LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Sciopero occulto: la Cassazione conferma la sanzione

La Corte di Cassazione ha confermato la sanzione a un’organizzazione sindacale per uno sciopero occulto. Centinaia di agenti di polizia locale si assentarono in massa la notte di Capodanno, giustificandosi con certificati medici. La Corte ha ritenuto che le assenze fittizie, coordinate dal sindacato, costituissero una forma illegittima di sciopero in un servizio pubblico essenziale, violando le procedure di legge.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Sciopero occulto: quando la malattia di massa diventa sciopero illegittimo

La recente sentenza della Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, n. 13220 del 14 maggio 2024, affronta un tema di grande attualità e complessità nel diritto del lavoro: lo sciopero occulto. Si tratta di una forma di protesta collettiva mascherata dietro giustificazioni apparentemente legittime, come un’ondata anomala di certificati di malattia. La Corte ha stabilito che un’astensione dal lavoro, attuata tramite assenze per malattia fittizie ma coordinate e riconducibili a una vertenza sindacale, costituisce a tutti gli effetti uno sciopero, e se attuato in servizi pubblici essenziali senza rispettare le procedure di legge, è illegittimo e sanzionabile.

I fatti del caso: assenze anomale a Capodanno

La vicenda trae origine da quanto accaduto nella città di Roma durante la notte di Capodanno tra il 2014 e il 2015. In quel periodo, si verificò un’assenza di massa del personale della Polizia Locale, con un picco anomalo e straordinario di assenze per malattia (quintuplicate rispetto agli anni precedenti) e per permessi (raddoppiate). Questo fenomeno si inseriva in un contesto di forte tensione sindacale tra le organizzazioni di categoria e l’amministrazione comunale.

La Commissione di Garanzia per lo Sciopero nei Servizi Pubblici Essenziali, ravvisando in tale comportamento una forma di protesta coordinata e non dichiarata, aveva sanzionato una delle organizzazioni sindacali coinvolte con la sospensione del versamento dei contributi associativi per un importo di 20.000 euro.
La Corte d’Appello aveva confermato tale decisione, ritenendo provato che, nonostante la formale presentazione di certificati medici, si fosse trattato di un’astensione collettiva dal lavoro promossa dal sindacato per motivi di protesta.

La decisione della Corte: confermato lo sciopero occulto

L’organizzazione sindacale ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che non si potesse parlare di sciopero in presenza di condotte individuali giustificate (assenze per malattia) e che la Corte di merito avesse erroneamente interpretato le prove. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando la legittimità della sanzione e delineando importanti principi di diritto.

La nozione di sciopero e la sua forma “occulta”

La Corte ha chiarito che l’astensione collettiva dal lavoro per motivi sindacali rientra nella nozione di sciopero, anche quando questa viene dissimulata. Se i lavoratori si assentano presentando certificazioni mediche fittizie, ma lo fanno in modo coordinato e per finalità di rivendicazione collettiva, si realizza uno sciopero occulto. La particolarità di questa forma di protesta sta proprio nel tentativo di celare la sua vera natura per eludere le norme che regolano l’esercizio del diritto di sciopero, in particolare quelle previste dalla Legge n. 146/1990 per i servizi pubblici essenziali.

Il valore della prova presuntiva nel caso di sciopero occulto

Un punto cruciale della sentenza riguarda l’onere della prova. Come si dimostra che centinaia di certificati medici sono fittizi? La Cassazione ha affermato che non è necessario provare la falsità di ogni singola certificazione. È invece legittimo ricorrere alle presunzioni semplici, basate su elementi gravi, precisi e concordanti. Nel caso di specie, gli elementi valorizzati sono stati:

1. Il dato statistico: l’incremento abnorme e ingiustificato delle assenze rispetto agli anni precedenti.
2. Il contesto: la coincidenza temporale con una vertenza sindacale e con comunicazioni ambigue da parte del sindacato che invitavano a non collaborare.
3. La convergenza dei comportamenti: l’assenza concentrata in un lasso di tempo specifico e cruciale per il servizio pubblico (la notte di Capodanno).

Questi elementi, letti congiuntamente, hanno permesso al giudice di concludere logicamente che le assenze non erano dovute a reali stati patologici, ma a un’azione di protesta collettiva e coordinata.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sottolineando che la violazione delle procedure previste per lo sciopero nei servizi pubblici essenziali (come la comunicazione del preavviso) è di per sé causa di illegittimità dell’astensione. Queste regole sono poste a tutela di diritti costituzionalmente garantiti della persona (sicurezza, salute, libertà di circolazione), che nel caso della Polizia Locale sono di primaria importanza. Lo sciopero occulto rappresenta un tentativo di aggirare questo bilanciamento di interessi, rendendo l’azione sindacale illecita. La Corte ha ritenuto che il ragionamento della Corte d’Appello, basato su prove presuntive, fosse immune da vizi logici e giuridici, in quanto fondato su dati di fatto oggettivi (l’abnorme numero di assenze) la cui “eclatanza” rendeva implausibile qualsiasi altra spiegazione.

Le conclusioni

In conclusione, la sentenza n. 13220/2024 stabilisce un principio di diritto fondamentale: costituisce sciopero occulto, e come tale è illegittimo se viola le norme sui servizi essenziali, l’astensione collettiva dal lavoro realizzata mediante la presentazione di certificazioni mediche fittizie. La prova di tale condotta può essere raggiunta anche tramite presunzioni basate su dati statistici anomali e sul contesto sindacale. La decisione riafferma la necessità di un corretto bilanciamento tra il diritto di sciopero e la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini, sanzionando le forme di protesta che, attraverso l’inganno, tentano di compromettere questo equilibrio.

Un’assenza di massa per malattia può essere considerata uno sciopero?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, un’astensione collettiva dal lavoro, realizzata attraverso la presentazione di certificazioni mediche che risultino fittizie e finalizzate a una rivendicazione collettiva, costituisce a tutti gli effetti uno “sciopero occulto”.

Come si può provare uno sciopero occulto se i lavoratori presentano certificati medici?
Non è necessario dimostrare la falsità di ogni singolo certificato. La prova può essere raggiunta attraverso presunzioni gravi, precise e concordanti. Elementi chiave sono l’abnorme incremento statistico delle assenze rispetto al passato, l’assenza di altre cause (come picchi epidemici) e la coincidenza con un periodo di tensione sindacale.

Quali sono le conseguenze per un sindacato che promuove uno sciopero occulto in un servizio pubblico essenziale?
Se un sindacato organizza o promuove uno sciopero occulto in un servizio pubblico essenziale, violando le procedure della Legge 146/1990 (come il preavviso), può essere soggetto a sanzioni. Nel caso specifico, la sanzione è consistita nella sospensione dell’erogazione dei contributi associativi trattenuti sulla busta paga dei lavoratori.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati