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Sanzioni antiriciclaggio: favor rei e nuovo calcolo

Analisi di un’ordinanza della Cassazione sul tema delle sanzioni antiriciclaggio. Una cittadina, sanzionata per un ingente trasferimento di contanti, ottiene l’annullamento parziale della sanzione per l’applicazione del principio del *favor rei*, ovvero la legge successiva più favorevole. La Corte rinvia al giudice d’appello per un nuovo calcolo della pena, basato su una valutazione complessiva della normativa più vantaggiosa.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Sanzioni Antiriciclaggio: La Cassazione Applica la Legge Più Favorevole

L’applicazione delle sanzioni antiriciclaggio è un tema complesso, soprattutto quando la normativa cambia nel tempo. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale: la retroattività della legge più favorevole (favor rei) anche per gli illeciti amministrativi in questo settore. La vicenda riguarda una cittadina sanzionata per aver trasferito un’ingente somma di denaro in contanti, violando le norme che impongono l’uso di intermediari abilitati.

Il Caso: Un Ingente Trasferimento di Contanti e la Multa

I fatti risalgono al 2012, quando il Ministero dell’Economia e delle Finanze irrogò una sanzione amministrativa di 625.000 euro a una cittadina. La violazione contestata consisteva nell’aver effettuato transazioni finanziarie in contanti per un importo complessivo di 2.500.000 euro, senza avvalersi di un intermediario abilitato come previsto dalla legge antiriciclaggio (all’epoca il D.L. n. 143/1991).

La ricorrente si era affidata a un promotore finanziario di fiducia della sua famiglia, che gestiva da anni il patrimonio dei suoi figli, noti sportivi professionisti. Tuttavia, in questa specifica operazione, finalizzata a investimenti immobiliari, il promotore aveva agito a titolo personale, senza rilasciare ricevute formali su carta intestata della società di intermediazione per cui lavorava. Proprio queste anomalie, secondo i giudici di merito, avrebbero dovuto allertare la cittadina.

Il Percorso Giudiziario e i Limiti del Giudizio di Cassazione

Dopo la reiezione dell’opposizione in primo grado, la Corte d’Appello di Firenze aveva parzialmente accolto il ricorso, riducendo la sanzione a 250.000 euro, pari al 10% dell’importo trasferito. La cittadina ha quindi proposto ricorso in Cassazione, lamentando principalmente l’erronea esclusione della sua buona fede e la mancata valutazione di prove a suo favore.

I primi tre motivi di ricorso sono stati dichiarati inammissibili dalla Suprema Corte. Quest’ultima ha ribadito un principio cardine del nostro ordinamento: il giudizio di Cassazione è un giudizio di legittimità, non di merito. Ciò significa che la Corte non può riesaminare i fatti (quaestio facti) o le prove, come le testimonianze, per fornire una diversa ricostruzione della vicenda. Il suo compito è verificare la corretta applicazione delle norme di diritto, non decidere una terza volta sul fatto.

Le Sanzioni Antiriciclaggio e la Decisione della Cassazione

Il quarto motivo, relativo alla quantificazione della sanzione, è stato invece accolto, ma per una ragione giuridica individuata d’ufficio dalla stessa Corte. Qui emerge l’aspetto più rilevante della decisione. La normativa sulle sanzioni antiriciclaggio è stata significativamente modificata nel tempo. In particolare, il D.Lgs. n. 90 del 2017 ha introdotto, all’art. 69 del D.Lgs. n. 231 del 2007, il principio della retroattività della legge più favorevole.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha osservato che la disciplina attualmente in vigore prevede, per trasferimenti di contante superiori a 250.000 euro, una sanzione massima di 250.000 euro. La Corte d’Appello aveva applicato proprio questa cifra, corrispondente al massimo edittale della nuova legge. Tuttavia, la stessa Corte d’Appello aveva riconosciuto nelle sue motivazioni la ‘non particolare gravità’ della violazione, evidenziando come la ricorrente fosse stata più una vittima dell’attività delittuosa del promotore che non un’istigatrice.

Questa contraddizione è stata colta dalla Cassazione. Applicare la sanzione massima a un fatto giudicato di non particolare gravità non è coerente. Secondo la Suprema Corte, per individuare il trattamento più favorevole non basta confrontare i massimi edittali delle vecchie e nuove normative. È necessario un ‘apprezzamento di fatto delle circostanze di commissione dell’illecito’, volto a individuare ‘in concreto del regime complessivamente più favorevole per la persona’.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata, rinviando la causa alla Corte d’Appello di Firenze, in diversa composizione. Il giudice del rinvio dovrà procedere a un nuovo esame del punto, rideterminando la sanzione. Dovrà prima individuare la disciplina più favorevole alla ricorrente, considerando tutte le caratteristiche del caso specifico, e poi applicare una sanzione congrua e proporzionata alla reale gravità del fatto, come emersa nel giudizio di merito. Questa ordinanza rafforza la tutela del cittadino, estendendo un principio di garanzia tipico del diritto penale all’ambito delle sanzioni amministrative finanziarie.

Quando una legge successiva modifica le sanzioni amministrative, quale si applica?
In materia di violazioni antiriciclaggio, si applica la legge vigente al momento della violazione solo se più favorevole; altrimenti, si applica retroattivamente la disciplina successiva più vantaggiosa per il trasgressore, secondo il principio del favor rei.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove e la buona fede di una persona?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che i motivi di ricorso che mirano a una nuova valutazione dei fatti e delle prove sono inammissibili. La Corte è giudice della legittimità, ovvero della corretta applicazione della legge, non un giudice di terzo grado sul merito della causa.

Come si determina la sanzione più favorevole in materia di antiriciclaggio?
Non è sufficiente confrontare i limiti minimi e massimi previsti dalle diverse leggi. La Corte ha stabilito che è necessario un apprezzamento concreto di tutte le circostanze del caso per individuare il regime sanzionatorio che, nel suo complesso, risulta più favorevole per la persona sanzionata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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