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Sanzioni apparecchi gioco: la Cassazione attende

La Corte di Cassazione ha sospeso un procedimento relativo a sanzioni per apparecchi da gioco. Il caso riguarda il titolare di un’attività commerciale multato per aver messo a disposizione PC e totem che permettevano la connessione a siti di gioco online. La Corte d’Appello aveva confermato la sanzione, ritenendo sufficiente la mera potenzialità di collegamento. Tuttavia, la Cassazione ha rinviato la decisione, in attesa che la Corte Costituzionale si pronunci sulla legittimità della normativa che prevede tali sanzioni per apparecchi da gioco.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile

Sanzioni Apparecchi Gioco: la Cassazione Sospende il Giudizio in Attesa della Consulta

Le sanzioni per apparecchi da gioco rappresentano un tema complesso e dibattuto. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ha introdotto un importante elemento di riflessione, decidendo di sospendere un procedimento per attendere il parere della Corte Costituzionale sulla legittimità della normativa stessa. Analizziamo questa decisione per capire le sue implicazioni.

I Fatti del Caso

Il titolare di una ditta individuale, gestore di negozi di gioco sportivo, ha ricevuto un’ordinanza-ingiunzione dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) per il pagamento di una sanzione di 20.000 euro. La violazione contestata era l’aver installato e messo a disposizione del pubblico sei apparecchi (cinque PC e un totem) che consentivano la libera connessione a siti di gioco online, in violazione dell’art. 7, comma 3-quater, del d.l. n. 158/2012.

Inizialmente, il Tribunale aveva parzialmente accolto l’opposizione, annullando la sanzione pecuniaria ma confermando la confisca del totem. Tuttavia, la Corte d’Appello, su impugnazione dell’ADM, ha ribaltato la decisione, ripristinando la sanzione.

La Decisione della Corte d’Appello e le Sanzioni per Apparecchi Gioco

Secondo i giudici d’appello, per configurare l’illecito amministrativo è sufficiente la mera potenzialità e il pericolo che gli apparecchi possano essere usati per connettersi a piattaforme di gioco online. Non rileva, come elemento a discolpa, il fatto che i dispositivi possano essere utilizzati anche per la normale navigazione su Internet. La semplice messa a disposizione di terminali che astrattamente permettono l’accesso al gioco online integra la violazione, a prescindere dall’uso effettivo che ne viene fatto.

Il Ricorso in Cassazione

L’imprenditore ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su due motivi principali:
1. Violazione di legge: Sosteneva che l’illecito non può derivare dalla mera messa a disposizione di apparecchiature, ma richiede una verifica concreta della finalità e dell’idoneità degli stessi a “forzare” la scelta dell’utente verso il gioco online (ad esempio, tramite specifici blocchi alla navigazione).
2. Omesso esame di un fatto decisivo: Lamentava che la Corte d’Appello non avesse considerato una perizia che attestava il mancato funzionamento del totem al momento dell’ispezione.

Le Motivazioni dell’Ordinanza Interlocutoria

La Corte di Cassazione, anziché decidere nel merito dei motivi proposti, ha ritenuto di dover rinviare la causa a nuovo ruolo. La ragione di questa scelta risiede nel fatto che la stessa Corte, con altre recenti ordinanze, ha sollevato una questione di legittimità costituzionale proprio sulla norma posta a fondamento della sanzione (l’art. 7, comma 3-quater, del d.l. 158/2012) e sulle relative disposizioni sanzionatorie.

Il dubbio di costituzionalità riguarda la compatibilità di tali norme con diversi principi fondamentali, tra cui quelli sanciti dagli articoli 3, 25, 41, 42 e 117 della Costituzione, nonché con norme della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU) e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (CDFUE). In attesa che la Corte Costituzionale si pronunci su queste questioni, il Collegio ha ritenuto opportuno sospendere il presente giudizio.

Conclusioni

Questa ordinanza interlocutoria non risolve la controversia, ma la congela in attesa di una decisione di portata generale da parte della Corte Costituzionale. L’esito del giudizio costituzionale avrà un impatto determinante non solo su questo caso specifico, ma su tutti i procedimenti relativi alle sanzioni per apparecchi da gioco che consentono l’accesso a piattaforme online. Se la Consulta dovesse dichiarare l’incostituzionalità della norma, tutte le sanzioni basate su di essa potrebbero essere annullate, ridisegnando in modo significativo il quadro normativo del settore.

È sufficiente la sola potenziale connessione a siti di gioco online per essere sanzionati?
Secondo l’orientamento della Corte d’Appello riportato nell’ordinanza, sì. Ai fini della configurazione dell’illecito amministrativo è sufficiente la mera potenzialità e il pericolo che gli apparecchi messi a disposizione del pubblico possano essere usati per connettersi a piattaforme di gioco online, indipendentemente dal loro uso effettivo.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito il ricorso?
La Corte di Cassazione ha sospeso il giudizio perché la stessa Corte, in altri procedimenti, ha sollevato una questione di legittimità costituzionale sulla norma che prevede la sanzione. Ha quindi deciso di attendere la pronuncia della Corte Costituzionale prima di decidere il caso.

Cosa succede ora al procedimento?
Il procedimento è sospeso e verrà ripreso solo dopo che la Corte Costituzionale avrà deciso sulla questione di legittimità della normativa in esame. La decisione della Consulta sarà vincolante per la Corte di Cassazione e influenzerà l’esito finale del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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