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Sanzione disciplinare notaio: la Cassazione decide

Un notaio ha ricevuto una sanzione disciplinare di €40.000 per aver emesso fatture irregolari e praticato concorrenza sleale tra il 2014 e il 2017. La Corte di Cassazione ha confermato l’illecito, ma ha dichiarato prescritta la violazione del 2014, riducendo la sanzione finale a €30.000. La sentenza chiarisce importanti principi sulla tempestività del procedimento disciplinare, sul calcolo delle sanzioni per violazioni ripetute e sull’irrilevanza di errori formali nell’inquadramento giuridico della condotta.

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Pubblicato il 19 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Sanzione disciplinare notaio: la Cassazione riduce la multa ma conferma l’illecito

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato il caso di una sanzione disciplinare notaio, inflitta per gravi irregolarità nella fatturazione e per atti di concorrenza sleale. La decisione, pur riducendo l’importo della sanzione a causa della prescrizione di una parte dei fatti, ha confermato la responsabilità del professionista e ha offerto importanti chiarimenti sui principi che regolano i procedimenti disciplinari. Questo caso evidenzia il rigore con cui vengono valutate le condotte che ledono il decoro e il prestigio della categoria notarile.

I fatti del caso: la condotta del professionista

Un notaio è stato sottoposto a procedimento disciplinare per aver, in modo sistematico e continuativo tra il 2013 e il 2017, commesso gravi irregolarità nella gestione contabile e fiscale della sua attività. In particolare, il professionista era accusato di:

1. Emissione di fatture irregolari: attraverso la pratica del cosiddetto “scolonnamento”, aumentava artificialmente le spese esenti (come le tasse e le imposte per conto del cliente) e diminuiva il compenso professionale imponibile.
2. Vantaggio fiscale indebito: tale condotta gli permetteva di ottenere un risparmio fiscale illecito.
3. Concorrenza sleale: offrendo tariffe apparentemente più basse grazie a questo meccanismo, comprometteva il decoro e il prestigio della categoria notarile e violava le norme deontologiche.

La Commissione Amministrativa Regionale di Disciplina aveva inizialmente irrogato una sanzione di 40.000 euro. La Corte d’Appello, pur riconoscendo la prescrizione per i fatti del 2013, aveva confermato tale importo per le violazioni commesse dal 2014 al 2017. Il notaio ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La decisione della Corte di Cassazione e la sanzione disciplinare notaio

La Suprema Corte ha esaminato i sette motivi di ricorso presentati dal notaio, rigettandone la maggior parte ma accogliendo un punto cruciale relativo alla prescrizione.

L’analisi dei motivi di ricorso

La Corte ha respinto le censure del notaio relative a presunti vizi procedurali. In particolare, ha stabilito che:

* Tempestività dell’azione: L’obbligo per il Consiglio Notarile di procedere “senza indugio” non è un termine di decadenza. L’azione disciplinare è limitata solo dalla prescrizione decennale dell’illecito, e il tempo impiegato per le indagini è stato ritenuto ragionevole.
* Imparzialità: La fase di indagine preliminare svolta dal Consiglio Notarile è distinta dal procedimento disciplinare vero e proprio, che si svolge davanti alla Commissione garantendo il pieno diritto di difesa. Non vi è stata alcuna violazione dei principi di imparzialità.
* Calcolo della sanzione: La sanzione di 40.000 euro non era sproporzionata. Non si trattava di un’unica violazione, ma di plurime condotte illecite, ripetute autonomamente per ogni annualità. La Corte ha quindi applicato il principio del cumulo materiale, considerando legittima una sanzione di 10.000 euro per ciascuno dei quattro anni contestati (2014-2017).
* Inquadramento giuridico: Sebbene la condotta fosse più correttamente inquadrabile come concorrenza sleale (art. 147 lett. c Legge Notarile) piuttosto che come generica violazione deontologica (art. 147 lett. b), la Corte ha ritenuto l’errore formale e irrilevante, poiché la condotta contestata era chiara e la sanzione applicata era una sola.

La prescrizione e la rideterminazione della sanzione

Il punto di svolta del giudizio è stato il riconoscimento, da parte della stessa Corte, dell’intervenuta prescrizione per le violazioni commesse nell’anno 2014. Essendo trascorso il termine decennale durante la pendenza del giudizio di Cassazione, la Corte ha annullato la sentenza impugnata limitatamente a tale annualità. Di conseguenza, la sanzione disciplinare notaio è stata rideterminata, escludendo la quota relativa al 2014, e fissata nell’importo complessivo di 30.000 euro.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte di Cassazione si fondano su una netta distinzione tra la sostanza della condotta e gli aspetti formali del procedimento. I giudici hanno sottolineato che la pratica dello “scolonnamento” costituisce una grave violazione che mina la fiducia dei cittadini e la lealtà tra colleghi. Per questo, anche di fronte a un errore nell’indicazione della specifica norma violata, la sanzione rimane valida se la condotta illecita è stata correttamente individuata e provata. Inoltre, la Corte ribadisce che le violazioni disciplinari che si protraggono nel tempo, come in questo caso per più anni, devono essere considerate come una serie di illeciti distinti, ciascuno soggetto a una propria sanzione, secondo il principio del cumulo materiale e non della continuazione.

Le conclusioni

La sentenza rappresenta un importante monito per tutti i professionisti. La Corte di Cassazione conferma che le condotte lesive del decoro professionale e della leale concorrenza sono sanzionate con rigore. Sebbene un vizio procedurale come la prescrizione possa ridurre l’entità della pena, non cancella la gravità dell’illecito. La decisione chiarisce inoltre che i termini procedurali, se non espressamente qualificati come perentori, devono essere interpretati con ragionevolezza, senza che un ritardo nelle indagini possa automaticamente invalidare il procedimento. Infine, viene ribadita la validità sostanziale della sanzione anche in presenza di meri errori formali nell’atto di contestazione, purché i fatti e la responsabilità del professionista siano chiaramente delineati.

L’azione disciplinare contro un notaio deve essere avviata entro un termine perentorio?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’espressione “senza indugio” contenuta nell’art. 153 della Legge Notarile non stabilisce un termine di decadenza perentorio. L’azione disciplinare è soggetta solo al termine di prescrizione decennale dell’illecito, e la durata delle indagini preliminari deve essere valutata secondo un criterio di ragionevolezza.

Come viene calcolata la sanzione per un notaio che commette la stessa violazione per più anni consecutivi?
Secondo la Corte, le violazioni identiche commesse in annualità diverse sono considerate illeciti autonomi e distinti. Pertanto, si applica il principio del “cumulo materiale”, che prevede l’applicazione di una sanzione per ciascuna violazione annuale, le quali vengono poi sommate tra loro, anziché una sanzione unica per una condotta continuata.

Un errore formale nell’indicare la norma violata rende nulla la sanzione disciplinare?
No. La Corte ha stabilito che un errore nell’indicazione della norma specifica violata è irrilevante se la condotta illecita è stata descritta in modo chiaro e preciso nell’atto di contestazione e se i presupposti del fatto sanzionato sono stati correttamente individuati. La violazione, in questi casi, è considerata meramente formale e non incide sulla validità della sanzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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