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Sanzione Agricoltura Biologica: Irrilevante la Legge Nuova

Un’azienda agricola ha impugnato una sanzione per la mancata tenuta dei registri obbligatori per la coltivazione biologica. La ricorrente sosteneva, tra le altre cose, l’abrogazione della norma sanzionatoria. Il Tribunale ha rigettato l’opposizione, confermando che nelle sanzioni amministrative si applica la legge in vigore al momento della violazione (principio del ‘tempus regit actum’), e non la legge successiva più favorevole. La sentenza ha inoltre sottolineato il dovere di diligenza dell’operatore, che deve informarsi e procurarsi attivamente la documentazione necessaria, rendendo irrilevante la giustificazione di non aver ricevuto i registri. Questa decisione ribadisce l’importanza del rispetto formale delle normative nel settore dell’agricoltura biologica.

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Pubblicato il 25 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Sanzione Agricoltura Biologica: La Legge Applicabile è Quella del Momento della Violazione

Nel complesso mondo delle normative agricole, una recente sentenza del Tribunale di Venezia fa luce su un principio fondamentale in materia di illeciti amministrativi: la sanzione agricoltura biologica segue la legge in vigore al momento della violazione, non le normative successive più favorevoli. Questo caso, che ha visto un’imprenditrice agricola opporsi a una sanzione pecuniaria per la mancata tenuta dei registri, offre spunti cruciali sul dovere di diligenza e sulla non applicabilità del principio della lex mitior in questo ambito.

I Fatti di Causa: La Controversia sulla Certificazione Biologica

Una coltivatrice, proprietaria di un terreno adibito a prato pascolo, aveva aderito nel 2015 al sistema di coltivazione biologica, ricevendo i relativi incentivi statali. Il controllo della regolarità di tale coltivazione era affidato a un ente di certificazione privato con cui l’agricoltrice aveva stipulato un contratto.

Nonostante l’adesione al programma, l’imprenditrice non avrebbe mai tenuto i registri obbligatori (Registro Materie Prime, Registro Colturale e Registro Vendite). A seguito di un controllo, nel 2018 le veniva contestata la violazione amministrativa e, successivamente, veniva emesso un provvedimento sanzionatorio di 10.000,00 euro. La ricorrente si opponeva a tale sanzione, sostenendo di non aver mai ricevuto i registri dall’ente certificatore e di non aver mai commercializzato né utilizzato il prodotto, rendendo la violazione puramente formale e inoffensiva.

Le Argomentazioni delle Parti

La ricorrente basava la sua opposizione su diversi motivi:

1. Abrogazione della norma: Sosteneva l’applicazione di una legge successiva più favorevole che aveva abrogato la norma sanzionatoria.
2. Mancanza di prova: Affermava di non aver mai ricevuto i registri, elemento oggettivo della violazione.
3. Assenza di dolo o colpa: Dichiarava la mancanza di volontà nel commettere l’illecito, agendo in buona fede.
4. Violazione meramente formale: La produzione non era mai stata commercializzata, quindi non vi era stata alcuna offesa al bene giuridico tutelato.

L’amministrazione resistente, invece, replicava che per gli illeciti amministrativi vale il principio tempus regit actum (si applica la legge del tempo) e che era onere della coltivatrice conoscere i propri obblighi e agire con diligenza per rispettarli, inclusa la tenuta dei registri.

Le Motivazioni della Decisione del Tribunale

Il Tribunale ha rigettato integralmente l’opposizione, confermando la legittimità della sanzione. La decisione si fonda su principi cardine del diritto amministrativo sanzionatorio.

La non applicabilità della lex mitior alla sanzione agricoltura biologica

Il punto centrale della sentenza è il rigetto dell’applicabilità del principio della lex mitior (legge più favorevole). Il giudice ha chiarito che, ai sensi dell’art. 1 della Legge n. 689/1981, in materia di illeciti amministrativi si applica la legge in vigore al momento in cui è stato commesso il fatto. Il principio di irretroattività è la regola. La giurisprudenza costante, citata in sentenza, ha consolidato questo orientamento, distinguendo nettamente le sanzioni amministrative da quelle penali, per le quali invece vige il principio del favor rei.

Il Dovere di Diligenza dell’Operatore

Il Tribunale ha ritenuto infondate anche le giustificazioni relative alla mancata ricezione dei registri e all’assenza di colpa. La sentenza sottolinea che rientra nel dovere di diligenza e di autoresponsabilità della coltivatrice informarsi sul contenuto dei propri obblighi di legge. L’adesione a un sistema certificato come quello biologico comporta l’accettazione di regole precise, e l’operatore ha l’onere di procurarsi attivamente gli strumenti necessari per rispettarle, come i registri, senza poter attendere passivamente la loro consegna.

Irrilevanza della Mancata Commercializzazione

Infine, il giudice ha qualificato come irrilevante la circostanza che il prodotto non fosse mai stato raccolto o commercializzato. La sanzione non punisce un danno al mercato, ma la violazione di una norma procedurale posta a presidio della trasparenza e della correttezza del sistema di certificazione biologica. L’esclusione dal sistema, non impugnata dalla ricorrente, era la conseguenza diretta della mancata tenuta dei registri, e la sanzione pecuniaria ne è il logico corollario previsto dalla legge.

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un messaggio chiaro per tutti gli operatori del settore agricolo e, in particolare, per chi aderisce a regimi di certificazione come quello biologico. La responsabilità di conoscere e adempiere agli obblighi di legge è personale e non delegabile. L’ignoranza o la negligenza non costituiscono una scusante valida. Inoltre, in materia di illeciti amministrativi, non si può fare affidamento su future modifiche normative per sanare violazioni passate. La legge da rispettare è quella in vigore nel momento in cui si agisce, e la diligenza professionale è il primo strumento di tutela contro una sanzione agricoltura biologica.

Se una legge che prevede una sanzione amministrativa viene abrogata, la sanzione già emessa è ancora valida?
Sì. Secondo la sentenza, per gli illeciti amministrativi si applica il principio ‘tempus regit actum’, ovvero la legge in vigore al momento della violazione. La successiva abrogazione o modifica più favorevole della norma non annulla la sanzione per fatti commessi in precedenza.

Un agricoltore biologico può giustificare la mancata tenuta dei registri obbligatori sostenendo di non averli mai ricevuti dall’ente certificatore?
No. Il Tribunale ha stabilito che rientra nel dovere di diligenza e di autoresponsabilità dell’agricoltore informarsi sui propri obblighi e procurarsi attivamente tutta la documentazione necessaria, inclusi i registri obbligatori.

La sanzione per una violazione formale, come la mancata tenuta di registri, è legittima anche se non si è creato un danno effettivo (es. la merce non è stata venduta)?
Sì. La sentenza chiarisce che l’inoffensività del fatto è irrilevante. La sanzione è legittima perché punisce la violazione delle regole procedurali previste dalla legge a tutela del sistema di certificazione, a prescindere dal fatto che da tale violazione sia derivato o meno un danno concreto al mercato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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