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Risarcimento volo ritardo: no a Reg. UE per extra-UE

Un passeggero ha citato in giudizio una compagnia aerea non comunitaria per un grave ritardo su un volo partito da un paese extra-UE. La Corte di Cassazione ha negato il risarcimento volo ritardo forfettario, chiarendo che il Regolamento UE 261/04 non è applicabile, neanche per analogia, in queste circostanze. Per ottenere un indennizzo, il passeggero deve dimostrare il danno effettivo subito secondo le norme del codice civile.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Risarcimento Volo Ritardo: Quando il Regolamento UE Non Si Applica

Il risarcimento volo ritardo è un diritto fondamentale per i passeggeri, ma le sue regole non sono universali. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 15346 del 31 maggio 2024, ha fatto chiarezza su un punto cruciale: l’applicabilità del Regolamento CE n. 261/2004 ai voli operati da compagnie aeree non comunitarie in partenza da paesi extra-UE. Questo provvedimento stabilisce un principio importante, distinguendo nettamente tra la compensazione pecuniaria forfettaria prevista dalla normativa europea e il risarcimento del danno secondo le regole ordinarie.

I Fatti del Caso: Un Viaggio Intercontinentale con Imprevisti

Un passeggero aveva acquistato un biglietto aereo per la tratta Pechino-Milano, con scalo a Mosca, operata da una compagnia aerea russa. A causa di un ritardo di un’ora nella prima tratta, il viaggiatore perdeva la coincidenza per Milano. La compagnia lo riproteggeva su un volo successivo, ma questo comportava un arrivo alla destinazione finale con un ritardo complessivo di circa nove ore. Ritenendo di aver subito un disagio, il passeggero citava in giudizio la compagnia aerea per ottenere il risarcimento del danno.

La Decisione dei Giudici di Merito: Un’Applicazione Analogica Controversa

In primo grado, il Giudice di Pace accoglieva la domanda, condannando la compagnia al pagamento di 600 euro a titolo di compensazione pecuniaria e 100 euro per danno morale da omessa assistenza. In appello, il Tribunale confermava la compensazione di 600 euro, pur eliminando il risarcimento per danno morale. La motivazione del Tribunale era peculiare: pur riconoscendo che il Regolamento CE 261/04 non fosse direttamente applicabile (poiché la compagnia non era comunitaria e il volo partiva da un paese extra-UE), decideva di applicarne l’art. 7 per analogia, considerandolo una sorta di penale legale per l’inadempimento.

Il Risarcimento Volo Ritardo e la Sentenza della Cassazione

La compagnia aerea ricorreva in Cassazione, contestando l’errata applicazione del Regolamento europeo. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ribaltando completamente le decisioni precedenti. Ha stabilito un principio di diritto chiaro e in linea con la propria giurisprudenza consolidata.

Le Motivazioni della Corte Suprema

La Corte ha specificato che il Regolamento CE n. 261/2004 ha un campo di applicazione tassativo, come definito dall’art. 3. Esso si applica:
1. Ai passeggeri in partenza da un aeroporto situato nel territorio di uno Stato membro dell’UE.
2. Ai passeggeri in partenza da un aeroporto situato in un paese terzo, con destinazione un aeroporto dell’UE, ma solo se il vettore aereo operativo è un vettore dell’Unione.

Il caso in esame non rientrava in nessuna di queste due ipotesi. Pertanto, la disciplina speciale del Regolamento, che prevede una compensazione pecuniaria forfettaria indipendentemente dalla prova di un danno effettivo, non poteva essere applicata. La Corte ha escluso categoricamente la possibilità di un’applicazione analogica, poiché si tratta di una normativa speciale non estensibile oltre i casi espressamente previsti. Di conseguenza, la controversia doveva essere risolta applicando i principi generali del codice civile in materia di inadempimento contrattuale (artt. 1223 e 2697 c.c.). Secondo tali principi, il debitore inadempiente risponde solo dei danni che sono conseguenza immediata e diretta del suo comportamento. Crucialmente, spetta al creditore (il passeggero) l’onere di provare sia l’esistenza delle conseguenze dannose sia il loro nesso causale con il ritardo.

Conclusioni

La sentenza chiarisce che i passeggeri che subiscono un ritardo su un volo operato da una compagnia extra-UE, in partenza da un paese extra-UE, non hanno diritto alla compensazione pecuniaria automatica prevista dal Regolamento 261/2004. Per ottenere un risarcimento volo ritardo, devono intentare una causa ordinaria dimostrando concretamente di aver subito un danno patrimoniale (es. spese aggiuntive, perdita di opportunità lavorative) o non patrimoniale, come conseguenza diretta del ritardo. La semplice attestazione del ritardo, anche se prolungato, non è di per sé sufficiente per ottenere un indennizzo, che non potrà essere quello forfettario europeo ma dovrà corrispondere al danno effettivamente provato.

Il Regolamento CE 261/04 si applica ai voli operati da una compagnia aerea non comunitaria con partenza da un paese extra-UE e destinazione in un paese UE?
No, la sentenza chiarisce che il regolamento si applica solo a voli in partenza da un aeroporto UE, oppure a voli diretti verso un aeroporto UE se il vettore aereo è comunitario. Essendo il vettore non comunitario e la partenza extra-UE, il regolamento non è applicabile.

In assenza del Regolamento CE 261/04, un passeggero può ottenere un risarcimento per il ritardo?
Sì, ma non la compensazione pecuniaria forfettaria. Il passeggero deve agire secondo le norme generali del codice civile (artt. 1223 e 2697 c.c.), dimostrando di aver subito un danno effettivo (danno emergente e lucro cessante) come conseguenza diretta e immediata del ritardo.

Perché la Corte di Cassazione ha escluso l’applicazione ‘analogica’ del Regolamento CE 261/04?
La Corte ha stabilito che il Regolamento 261/04 costituisce una disciplina speciale con un ambito di applicazione ben definito. Non è possibile estenderla per analogia a casi non espressamente previsti, per i quali si deve invece fare riferimento ai principi generali sulla responsabilità contrattuale e sull’onere della prova.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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