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Scioglimento società: nomina del liquidatore dal Tribunale

A seguito del ricorso di una socia di minoranza, il Tribunale ha accertato lo scioglimento di una società rimasta inattiva per oltre dieci anni dopo il decesso del socio di maggioranza e amministratore unico. Poiché l’eredità è stata devoluta allo Stato e l’assemblea era di fatto paralizzata, il Tribunale ha nominato un liquidatore per gestire la chiusura della società, superando la situazione di stallo.

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Pubblicato il 31 ottobre 2024 in Diritto Civile, Diritto Societario, Giurisprudenza Civile

Scioglimento Società: Quando il Tribunale Nomina il Liquidatore per Paralisi Assembleare

Lo scioglimento società è un evento cruciale nella vita di un’impresa, ma cosa accade quando una società si trova in un limbo, paralizzata dall’inattività e dall’impossibilità di prendere decisioni? Un recente provvedimento del Tribunale di Venezia fa luce su una situazione complessa: una società bloccata a seguito del decesso del socio di maggioranza, con l’eredità delle quote devoluta allo Stato. Il caso dimostra come l’intervento del giudice sia fondamentale per nominare un liquidatore e porre fine a uno stallo che danneggia i soci di minoranza e l’integrità del sistema giuridico.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine dal ricorso di una socia, titolare di una quota simbolica dell’1% di una S.r.l. La restante quota del 99%, insieme alla carica di amministratore unico, apparteneva al suo defunto coniuge, deceduto oltre dieci anni prima. La ricorrente e il figlio minore avevano rinunciato all’eredità, e nessun altro erede si era fatto avanti per accettarla.

Di conseguenza, dopo il decorso del termine decennale, l’eredità e la relativa quota del 99% sono state devolute per legge allo Stato. Dal momento del decesso, la società era rimasta completamente inattiva: nessun nuovo amministratore era stato nominato e l’assemblea dei soci non era mai stata convocata. Questa paralisi totale ha spinto la socia di minoranza a rivolgersi al Tribunale per chiedere di accertare lo scioglimento della società e nominare un liquidatore.

Lo Scioglimento Società per Impossibilità di Funzionamento

Il Tribunale ha accolto la richiesta della ricorrente, riconoscendo la sussistenza di una causa di scioglimento società ai sensi dell’art. 2484, n. 3 del codice civile: l’impossibilità di funzionamento dell’assemblea. La prolungata inattività, protrattasi per oltre un decennio, e la vacanza dell’organo amministrativo costituivano la prova evidente di questa impossibilità.

Il giudice ha evidenziato come la socia di minoranza, detenendo solo l’1% del capitale, non avesse il potere di convocare autonomamente l’assemblea, facoltà che la legge riserva ai soci che rappresentano almeno un terzo del capitale sociale. La situazione era quindi bloccata e senza via d’uscita per le vie ordinarie.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore del provvedimento risiede nelle motivazioni che hanno spinto il Tribunale a intervenire direttamente. Il Collegio ha osservato che la devoluzione della quota di maggioranza allo Stato creava un paradosso. Lo Stato, divenuto socio al 99%, non aveva alcun interesse a proseguire l’attività d’impresa (vendita al dettaglio di articoli da regalo) né a convocare un’assemblea per nominare un liquidatore. Questo disinteresse di fatto perpetuava lo stallo.

L’inerzia del socio di maggioranza, unita all’impotenza del socio di minoranza, rendeva l’intervento del Tribunale non solo opportuno, ma necessario. La nomina giudiziale di un liquidatore è stata identificata come l’unico strumento per superare la paralisi e consentire alla società di essere correttamente liquidata, tutelando così gli interessi della socia ricorrente e la certezza dei rapporti giuridici.

Conclusioni

La decisione del Tribunale di Venezia rappresenta un importante precedente per tutti i soci di minoranza intrappolati in ‘società zombie’, ovvero quelle entità giuridiche che esistono solo sulla carta ma sono prive di qualsiasi operatività. Il provvedimento chiarisce che, di fronte a una paralisi assembleare conclamata e insuperabile, il socio di minoranza ha il diritto di ottenere un intervento giudiziale per lo scioglimento società. Questa pronuncia rafforza il principio secondo cui nessuna società può rimanere in un limbo giuridico a tempo indeterminato, garantendo una via d’uscita anche nelle situazioni ereditarie più complesse, come quelle che coinvolgono la devoluzione delle quote allo Stato.

Cosa può fare un socio di minoranza se una società è inattiva e l’assemblea è paralizzata da anni?
Può rivolgersi al Tribunale per far accertare la causa di scioglimento della società per impossibilità di funzionamento dell’assemblea e chiedere la nomina di un liquidatore, come avvenuto in questo caso.

Cosa succede alle quote di una società se gli eredi del socio defunto rinunciano all’eredità e non ci sono altri successibili?
Trascorsi dieci anni dall’apertura della successione senza che alcun chiamato abbia accettato l’eredità, questa viene devoluta per legge allo Stato, che di conseguenza diventa titolare delle quote societarie del defunto.

Perché il Tribunale ha nominato un liquidatore in questo caso specifico?
Il Tribunale ha nominato un liquidatore perché ha constatato una situazione di stallo insuperabile: la società era inattiva da oltre dieci anni, il socio di minoranza non poteva convocare l’assemblea e il socio di maggioranza (lo Stato) non aveva interesse a proseguire l’attività né a gestire la liquidazione. L’intervento giudiziale era l’unica soluzione per chiudere formalmente la società.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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