LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Risoluzione Contratto Locazione: Quando si applica?

Una sentenza del Tribunale di Milano chiarisce come i ritardi sistematici e i pagamenti parziali del canone possano portare alla risoluzione contratto locazione commerciale, anche se il singolo debito è modesto. Il caso evidenzia l’efficacia della clausola risolutiva espressa, che consente al locatore di terminare il contratto a seguito di inadempimenti ripetuti, considerati gravi dal giudice. La decisione ha comportato la condanna del conduttore al rilascio dell’immobile e al pagamento dei canoni arretrati e delle spese legali.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Risoluzione Contratto Locazione per Ritardi: Il Caso del Tribunale di Milano

La puntualità nel pagamento del canone è un’obbligazione centrale nei contratti di locazione. Ma cosa accade quando i ritardi diventano un’abitudine? Una recente sentenza del Tribunale di Milano offre un’analisi dettagliata su come la condotta reiterata del conduttore possa portare alla risoluzione contratto locazione, anche in assenza di un singolo debito di importo elevato. Questo caso dimostra la potenza della clausola risolutiva espressa come strumento di tutela per il locatore.

La Vicenda Giudiziaria: Dal Tentativo di Sfratto alla Risoluzione

La vicenda ha inizio quando una società proprietaria di un immobile a uso commerciale avvia un procedimento di sfratto per morosità contro l’impresa conduttrice. L’azione iniziale si basava su un residuo non pagato di un canone trimestrale. Tuttavia, il giudice, rilevando che l’importo della morosità iniziale era inferiore a un canone intero, non ha convalidato lo sfratto e ha disposto il ‘mutamento del rito’, trasformando la causa da procedimento sommario a ordinario.

È a questo punto che la strategia del locatore cambia. Invece di insistere solo sul mancato pagamento, la società ha presentato una nuova domanda, chiedendo la risoluzione del contratto sulla base di una specifica clausola contrattuale: la clausola risolutiva espressa.

L’Inadempimento Sistematico e la Risoluzione Contratto Locazione

Il locatore ha documentato come il conduttore, da quasi due anni, pagasse sistematicamente i canoni in ritardo e sempre in due diverse tranche, la seconda delle quali a distanza di oltre un mese dalla prima. Questa modalità di pagamento persisteva anche dopo che il locatore aveva inviato una comunicazione formale, intimando il rispetto puntuale delle scadenze pattuite e minacciando azioni legali.

Nonostante l’avvertimento, il conduttore ha continuato con la sua condotta, pagando il canone successivo con quasi tre mesi di ritardo e lasciando interamente insoluto il canone maturato al momento della decisione. Il Tribunale ha ritenuto che questa serie di inadempimenti, sebbene non sempre di importo elevato singolarmente, costituisse nel suo complesso una violazione grave e continuativa degli obblighi contrattuali.

Le Motivazioni

Il Tribunale di Milano ha accolto la domanda del locatore, dichiarando la risoluzione del contratto. La motivazione si fonda su due pilastri. In primo luogo, l’attivazione della clausola risolutiva espressa prevista dall’art. 15 del contratto. Tale clausola prevedeva che l’inadempimento relativo al tempestivo pagamento dei canoni avrebbe prodotto la risoluzione ‘ipso iure’ (cioè di diritto) del contratto. Il locatore, dichiarando di volersi avvalere di tale clausola, ha reso operativo questo meccanismo automatico.

In secondo luogo, il giudice ha comunque valutato la gravità dell’inadempimento, definendolo ‘non occasionale ma abituale e prolungato nel tempo’. L’inesatto adempimento, manifestatosi sia nel mancato rispetto delle scadenze sia nel frazionamento unilaterale del pagamento, ha creato uno squilibrio significativo nel rapporto contrattuale, giustificando la risoluzione anche ai sensi dei principi generali (art. 1455 c.c.).

Le Conclusioni

La sentenza ha portato a conseguenze concrete e immediate per il conduttore. Il Tribunale ha ordinato il rilascio immediato dell’immobile, fissando una data per l’esecuzione forzata, e ha condannato l’impresa al pagamento del canone scaduto (comprensivo di adeguamento ISTAT e IVA) e di quelli a maturare fino all’effettiva riconsegna. Inoltre, tutte le spese legali, comprese quelle della mediazione, sono state poste a carico del conduttore inadempiente. Questa decisione rafforza un principio chiave: nei rapporti di locazione, la correttezza e la puntualità non sono facoltative, e la loro violazione sistematica può avere conseguenze drastiche, ben al di là del semplice recupero del credito.

Un solo ritardo nel pagamento del canone giustifica la risoluzione del contratto di locazione commerciale?
No, non necessariamente. Come dimostra il caso, un ritardo modesto potrebbe non essere ritenuto sufficiente dal giudice per convalidare uno sfratto immediato. Tuttavia, la sentenza chiarisce che una serie di ritardi abituali e pagamenti parziali, specialmente dopo un avvertimento formale, costituisce un inadempimento grave che giustifica la risoluzione del contratto.

Cosa succede se la richiesta iniziale di sfratto per morosità viene respinta?
La causa non termina. Il giudice può disporre il ‘mutamento del rito’, trasformando il procedimento sommario in una causa ordinaria. In questa nuova fase, il locatore può modificare o precisare le sue domande, ad esempio chiedendo la risoluzione del contratto non solo per un singolo mancato pagamento, ma per la condotta inadempiente complessiva del conduttore, come avvenuto in questo caso.

Qual è l’importanza della ‘clausola risolutiva espressa’ in un contratto di locazione?
È uno strumento di tutela fondamentale per il locatore. Questa clausola, se presente nel contratto, permette di ottenere la risoluzione automatica (‘di diritto’) in caso di specifici inadempimenti (es. ritardo nel pagamento). Il locatore deve solo dichiarare di volersene avvalere. Ciò semplifica notevolmente il processo, poiché il giudice non è tenuto a compiere una valutazione discrezionale sulla ‘gravità’ dell’inadempimento, che è già stata predeterminata dalle parti nel contratto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati