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Sanzione amministrativa personale: cosa succede se muori?

Un ex amministratore di un istituto bancario, sanzionato dall’autorità di vigilanza per carenze gestionali, ha impugnato la sanzione. Durante il giudizio in Cassazione, l’amministratore è deceduto. La Corte ha dichiarato la cessazione della materia del contendere, stabilendo che la sanzione amministrativa personale non si trasmette agli eredi, estinguendosi con la morte del responsabile. Di conseguenza, non si applicano le regole sulla soccombenza per le spese legali.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Sanzione amministrativa personale: Si estingue con la Morte?

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale riguardante la sanzione amministrativa personale: cosa accade quando il soggetto sanzionato decede nel corso del giudizio di impugnazione? La risposta della Suprema Corte è netta e si fonda sul principio della personalità della responsabilità amministrativa, con importanti conseguenze per gli eredi e per la gestione delle spese processuali.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una delibera dell’Autorità di Vigilanza bancaria, la quale aveva irrogato una pesante sanzione amministrativa pecuniaria di 163.000 euro a un ex componente del consiglio di amministrazione di un noto istituto di credito. Le contestazioni riguardavano gravi carenze nell’organizzazione, nella gestione dei rischi, nei controlli interni e nel governo societario.

L’ex amministratore si era opposto alla sanzione, prima dinanzi alla Corte d’Appello, che aveva però rigettato la sua opposizione, e successivamente proponendo ricorso in Cassazione. Durante la pendenza di quest’ultimo giudizio, è sopraggiunto il decesso del ricorrente, un evento che ha cambiato radicalmente le sorti del procedimento.

La Decisione della Corte: Cessazione della Materia del Contendere

La Corte di Cassazione, preso atto del decesso del ricorrente attestato dal suo difensore, ha dichiarato la ‘cessazione della materia del contendere’. Questa formula tecnica significa che il processo si estingue perché è venuto meno l’oggetto stesso della controversia. La ragione di questa decisione risiede nella natura strettamente personale dell’obbligazione sanzionatoria.

Le Motivazioni e il principio della sanzione amministrativa personale

La Corte ha fondato il proprio ragionamento sull’articolo 7 della Legge n. 689 del 1981, una norma cardine in materia di sanzioni amministrative. Tale articolo stabilisce chiaramente che l’obbligazione di pagare una sanzione pecuniaria non si trasmette agli eredi. La responsabilità per l’illecito amministrativo è, per sua natura, personale e legata indissolubilmente alla persona che ha commesso la violazione.

Di conseguenza, la morte dell’autore dell’illecito comporta l’estinzione dell’obbligo di pagamento. Questo principio ha due importanti corollari processuali:

1. Inapplicabilità della soccombenza virtuale: Normalmente, quando un processo si estingue, il giudice può decidere sulle spese legali applicando il principio della ‘soccombenza virtuale’, cioè valutando chi avrebbe avuto torto se il giudizio fosse proseguito. In questo caso, la Cassazione ha chiarito che tale principio non si applica. Poiché l’erede subentra nel processo ma non nel ‘lato passivo’ del rapporto sanzionatorio, non è possibile stabilire una soccombenza. Ciascuna parte, quindi, sostiene le proprie spese.

2. Nessun raddoppio del contributo unificato: La normativa prevede che, in caso di rigetto o inammissibilità dell’impugnazione, la parte che ha perso debba pagare un importo pari al contributo unificato versato. Poiché il giudizio non si è concluso con una pronuncia di merito sfavorevole ma con una declaratoria di cessazione della materia del contendere, anche questa sanzione processuale non trova applicazione.

Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un principio di civiltà giuridica: la responsabilità per un illecito amministrativo è personale e non può ricadere sugli eredi, i quali non hanno alcuna colpa nella violazione commessa dal loro dante causa. La decisione offre quindi una tutela importante per gli eredi, che non si vedranno gravati da debiti di natura sanzionatoria derivanti da condotte altrui. Dal punto di vista processuale, si conferma che la morte del responsabile estingue non solo la sanzione, ma anche tutte le conseguenze accessorie legate all’esito del giudizio, come la condanna alle spese secondo il principio di soccombenza.

Cosa succede a una sanzione amministrativa se la persona multata muore durante il processo?
La sanzione si estingue. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’obbligo di pagare una sanzione amministrativa pecuniaria è strettamente personale e, ai sensi dell’art. 7 della L. 689/1981, non si trasmette agli eredi. Di conseguenza, il processo si conclude con la ‘cessazione della materia del contendere’.

Gli eredi sono tenuti a pagare la multa amministrativa del defunto?
No, gli eredi non sono tenuti a pagare la sanzione. La natura personale della responsabilità amministrativa impedisce che l’obbligazione di pagamento passi agli eredi dopo la morte del trasgressore.

In caso di decesso del ricorrente, chi paga le spese legali del giudizio di cassazione?
La Corte ha stabilito che non si applicano i principi della soccombenza (chi perde paga). Poiché l’erede succede nel processo ma non nel debito sanzionatorio, non è possibile determinare una parte ‘perdente’. Di conseguenza, ogni parte del processo sostiene le proprie spese legali anticipate.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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