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Risarcimento veicolo non identificato: prova rigorosa

Un ciclista chiede il risarcimento al Fondo di Garanzia per un sinistro causato da un veicolo non identificato. La Corte d’Appello rigetta la domanda per mancanza di una prova rigorosa, evidenziando le contraddizioni nelle testimonianze e l’assenza di riscontri oggettivi, confermando la necessità di un onere probatorio aggravato in questi casi.

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Pubblicato il 8 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Risarcimento Veicolo Non Identificato: Senza Prove Rigorose Niente Indennizzo

Ottenere un risarcimento da veicolo non identificato è una delle sfide legali più complesse nell’ambito della responsabilità civile automobilistica. Una recente sentenza della Corte d’Appello di Bari ribadisce un principio fondamentale: la vittima del sinistro ha l’onere di fornire una prova particolarmente rigorosa dell’accaduto. In assenza di elementi certi, concordanti e oggettivi, la richiesta di indennizzo a carico del Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada è destinata al fallimento. Analizziamo insieme questo caso emblematico.

I Fatti di Causa: Un Incidente in Bicicletta e un’Auto Pirata

Un ciclista conveniva in giudizio la compagnia assicurativa designata dal Fondo di Garanzia, chiedendo il risarcimento per i danni subiti a seguito di un incidente. A suo dire, mentre percorreva una via di Barletta in bicicletta, un’autovettura di colore bianco lo urtava al braccio sinistro, facendolo cadere rovinosamente a terra e battere la testa contro un muretto. Il conducente dell’auto, rimasto sconosciuto, si dava immediatamente alla fuga.

A sostegno della sua versione, il danneggiato produceva documentazione medica e si affidava alla testimonianza di una persona che era in sua compagnia al momento dei fatti. La compagnia assicurativa si costituiva in giudizio contestando integralmente la domanda, sostenendo l’assenza di prove concrete e tangibili del sinistro.

Il Percorso Giudiziario e l’Onere della Prova

Il Tribunale di Trani, in primo grado, rigettava la domanda del ciclista, ritenendo non raggiunta la prova che l’incidente fosse avvenuto per esclusiva responsabilità del veicolo ignoto. Il danneggiato proponeva quindi appello, ma la Corte d’Appello di Bari ha confermato la decisione iniziale, basando il suo ragionamento sul consolidato orientamento della Corte di Cassazione.

Il Principio Cardine: La Prova Rigorosa nel risarcimento da veicolo non identificato

La giurisprudenza è costante nell’affermare che chi agisce per il risarcimento da veicolo non identificato deve fornire una prova particolarmente rigorosa. Questo perché il contraddittore, ovvero il Fondo di Garanzia, si trova nell’impossibilità materiale di svolgere accertamenti per ricostruire la dinamica, non essendo stato individuato il presunto responsabile. Il danneggiato deve quindi dimostrare non solo che il sinistro è stato causato da un veicolo, ma anche che questo non era identificabile neanche usando l’ordinaria diligenza.

Le Motivazioni della Corte d’Appello

La Corte ha rigettato l’appello basandosi su una serie di elementi che minavano la credibilità della ricostruzione offerta dal ciclista e dalla sua testimone.

Incongruenze nelle Dichiarazioni

L’analisi dei giudici ha evidenziato numerose discrepanze e contraddizioni tra le varie versioni dei fatti fornite nel tempo:
– Nella denuncia-querela, il ciclista affermava di essere stato urtato al braccio sinistro.
– Nella richiesta di risarcimento stragiudiziale, si parlava di una “errata manovra di guida” che aveva colpito il ciclista “alla guida della sua bicicletta”.
– La testimone, in sede di sommarie informazioni, dichiarava che l’auto aveva urtato “la parte sinistra della bicicletta”.
– La stessa testimone, durante l’udienza, specificava che l’auto aveva urtato il braccio sinistro del ciclista con lo “specchietto passeggero”.

Queste versioni, mutevoli e non perfettamente sovrapponibili, hanno generato incertezza sulla reale dinamica dell’incidente, rendendo impossibile stabilire con certezza se l’urto avesse interessato il ciclista, la bicicletta, e in quale punto preciso.

Mancanza di Riscontri Oggettivi

Oltre alle contraddizioni testimoniali, la Corte ha sottolineato la totale assenza di elementi di prova oggettivi:
Assenza di lesioni specifiche: Nei referti del pronto soccorso non vi era alcun accenno a lesioni o escoriazioni sul braccio sinistro, che pure sarebbe stato il punto d’impatto secondo la versione principale. Le lesioni riscontrate (trauma cranico e contusione alla spalla destra) sono state ritenute compatibili anche con una caduta autonoma.
Mancato intervento delle Forze dell’Ordine: Sul luogo del sinistro non sono intervenute le autorità, che avrebbero potuto effettuare i rilievi del caso e cristallizzare la scena.
Documentazione fotografica inutile: Le fotografie prodotte mostravano genericamente i luoghi, senza fornire alcun elemento utile alla ricostruzione della dinamica.

Le Conclusioni

La Corte d’Appello ha concluso che, di fronte a un quadro probatorio così incerto, contraddittorio e privo di riscontri esterni, non era possibile ritenere raggiunta la prova rigorosa richiesta dalla legge. Le sole dichiarazioni, per di più discordanti, del danneggiato e della sua testimone non sono state considerate sufficienti a fondare una condanna del Fondo di Garanzia. Questa sentenza rappresenta un monito importante: per ottenere un risarcimento da veicolo non identificato, è indispensabile raccogliere e presentare prove solide, precise e coerenti, capaci di superare il vaglio critico del giudice.

Qual è l’onere della prova per chi chiede un risarcimento al Fondo di Garanzia per un sinistro causato da un veicolo non identificato?
La persona danneggiata ha l’onere di fornire una prova rigorosa che il sinistro sia stato provocato dalla condotta dolosa o colposa del conducente di un veicolo non identificato. Deve dimostrare non solo che il veicolo non è stato identificato, ma anche che non era possibile identificarlo con l’ordinaria diligenza.

Le dichiarazioni di un solo testimone sono sufficienti per ottenere il risarcimento?
No, non necessariamente. La sentenza evidenzia che il giudice deve valutare con particolare rigore la prova testimoniale, specialmente se resa da un solo soggetto e in assenza di elementi di riscontro esterni (estrinseci) ed interni (intrinseci) che ne confermino l’attendibilità.

Perché la Corte d’Appello ha confermato il rigetto della domanda di risarcimento in questo caso specifico?
La Corte ha confermato il rigetto perché la prova fornita è stata ritenuta non rigorosa. Sono emerse significative contraddizioni tra le dichiarazioni rese dal danneggiato e dalla testimone in diverse fasi. Inoltre, mancavano riscontri oggettivi, come l’intervento delle forze dell’ordine o referti medici che confermassero lesioni compatibili con la dinamica descritta (ad esempio, segni di urto sul braccio).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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