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Sanzione fissa apparecchi gioco: la Cassazione attende

Il caso riguarda un’esercente multata con una sanzione fissa di 20.000 euro per l’installazione di un apparecchio da gioco non autorizzato. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha sospeso il giudizio. La ragione del rinvio è l’attesa di una decisione su una questione di legittimità costituzionale, sollevata in un altro procedimento, riguardante la proporzionalità della sanzione fissa per gli apparecchi gioco.

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Pubblicato il 1 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Sanzione fissa apparecchi gioco: la Cassazione attende la Corte Costituzionale

L’applicazione di una sanzione fissa per apparecchi gioco non autorizzati solleva importanti questioni di proporzionalità e legittimità costituzionale. Con una recente ordinanza interlocutoria, la Corte di Cassazione ha deciso di sospendere un procedimento in attesa di chiarimenti su un punto cruciale: una sanzione amministrativa pecuniaria, fissa nel suo ammontare e di notevole entità, è compatibile con i principi costituzionali? Analizziamo la vicenda per comprendere le implicazioni di questa pausa di riflessione del massimo organo giurisdizionale.

I Fatti di Causa

Tutto ha origine da un accertamento della Guardia di Finanza presso un esercizio commerciale. All’interno del locale, veniva rinvenuto un apparecchio tipo “totem”, acceso e funzionante, che consentiva a un avventore di connettersi a una piattaforma per il gioco a distanza gestita da un soggetto non autorizzato. A seguito di tale violazione, all’esercente veniva irrogata una sanzione amministrativa di 20.000 euro, in applicazione delle norme che disciplinano il contrasto al gioco illegale.

L’Iter Processuale: Dal Tribunale alla Corte d’Appello

L’esercente proponeva opposizione all’ingiunzione di pagamento. In primo grado, il Tribunale accoglieva il ricorso, ritenendo che la norma applicabile fosse una disposizione meno severa del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS) e non la legge speciale che prevedeva la sanzione fissa di 20.000 euro.

L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli impugnava la decisione. La Corte d’Appello ribaltava completamente il verdetto, accogliendo l’appello. Secondo i giudici di secondo grado, la normativa più recente, che introduceva la sanzione specifica per gli apparecchi che consentono il gioco da remoto, doveva considerarsi speciale e, pertanto, prevalente rispetto alla norma generale del TULPS. Di conseguenza, la sanzione di 20.000 euro veniva ritenuta legittimamente applicata.

Il Ricorso in Cassazione e la questione sulla sanzione fissa apparecchi gioco

L’esercente si rivolgeva quindi alla Corte di Cassazione, basando il proprio ricorso su due motivi principali:

1. Un motivo procedurale: Si sosteneva che l’appello dell’Agenzia fosse inammissibile perché non aveva criticato specificamente tutte le rationes decidendi della sentenza di primo grado, la quale si fondava anche su una precedente assoluzione in sede penale.
2. Un motivo di merito e costituzionale: Si eccepiva l’illegittimità costituzionale della norma che impone una sanzione fissa per apparecchi gioco di importo così elevato. Secondo la difesa, una sanzione rigida, che non consente al giudice di graduare l’importo in base alla gravità concreta del fatto, al volume di gioco illecito o ad altre circostanze (come il contesto di emergenza pandemica), viola i principi di proporzionalità e ragionevolezza sanciti dalla Costituzione. A sostegno di questa tesi, veniva richiamata una precedente sentenza della Corte Costituzionale che aveva dichiarato illegittima un’altra norma simile per la sua eccessiva rigidità.

Le Motivazioni dell’Ordinanza

La Corte di Cassazione, nell’analizzare il secondo motivo di ricorso, ha rilevato un elemento decisivo. La medesima questione di legittimità costituzionale era già stata sollevata in un altro procedimento, pendente davanti alla stessa Corte e già discusso in pubblica udienza. In attesa che venga pubblicata l’ordinanza che rimetterà formalmente la questione alla Corte Costituzionale in quel procedimento, la Cassazione ha ritenuto opportuno differire la trattazione del caso in esame.

Questa decisione, formalizzata in un’ordinanza interlocutoria, non risolve la controversia ma la congela. La Corte sceglie di attendere la definizione dell’incidente di costituzionalità per garantire uniformità di giudizio e per evitare di pronunciarsi su una norma che potrebbe essere presto dichiarata incostituzionale. È una scelta di prudenza e di economia processuale, che riconosce la centralità e la serietà del dubbio di costituzionalità sollevato.

Le Conclusioni

In conclusione, l’ordinanza della Corte di Cassazione sospende il giudizio sulla legittimità di una sanzione amministrativa fissa di 20.000 euro. La decisione di rinviare la causa a nuovo ruolo evidenzia come il sistema giudiziario stia attentamente vagliando la compatibilità delle sanzioni amministrative rigide con i principi fondamentali dell’ordinamento. L’esito dell’incidente di costituzionalità pendente sarà determinante non solo per il caso specifico, ma per tutti i procedimenti che riguardano la sanzione fissa per apparecchi gioco, potendo portare a una revisione complessiva del sistema sanzionatorio in questo delicato settore.

Perché l’esercente è stata sanzionata?
L’esercente è stata sanzionata perché nel suo locale è stato trovato un apparecchio elettronico (tipo “totem”) che permetteva di collegarsi a piattaforme di gioco a distanza fornite da soggetti non autorizzati, violando così le norme sul gioco legale.

Qual è la principale questione legale sollevata davanti alla Corte di Cassazione?
La questione principale è se la legge che impone una sanzione amministrativa fissa e di importo elevato (20.000 euro), senza possibilità di graduarla in base alla gravità del caso, sia costituzionalmente legittima o se violi i principi di proporzionalità e ragionevolezza.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione con questa ordinanza?
La Corte di Cassazione ha deciso di non decidere immediatamente, ma di rinviare la trattazione del ricorso. Ha sospeso il giudizio in attesa che venga definita la questione di legittimità costituzionale della norma sanzionatoria, già sollevata in un altro procedimento simile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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