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Riserve oneri sicurezza: quando iscriverle per non decadere

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 13152/2024, ha rigettato il ricorso di un’impresa edile, confermando che le riserve oneri sicurezza in un appalto pubblico devono essere iscritte tempestivamente nei documenti contabili. Anche se di carattere generale, questi costi non possono essere reclamati solo al conto finale. La Corte ha ribadito che l’onere di provare la tempestività della riserva spetta all’appaltatore, pena la decadenza dal diritto al compenso.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Riserve Oneri Sicurezza: Quando Iscriverle per non Decadere dal Diritto al Compenso

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale per le imprese che operano nel settore degli appalti pubblici: la tempestività è tutto, specialmente quando si tratta di riserve oneri sicurezza. L’ordinanza n. 13152 del 13 maggio 2024 chiarisce che anche le richieste di maggiori compensi per costi di sicurezza, pur avendo carattere generale, devono essere formalizzate senza ritardo nei documenti contabili, pena la perdita del diritto a ottenerli. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Una società di costruzioni, impegnata nella realizzazione di un’opera pubblica per conto di un’amministrazione regionale, aveva richiesto il pagamento di somme aggiuntive a titolo di riserva. In particolare, la richiesta riguardava i maggiori oneri sostenuti per garantire la sicurezza durante l’esecuzione dei lavori.
La Corte d’Appello, pur superando un’iniziale eccezione di decadenza procedurale, aveva rigettato nel merito la domanda, ritenendo tardiva la riserva iscritta dall’impresa per l’inadeguatezza del compenso contrattuale previsto per gli oneri di sicurezza.
L’impresa ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che, data la natura ‘generale’ di tali costi, la relativa riserva poteva essere validamente presentata fino al momento della chiusura della contabilità e della redazione del conto finale.

La Questione delle Riserve Oneri Sicurezza e la Decadenza

Il cuore della controversia risiede nella corretta interpretazione delle norme che regolano l’iscrizione delle riserve negli appalti pubblici. L’appaltatore che ritiene di aver subito un danno o di aver sostenuto costi maggiori a causa di fatti imputabili alla stazione appaltante deve, per legge, iscrivere una specifica riserva nei registri contabili. Questo deve avvenire al primo atto contabile utile successivo al verificarsi del fatto che ha generato la pretesa.
L’impresa ricorrente argomentava che le riserve oneri sicurezza non si riferiscono a singole lavorazioni, ma all’opera nel suo complesso, e quindi sfuggirebbero a questa regola di tempestività stringente. La Corte di Cassazione è stata chiamata a decidere se questa interpretazione fosse corretta.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, fornendo motivazioni chiare e in linea con la sua consolidata giurisprudenza. Il Collegio ha stabilito che il principio della tempestiva iscrizione della riserva ha carattere generale e si applica a tutte le pretese dell’appaltatore che possono incidere sul compenso finale, inclusi i maggiori costi per la sicurezza.

I giudici hanno chiarito che l’obbligo di iscrivere riserva serve a tutelare l’amministrazione pubblica, permettendole di effettuare immediate verifiche sui fatti contestati e di monitorare costantemente l’andamento dei costi dell’opera. Derogare a questo principio per i costi della sicurezza creerebbe un’ingiustificata eccezione.

Inoltre, la Corte ha sottolineato che anche per i ‘fatti produttivi di danno continuativo’, l’onere di iscrivere la riserva sorge contestualmente o immediatamente dopo l’insorgenza del fatto lesivo. L’appaltatore non può attendere la fine dei lavori per quantificare e richiedere il compenso. È suo onere dimostrare di aver agito con la dovuta tempestività. La deduzione dell’impresa, secondo cui la riserva manifestava una generica inadeguatezza dei costi contrattuali, è stata giudicata troppo vaga e non sufficiente a superare l’obbligo di una contestazione specifica e tempestiva.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La decisione della Cassazione rappresenta un monito fondamentale per tutte le imprese appaltatrici. La gestione delle riserve è un’attività delicata che richiede massima attenzione e rigore. Anche le pretese relative a maggiori oneri per la sicurezza, spesso percepiti come costi generali e trasversali, devono essere formalizzate non appena si manifestano le circostanze che li generano. Attendere la conclusione dei lavori per presentare il conto è una strategia rischiosa che, come dimostra questo caso, porta quasi certamente alla decadenza dal diritto e alla perdita economica. Le imprese devono quindi dotarsi di procedure interne rigorose per identificare, documentare e iscrivere tempestivamente ogni potenziale riserva nei documenti contabili del cantiere.

Quando deve essere iscritta una riserva per maggiori oneri di sicurezza in un appalto pubblico?
La riserva deve essere iscritta tempestivamente nel registro di contabilità o in altri documenti contabili idonei non appena si verificano i fatti che generano i maggiori costi. Non è possibile posticiparne l’iscrizione al momento della redazione del conto finale.

Una riserva per oneri di sicurezza, avendo carattere generale, può essere iscritta alla fine dei lavori?
No. La Corte di Cassazione ha specificato che anche per i fatti produttivi di danno continuativo sussiste l’onere di tempestiva iscrizione della riserva contestualmente o immediatamente dopo l’insorgenza del fatto lesivo. Il carattere generale della spesa non giustifica un ritardo.

A chi spetta l’onere di dimostrare la tempestività di una riserva?
L’onere di dimostrare la tempestività della riserva iscritta spetta all’appaltatore. Se non riesce a fornire tale prova, la sua richiesta di maggior compenso verrà respinta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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