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Rischio Assicurato: quando scatta la copertura?

Un Condominio subisce danni dal crollo di cornicioni a causa della cattiva manutenzione di una galleria di proprietà di un Ente Pubblico. L’Ente viene condannato al risarcimento ma la sua richiesta di manleva verso la Compagnia Assicurativa viene respinta in appello. La Cassazione interviene, chiarendo che per il rischio assicurato conta il momento in cui si verifica il danno (il crollo), non quello in cui è sorta la causa (il degrado). Cassa con rinvio la decisione sull’assicurazione.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Rischio Assicurato: Quando il Danno Attiva la Polizza? La Cassazione Chiarisce

Quando si parla di assicurazione per la responsabilità civile, uno dei concetti chiave è il rischio assicurato. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha offerto un’importante lezione su come interpretare questo elemento fondamentale, distinguendo nettamente tra la causa di un danno e l’ evento dannoso stesso. La decisione chiarisce che la copertura assicurativa scatta quando si verifica il danno, anche se le sue origini sono più remote nel tempo.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine dalla richiesta di risarcimento danni avanzata da un Condominio nei confronti di un Ente Pubblico. Il crollo di due cornicioni dell’edificio condominiale era stato causato da uno stillicidio prolungato, proveniente da un canale di gronda malmesso di una galleria di proprietà dell’Ente. L’Ente, ritenuto responsabile per i danni da cose in custodia ai sensi dell’art. 2051 c.c., è stato condannato in primo grado al pagamento dei danni.

Contestualmente, l’Ente ha chiamato in causa la propria Compagnia Assicurativa, chiedendo di essere tenuto indenne (in manleva) dalle somme dovute al Condominio. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno però respinto questa domanda, sostenendo che la polizza non fosse operativa. Secondo i giudici di merito, la causa del danno (il degrado della grondaia) era preesistente e si era protratta a lungo, rendendo l’evento non coperto dalla garanzia assicurativa vigente al momento del crollo.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Rischio Assicurato

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione dei giudici d’appello, accogliendo i motivi di ricorso presentati dall’Ente Pubblico. I giudici supremi hanno sottolineato un errore fondamentale nell’interpretazione del contratto di assicurazione e del concetto di rischio assicurato.

La Differenza tra Causa ed Evento nel Rischio Assicurato

Il punto cruciale della decisione è la distinzione tra la causa del danno e l’ evento dannoso. La Corte d’Appello aveva negato la copertura assicurativa perché la causa del crollo, ovvero il difetto di manutenzione della grondaia, esisteva da molto tempo, forse anche prima della stipula della polizza.

La Cassazione ha chiarito che questo ragionamento è errato. Nell’assicurazione della responsabilità civile, ciò che rileva per attivare la polizza è il momento in cui si verifica il fatto dannoso (il crollo dei cornicioni) che fa sorgere l’obbligazione risarcitoria dell’assicurato verso il terzo. Non importa se la condizione che ha portato a quel danno (la causa) esisteva da prima. L’assicurazione copre i fatti “accaduti durante il tempo dell’assicurazione”, come stabilito dall’art. 1917 c.c. L’evento futuro e incerto, oggetto del rischio assicurato, è il pregiudizio al patrimonio del terzo, non la sua causa remota.

Danno “Involontario” non significa “Imprevedibile”

Un altro errore individuato dalla Cassazione riguarda l’interpretazione del termine “accidentale”. La Corte d’Appello aveva escluso la copertura perché il danno era prevedibile data l’inerzia dell’Ente nella manutenzione, e quindi non “accidentale”.

Anche su questo punto, la Cassazione ha corretto il tiro. La polizza copriva i “danni involontariamente cagionati a terzi”. Questa clausola, che riflette il principio generale dell’art. 1917 c.c., serve a escludere solo i danni causati con dolo (cioè con la volontà deliberata di provocare il sinistro), ma include pienamente i danni derivanti da colpa (negligenza, imprudenza o imperizia).

Interpretare “fatto accidentale” come un evento fortuito e imprevedibile svuoterebbe di senso la polizza di responsabilità civile, poiché nessuno è responsabile per il caso fortuito. La responsabilità, e quindi la necessità di assicurazione, sorge proprio in presenza di colpa. La natura oggettiva della responsabilità da cose in custodia (art. 2051 c.c.) non esclude che il danno sia “involontario” e quindi rientri a pieno titolo nel rischio assicurato.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su una rigorosa applicazione dei principi che regolano il contratto di assicurazione. I giudici hanno stabilito che confondere l’evento dannoso con la sua causa remota costituisce un errore di diritto. L’oggetto della garanzia assicurativa nella responsabilità civile è il fatto che genera la richiesta di risarcimento da parte del terzo, e tale fatto deve verificarsi durante il periodo di validità della polizza. La preesistenza della causa è irrilevante, a meno che non rendesse il danno una conseguenza certa e inevitabile già al momento della stipula, cosa non avvenuta nel caso di specie. Inoltre, la Corte ha ribadito che la copertura per danni “involontari” abbraccia l’intero spettro della colpa, escludendo unicamente il dolo. Negare la copertura per un danno prevedibile ma non intenzionale significherebbe annullare la funzione stessa dell’assicurazione di responsabilità civile.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza d’appello e ha rinviato la causa a una diversa sezione della stessa Corte per un nuovo esame della domanda di garanzia. Questa ordinanza stabilisce due principi fondamentali per gli assicurati e gli operatori del diritto:
1. Per determinare l’operatività di una polizza RC, si deve guardare alla data in cui si è verificato l’evento dannoso, non alla data in cui è sorta la sua causa.
2. Una clausola che copre i danni “involontari” o “accidentali” include i danni derivanti da colpa e negligenza, escludendo solo quelli dolosi.
Si tratta di una precisazione essenziale che rafforza la tutela degli assicurati, garantendo che le polizze di responsabilità civile svolgano la loro funzione di protezione patrimoniale anche in casi di manutenzione carente o negligenza.

In una polizza di responsabilità civile, cosa si intende per rischio assicurato?
Per rischio assicurato si intende il verificarsi di un fatto dannoso a un terzo durante il periodo di validità del contratto, che fa sorgere in capo all’assicurato un’obbligazione di risarcimento. Non va confuso con la causa remota che ha portato a tale fatto.

La copertura assicurativa è esclusa se la causa del danno preesisteva alla stipula del contratto?
No, la copertura non è esclusa. Secondo la Corte, ciò che conta è che l’evento dannoso (il sinistro) si verifichi durante il periodo di vigenza della polizza. La preesistenza della causa (es. un difetto di manutenzione) è irrilevante, a meno che il danno non fosse una conseguenza inevitabile di fatti già avvenuti prima della stipula.

Un danno causato da negligenza è considerato “involontario” e quindi coperto dall’assicurazione?
Sì. La clausola che copre i “danni involontariamente cagionati” esclude unicamente i danni provocati con dolo (intenzionalmente), ma include pienamente quelli derivanti da colpa, come negligenza, imprudenza o imperizia, che sono il presupposto tipico della responsabilità civile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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