quindi rivolti al Tribunale per chiedere l'”arretramento” della costruzione fino all’esatta linea di confine.

Sia in primo grado che in appello, la domanda è stata respinta. La Corte d’Appello, in particolare, aveva sostenuto che le norme sulle distanze tra edifici non fossero applicabili, poiché il garage non era una “nuova costruzione”, ma la “ricostruzione” di un edificio preesistente. Secondo i giudici di merito, tale intervento era conforme alle previsioni della normativa locale, che apparentemente consentivano la ricostruzione sul medesimo sedime senza rispettare le distanze ordinarie.

La Decisione della Corte d’Appello e il Ricorso in Cassazione

Insoddisfatti della decisione, i proprietari hanno presentato ricorso alla Corte di Cassazione. Il loro argomento principale si basava sul fatto che la Corte d’Appello avesse erroneamente ignorato il punto centrale della questione: non una semplice violazione delle distanze, ma una vera e propria invasione della loro proprietà privata, ovvero uno sconfinamento costruzione.

Le Motivazioni della Cassazione: Inviolabilità della Proprietà

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ribaltando la decisione precedente. I giudici supremi hanno chiarito un punto cruciale: la distinzione tra “nuova costruzione” e “ricostruzione” è del tutto irrilevante quando si verifica un’occupazione del suolo altrui.

L’articolo 832 del Codice Civile tutela il diritto del proprietario di godere del proprio bene in modo pieno ed esclusivo. Qualsiasi invasione fisica, anche minima, costituisce una violazione di questo diritto fondamentale. Le normative urbanistiche locali, come il Piano Regolatore Generale (P.R.G.), disciplinano le distanze tra le costruzioni per tutelare interessi pubblici e privati (salubrità, sicurezza, ecc.), ma non possono mai autorizzare un soggetto a costruire sulla proprietà di un altro.

La Corte ha specificato che la richiesta dei ricorrenti era finalizzata alla “riduzione in pristino”, cioè al ripristino della situazione originaria, nel rispetto del confine. Essendo stato accertato che il garage invadeva il loro fondo, la domanda doveva essere accolta. L’argomentazione della Corte d’Appello, basata sulla conformità alla normativa locale, è stata giudicata priva di rilievo giuridico di fronte alla palese violazione del diritto di proprietà.

Le Conclusioni: Principio di Diritto e Implicazioni Pratiche

Con questa ordinanza, la Cassazione riafferma con forza il principio dell’inviolabilità della proprietà. La decisione stabilisce che qualsiasi sconfinamento costruzione è illegittimo e deve essere rimosso, a prescindere dall’entità dell’invasione. Le norme sulle distanze legali e quelle sulla ricostruzione edilizia non possono prevalere sul diritto fondamentale di non vedere il proprio terreno occupato da terzi.

In pratica, questo significa che un proprietario che subisce uno sconfinamento, anche di pochi centimetri, ha pieno diritto di esigere la demolizione della parte di edificio che insiste sul suo fondo. La tolleranza verso piccole invasioni non ha fondamento giuridico, e la tutela della proprietà rimane assoluta. La causa è stata quindi rinviata alla Corte d’Appello per una nuova decisione che dovrà conformarsi a questo principio e ordinare la rimozione della parte di garage che viola il confine.

Se la costruzione del vicino invade la mia proprietà solo di pochi centimetri, posso chiederne la rimozione?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che qualsiasi sconfinamento, anche minimo, costituisce una violazione del diritto di proprietà. Di conseguenza, il proprietario del fondo invaso ha il diritto di chiedere e ottenere la rimozione della parte di costruzione che si trova sulla sua proprietà.

Le norme del piano regolatore comunale possono giustificare uno sconfinamento sul terreno del vicino?
No. Secondo l’ordinanza, le norme urbanistiche e i regolamenti edilizi (come il Piano Regolatore Generale) disciplinano le distanze tra costruzioni ma non possono mai legittimare l’occupazione della proprietà altrui. Il diritto di proprietà prevale su tali disposizioni.

C’è differenza tra una ‘nuova costruzione’ e una ‘ricostruzione’ in caso di sconfinamento?
Ai fini della violazione della proprietà, no. La Corte ha chiarito che il fatto che un edificio sia una ‘ricostruzione’ su un sedime preesistente è irrilevante se la nuova struttura invade il fondo del vicino. L’invasione della proprietà altrui è illegittima a prescindere dalla natura dell’intervento edilizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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