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Sanzione software senza licenza: la guida completa

Un’azienda è stata multata per oltre 28.000 euro per l’utilizzo di software non licenziato. Si è opposta alla sanzione, sostenendo che il calcolo per i programmi obsoleti fosse errato. Il tribunale ha respinto l’opposizione, confermando che la sanzione software senza licenza deve essere basata sul prezzo di mercato al momento dell’ispezione, anche per le versioni più vecchie. La precedente sentenza penale è stata un fattore determinante.

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Pubblicato il 26 febbraio 2025 in Diritto Civile, Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile

Sanzione software senza licenza: cosa succede se il programma è obsoleto?

L’utilizzo di software privo di licenza è una pratica rischiosa che può comportare conseguenze economiche molto pesanti per le aziende. La sanzione software senza licenza non è solo un’eventualità remota, ma una realtà concreta applicata con rigore. Una recente sentenza del Tribunale di Torino offre spunti cruciali su come viene calcolata tale sanzione, specialmente quando i programmi in questione sono obsoleti. Analizziamo insieme il caso per comprendere le implicazioni pratiche per ogni imprenditore.

I Fatti del Caso: L’Ispezione e l’Ordinanza

Durante un’ispezione presso la sede operativa di una società industriale, la Guardia di Finanza accertava la detenzione e l’utilizzo, a scopi imprenditoriali, di numerosi software privi della necessaria licenza d’uso su tre diversi computer. I programmi illeciti includevano sistemi operativi, suite per la produttività d’ufficio, software di disegno tecnico, programmi di elaborazione grafica e un avanzato software di modellazione 3D.

A seguito di questi accertamenti, veniva avviato un procedimento penale a carico dell’amministratrice della società, conclusosi con una sentenza di patteggiamento divenuta irrevocabile. Successivamente, la Prefettura emetteva un’ordinanza ingiunzione, condannando la società e l’amministratrice al pagamento di una sanzione amministrativa di quasi 28.500 euro, come previsto dalla legge sul diritto d’autore.

L’Opposizione dell’Azienda e la questione del calcolo

L’azienda proponeva opposizione all’ordinanza, contestando non la violazione in sé, ma il criterio di calcolo della sanzione. Secondo la difesa, l’Amministrazione aveva adottato un metodo “ibrido” e illegittimo. Per alcuni software più recenti, aveva applicato la regola del “doppio del prezzo di mercato”, mentre per i programmi più obsoleti, il cui prezzo non era facilmente reperibile, aveva applicato la sanzione in misura fissa minima.

La tesi dell’opponente era che, data l’obsolescenza di molti programmi, il criterio della sanzione fissa avrebbe dovuto essere esteso a tutte le licenze contestate, con una conseguente e drastica riduzione dell’importo totale dovuto. In subordine, chiedeva una rideterminazione basata sul valore effettivo delle vecchie versioni dei software.

La Decisione del Tribunale: Sanzione software senza licenza confermata

Il Tribunale ha rigettato integralmente l’opposizione, confermando la piena legittimità dell’operato della Prefettura. La decisione si fonda su argomentazioni logiche e giuridiche molto solide che chiariscono i principi per il calcolo della sanzione software senza licenza.

Le Motivazioni della Sentenza

Il giudice ha innanzitutto sottolineato come la sussistenza della violazione fosse pacifica, anche in virtù della sentenza penale di patteggiamento, che costituisce un elemento di prova qualificato.

Nel merito del calcolo, il Tribunale ha chiarito i seguenti punti fondamentali:

1. Legittimità del Criterio Ibrido: La legge sul diritto d’autore (art. 174-bis L. 633/1941) prevede due distinti regimi sanzionatori: la sanzione pari al doppio del prezzo di mercato dell’opera e, solo se tale prezzo non è facilmente determinabile, una sanzione fissa (da 103,00 a 1.032,00 euro). Nulla vieta, anzi è imposto da un principio di proporzionalità, di applicare a ciascun software il criterio più consono. Pertanto, l’uso di un metodo “ibrido” è perfettamente corretto.

2. Irrilevanza dell’Obsolescenza: Il fatto che una versione di un software sia obsoleta non significa automaticamente che il suo prezzo non sia “facilmente determinabile”. Il momento a cui fare riferimento è quello della contestazione. In quella data, l’azienda stava traendo un’utilità economica dal software. Se avesse voluto acquisirla legalmente, avrebbe dovuto acquistare la versione allora disponibile sul mercato. Pertanto, è a quel prezzo che si deve guardare per calcolare la sanzione. Ragionare diversamente, spiega il giudice, creerebbe un paradosso: più un software pirata invecchia, meno costerebbe la sanzione, incentivando di fatto l’illecito a lungo termine.

3. Valore Probatorio della Sentenza Penale: Le contestazioni sulle specifiche versioni dei software (es. versione completa vs. versione ridotta) sono state respinte perché le versioni sanzionate erano le stesse indicate nella sentenza penale irrevocabile, che l’imputata aveva accettato con il patteggiamento.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa sentenza ribadisce con forza il rigore del sistema sanzionatorio a tutela del diritto d’autore. Per le aziende, il messaggio è chiaro: utilizzare software senza licenza, anche se datato, è un rischio che non vale la pena correre. La sanzione software senza licenza viene calcolata con riferimento al valore attuale della funzionalità del programma, vanificando qualsiasi tentativo di far leva sull’obsolescenza per ottenere uno “sconto”. L’investimento in licenze regolari non è solo un obbligo di legge, ma una scelta strategica per evitare sanzioni pecuniarie che possono essere anche molto ingenti.

L’uso di software obsoleto e senza licenza comporta una sanzione ridotta?
No, la sanzione non è ridotta. Il Tribunale ha stabilito che il calcolo deve basarsi sul prezzo di mercato della versione più recente disponibile al momento del controllo, poiché rappresenta il costo che l’azienda avrebbe dovuto sostenere per acquisire legalmente quella funzionalità.

È legittimo usare criteri di calcolo diversi per software diversi nella stessa sanzione?
Sì. La legge prevede due metodi: il doppio del prezzo di mercato o una sanzione fissa se il prezzo non è facilmente determinabile. Il giudice ha confermato che l’Amministrazione può legittimamente applicare il criterio più appropriato a ciascun software contestato.

Una precedente sentenza di patteggiamento in sede penale ha valore nella causa civile per la sanzione?
Sì, ha un forte valore probatorio. La sentenza penale, anche se di patteggiamento, una volta divenuta irrevocabile, costituisce un elemento di prova qualificato che dimostra l’accertamento dei fatti contestati, incluse le specifiche versioni dei software illeciti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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