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Sanzioni pecuniarie: la giurisdizione del giudice

La Corte di Cassazione a Sezioni Unite stabilisce che la giurisdizione per le controversie riguardanti sanzioni pecuniarie amministrative spetta al giudice ordinario. La decisione nasce da un caso in cui un Ente Locale aveva multato una società concessionaria per occupazione abusiva di suolo pubblico. Poiché la sanzione era puramente monetaria e non comportava un’azione ripristinatoria discrezionale, la Corte ha affermato che la posizione del multato è di diritto soggettivo, la cui tutela è demandata alla magistratura ordinaria e non a quella amministrativa.

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Pubblicato il 25 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Sanzioni Pecuniarie: Chi Decide? La Cassazione Fa Chiarezza sulla Giurisdizione

Quando la Pubblica Amministrazione irroga delle sanzioni pecuniarie, sorge spesso un dubbio cruciale per cittadini e imprese: a quale giudice rivolgersi per contestarle? Al Tribunale ordinario o al TAR? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha fornito una risposta chiara, tracciando una linea netta basata sulla natura della sanzione applicata.

I Fatti del Caso: Una Multa per Occupazione di Spazio Aereo

La vicenda trae origine da un contenzioso tra un Ente Locale e una grande Società Concessionaria Autostradale. L’Ente aveva emesso un verbale di accertamento con cui contestava alla società l’occupazione abusiva dello spazio aereo soprastante le strade provinciali, a causa della presenza di pontoni autostradali. Per tale violazione, l’Ente aveva applicato una sanzione puramente pecuniaria, pari al doppio del canone non corrisposto.

La società concessionaria aveva impugnato il verbale davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR). L’Ente Locale, ritenendo errata la scelta del giudice, si è rivolto alla Corte di Cassazione con un regolamento preventivo di giurisdizione, sostenendo che la competenza a decidere sulla controversia spettasse al giudice ordinario.

La Questione delle Sanzioni Pecuniarie e il Riparto di Giurisdizione

Il cuore della questione sottoposta alle Sezioni Unite riguarda la corretta individuazione del giudice competente a decidere sull’impugnazione di un atto amministrativo che commina una sanzione. La difesa dell’Ente Locale si basava su un triplice assunto:

1. La controversia ha per oggetto unicamente una sanzione pecuniaria, la cui imposizione lede un diritto soggettivo (il patrimonio del sanzionato) e non un interesse legittimo.
2. L’adozione della sanzione non è espressione di un potere discrezionale dell’amministrazione, ma un atto vincolato dalla legge.
3. Non era stata irrogata alcuna sanzione accessoria di tipo ripristinatorio (come un ordine di rimozione), che avrebbe invece richiesto una valutazione discrezionale e attratto la competenza del giudice amministrativo.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente la tesi dell’Ente Locale, dichiarando la giurisdizione del giudice ordinario. Le motivazioni si fondano sulla distinzione fondamentale tra due tipi di sanzioni amministrative:

Sanzioni Punitive: Hanno una finalità meramente punitiva e afflittiva. Consistono, come nel caso di specie, nel pagamento di una somma di denaro (le sanzioni pecuniarie in senso stretto). La loro applicazione è un’attività vincolata per la P.A. e incide direttamente sul diritto soggettivo patrimoniale del trasgressore. La tutela dei diritti soggettivi è, per definizione, demandata al giudice ordinario.

Sanzioni Ripristinatorie: Hanno lo scopo di ripristinare l’interesse pubblico leso dal comportamento illecito. Comportano la prescrizione di una condotta specifica (es. la demolizione di un manufatto abusivo). La loro adozione è frutto dell’esercizio del potere discrezionale della Pubblica Amministrazione, che valuta il modo migliore per curare l’interesse pubblico. Di fronte a tale potere, la posizione del privato è di interesse legittimo, la cui tutela spetta al giudice amministrativo.

Nel caso esaminato, l’amministrazione si era limitata a irrogare la sola sanzione pecuniaria, senza adottare alcun provvedimento ripristinatorio. Di conseguenza, la controversia verte su una mera situazione di diritto soggettivo, che deve essere accertata e tutelata dal giudice ordinario.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

La decisione delle Sezioni Unite consolida un principio di fondamentale importanza pratica. Essa chiarisce che, per stabilire a quale giudice ricorrere, non bisogna guardare all’autorità che emette l’atto (la Pubblica Amministrazione), ma alla natura dell’atto stesso.

Se un cittadino o un’impresa riceve un verbale che impone esclusivamente il pagamento di una somma di denaro, la giurisdizione per l’eventuale impugnazione spetta al giudice ordinario. Solo nel caso in cui, assieme o in alternativa alla multa, venga notificato un ordine che impone un fare specifico (rimuovere, demolire, ripristinare), frutto di una valutazione discrezionale dell’ente, la competenza si sposterà al giudice amministrativo. Questa distinzione è essenziale per evitare di adire un giudice privo di giurisdizione, con conseguente spreco di tempo e risorse.

Quale giudice ha la giurisdizione sulle controversie relative a sanzioni pecuniarie amministrative?
La giurisdizione spetta al giudice ordinario, in quanto tali sanzioni incidono su una posizione di diritto soggettivo del cittadino (il suo patrimonio) e la loro irrogazione è un’attività vincolata per la Pubblica Amministrazione.

Perché la giurisdizione non è del giudice amministrativo in un caso di sola sanzione pecuniaria?
Perché manca l’elemento che caratterizza la giurisdizione amministrativa: l’esercizio di un potere discrezionale da parte della Pubblica Amministrazione. L’applicazione di una multa prevista dalla legge non comporta una scelta discrezionale, ma solo la verifica dei presupposti di fatto.

Cosa distingue una sanzione pecuniaria da una ripristinatoria ai fini della giurisdizione?
La sanzione pecuniaria ha uno scopo puramente punitivo e si traduce nel pagamento di una somma. La sanzione ripristinatoria, invece, mira a ristabilire l’ordine violato (es. ordine di demolizione) e deriva da una valutazione discrezionale dell’interesse pubblico. La prima rientra nella giurisdizione ordinaria, la seconda in quella amministrativa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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