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Sanzioni antiriciclaggio: favor rei e calcolo

Un direttore di banca e l’istituto cessionario di un ramo d’azienda sono stati sanzionati per omesse segnalazioni di operazioni sospette. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione di secondo grado, stabilendo l’applicazione del principio del ‘favor rei’, ovvero della legge successiva più favorevole, per la determinazione delle sanzioni antiriciclaggio. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per ricalcolare la sanzione alla luce della normativa sopravvenuta.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Sanzioni Antiriciclaggio: La Cassazione Applica il Favor Rei e Chiarisce il Calcolo

La normativa antiriciclaggio impone agli intermediari finanziari obblighi stringenti per prevenire l’uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione interviene su un caso complesso, offrendo chiarimenti cruciali sull’applicazione delle sanzioni antiriciclaggio, in particolare riguardo al principio del favor rei e alla responsabilità solidale in caso di cessione di azienda. Analizziamo la vicenda per comprenderne la portata.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una sanzione amministrativa irrogata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze nei confronti del direttore generale di una Banca di Credito Cooperativo (BCC) e, in solido, di una Banca Popolare (BPP) che aveva successivamente acquisito il ramo d’azienda della BCC. La contestazione riguardava l’omessa segnalazione di operazioni sospette avvenute tra il 2003 e il 2004.

Il Tribunale di primo grado aveva annullato il decreto sanzionatorio. Successivamente, la Corte d’Appello, in riforma della prima sentenza, aveva parzialmente accolto l’appello del Ministero, riducendo l’importo della sanzione ma confermando la responsabilità del direttore e della banca cessionaria.
Contro questa decisione, sia il direttore (ricorrente principale) sia la banca (ricorrente incidentale) hanno proposto ricorso per Cassazione, sollevando diverse questioni di diritto.

La Responsabilità del Direttore e le Sanzioni Antiriciclaggio

Un punto centrale della difesa del direttore riguardava la distinzione tra i suoi obblighi e quelli del titolare dell’attività (l’organo direttivo della banca). La Corte di Cassazione ha respinto questa doglianza, chiarendo un principio fondamentale.

Il responsabile della dipendenza ha un margine di discrezionalità ridotto: deve segnalare al suo superiore gerarchico ‘ogni’ operazione che, sulla base di elementi oggettivi (come le indicazioni della Banca d’Italia), lo ‘induca a ritenere’ che i fondi possano provenire da reati. La sua valutazione non deve spingersi fino a un convincimento sulla colpevolezza, ma si basa su un giudizio tecnico e oggettivo.

Spetta invece al ‘titolare dell’attività’ (l’organo di vertice), che riceve le segnalazioni, una valutazione più ampia e penetrante. Egli, tenendo conto di tutti gli elementi a disposizione della banca, decide se inoltrare la segnalazione all’Ufficio Italiano Cambi. La Corte ha quindi confermato che il direttore, in assenza di sistemi automatici di rilevazione all’epoca dei fatti, avrebbe dovuto usare una particolare prudenza nel vagliare le operazioni sospette.

L’Applicazione del Principio del Favor Rei

La svolta decisiva della sentenza riguarda l’accoglimento del motivo relativo alla misura della sanzione. Sia il direttore che la banca avevano lamentato un errato calcolo dell’importo e invocato l’applicazione di una normativa successiva più favorevole, introdotta nel 2017.

La Corte Suprema ha ribadito il suo orientamento consolidato: in materia di sanzioni amministrative, il principio del favor rei (applicazione della legge più favorevole al reo) deve prevalere. Questo significa che le norme sopravvenute che prevedono un trattamento sanzionatorio più mite devono essere applicate anche d’ufficio dalla Corte, persino nei giudizi di legittimità pendenti.

Questa regola si applica a maggior ragione quando, come nel caso di specie, una delle parti solleva un motivo di ricorso specifico sulla misura della sanzione. La statuizione sulla sanzione, infatti, non passa in giudicato finché non è definitiva quella sulla responsabilità.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha cassato la sentenza impugnata proprio su questo punto. La motivazione risiede nella natura pubblicistica del principio del favor rei, che impone al giudice di applicare sempre la norma più favorevole tra quelle succedutesi nel tempo. La Corte d’Appello, nel decidere, non aveva considerato la normativa sopravvenuta. Pertanto, i giudici di legittimità hanno rinviato la causa a una diversa sezione della Corte d’Appello, incaricandola di un compito preciso: valutare quale regime sanzionatorio, tra quello originario del 1991 e quello modificato nel 2017, sia in concreto più favorevole per i soggetti sanzionati. Una volta individuato, dovrà rideterminare la sanzione di conseguenza.

La Corte ha inoltre affrontato la questione della responsabilità della banca cessionaria. Ha respinto il motivo con cui la banca cercava di sottrarsi alla responsabilità solidale, chiarendo che nel settore bancario si applica una norma speciale (art. 58 del Testo Unico Bancario) che prevale su quella generale del codice civile. Tale norma prevede che, in caso di cessione di azienda, la cessionaria risponde delle obbligazioni sorte prima della cessione, incluse quelle derivanti da illecito amministrativo, senza che sia necessario che esse risultino dai libri contabili obbligatori.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione rafforza due principi cardine in materia di sanzioni antiriciclaggio. In primo luogo, conferma la netta distinzione di ruoli e responsabilità tra il personale di filiale e gli organi di vertice della banca. In secondo luogo, e con maggiore impatto pratico, consolida l’applicazione retroattiva della legge più favorevole (favor rei) nei procedimenti sanzionatori amministrativi ancora pendenti. Questa decisione impone ai giudici di merito un’attenta analisi comparativa delle normative succedutesi nel tempo, garantendo che al sanzionato sia sempre riservato il trattamento più mite previsto dalla legge.

Una legge successiva più favorevole può essere applicata a sanzioni antiriciclaggio già contestate?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che il principio del favor rei si applica anche alle sanzioni amministrative. Pertanto, se una nuova legge introduce un trattamento sanzionatorio più mite, questa deve essere applicata anche ai procedimenti in corso, e il giudice è tenuto a farlo anche d’ufficio.

Il direttore di una filiale ha gli stessi obblighi di segnalazione del legale rappresentante della banca?
No. Secondo la Corte, il responsabile della dipendenza (direttore di filiale) ha un obbligo di segnalazione basato su un margine di discrezionalità ridotto e su elementi oggettivi che inducano al sospetto. La valutazione più ampia e penetrante, che porta alla decisione finale di inoltrare la segnalazione alle autorità, spetta invece al titolare dell’attività, ovvero all’organo direttivo della banca.

La banca che acquista un ramo d’azienda risponde delle violazioni antiriciclaggio commesse prima della cessione?
Sì. La sentenza chiarisce che si applica la normativa speciale del Testo Unico Bancario (art. 58 D.Lgs. 385/1993), la quale prevede che la banca cessionaria risponda delle obbligazioni della cedente, incluse quelle derivanti da sanzioni amministrative, anche se non risultanti dai libri contabili.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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