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Risarcimento specializzandi: la prescrizione decennale

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 15207/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici specializzandi volto a ottenere il risarcimento del danno per la mancata remunerazione durante la specializzazione. La Corte ha confermato il proprio orientamento consolidato, secondo cui il diritto al risarcimento specializzandi si prescrive nel termine di dieci anni, decorrenti non dal conseguimento del diploma, ma dalla data di entrata in vigore della Legge 370/1999. Avendo i medici agito in giudizio oltre tale termine, la loro pretesa è stata considerata estinta per prescrizione.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Risarcimento Specializzandi: La Cassazione Conferma la Prescrizione Decennale

La questione del risarcimento specializzandi per la mancata corresponsione di un’adeguata remunerazione durante gli anni di specializzazione medica è un tema che da decenni impegna le aule di giustizia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 15207 del 30 maggio 2024, ha ribadito un principio cruciale in materia: la prescrizione del diritto. Vediamo nel dettaglio i fatti, la decisione e le sue importanti implicazioni.

I Fatti del Caso

Un nutrito gruppo di medici, che avevano frequentato le scuole di specializzazione senza percepire alcuna remunerazione, aveva citato in giudizio la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i Ministeri competenti. La loro richiesta si basava sul tardivo recepimento da parte dello Stato italiano di specifiche direttive comunitarie (75/362/CEE, 75/363/CEE e 82/76/CEE) che imponevano agli Stati membri di garantire un’adeguata retribuzione ai medici specializzandi.

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano rigettato le domande dei medici, dichiarando il loro diritto al risarcimento ormai estinto per prescrizione. I giudici di merito avevano stabilito che il termine decennale per far valere tale diritto era decorso. I medici, ritenendo errata questa conclusione, hanno proposto ricorso per Cassazione.

La Decisione della Corte e il Risarcimento Specializzandi

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso principale inammissibile, confermando in toto la linea dei giudici di merito. Il punto centrale della controversia era l’individuazione del momento da cui far partire il conteggio dei dieci anni per la prescrizione (il cosiddetto exordium praescriptionis).

I ricorrenti sostenevano che tale termine dovesse decorrere individualmente per ciascuno di loro, ma la Corte ha respinto questa tesi. Ha invece riaffermato il suo orientamento, ormai consolidato e granitico, secondo cui il termine decennale di prescrizione decorre per tutti dalla data di entrata in vigore della Legge n. 370 del 19 ottobre 1999. Questa legge, pur riconoscendo il diritto a una borsa di studio, lo limitava solo ad una specifica categoria di medici, rendendo così certo e attuale il danno per tutti gli altri che ne erano esclusi. Poiché l’azione legale era stata avviata nel 2015, ben oltre il decennio dal 1999, il diritto era irrimediabilmente prescritto.

La Posizione su un Caso Specifico di Litispendenza

L’ordinanza ha trattato anche la posizione di una singola dottoressa, il cui caso era stato inizialmente archiviato per litispendenza. La Cassazione ha chiarito un importante aspetto procedurale: una sentenza che dichiara la litispendenza non può essere impugnata con un normale appello, ma solo con uno specifico strumento processuale chiamato ‘regolamento di competenza’. Di conseguenza, l’appello proposto era inammissibile fin dall’inizio, e la sentenza d’appello che lo aveva trattato nel merito è stata cassata senza rinvio.

Le Motivazioni

La Corte Suprema ha basato la sua decisione di inammissibilità sull’art. 360-bis, n. 1 del codice di procedura civile, che si applica quando il provvedimento impugnato ha deciso le questioni di diritto in modo conforme alla giurisprudenza della Corte e l’esame dei motivi non offre elementi per confermare o mutare l’orientamento stesso.

La motivazione giuridica è chiara: il diritto al risarcimento del danno per la tardiva attuazione di direttive comunitarie si configura come un diritto di credito, soggetto alla prescrizione ordinaria di dieci anni. Il momento in cui il danno si è manifestato e il diritto poteva essere fatto valere non è quello del singolo diploma di specializzazione, ma quello in cui l’inadempimento dello Stato è diventato definitivo e chiaro. La Corte ha costantemente individuato questo momento nell’entrata in vigore della Legge n. 370/1999. Tale legge, riconoscendo il diritto solo per alcuni medici (quelli beneficiari di sentenze amministrative irrevocabili), ha cristallizzato il danno per tutti gli altri esclusi, facendo così scattare il termine per agire in giudizio. Qualsiasi azione legale intrapresa dopo il 27 ottobre 2009 (dieci anni dopo l’entrata in vigore della legge) è, pertanto, da considerarsi tardiva.

La Corte ha anche rigettato le istanze di rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, ritenendole manifestamente irrilevanti data la chiarezza e la consolidata interpretazione del diritto interno ed europeo sulla questione.

Conclusioni

L’ordinanza n. 15207/2024 della Corte di Cassazione rappresenta un ulteriore e definitivo punto fermo nella lunga vicenda del risarcimento specializzandi. Essa chiarisce che il ‘tempo massimo’ per richiedere il risarcimento allo Stato per la mancata retribuzione è scaduto il 27 ottobre 2009. Questa pronuncia consolida un’interpretazione restrittiva che preclude la via del risarcimento a tutti quei medici che non hanno agito tempestivamente entro il termine decennale stabilito dalla giurisprudenza. Per i professionisti del settore e per i medici interessati, questa decisione sottolinea l’importanza cruciale della tempestività nell’esercizio dei propri diritti per non incorrere nella loro estinzione per prescrizione.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per il risarcimento del danno richiesto dai medici specializzandi?
Secondo l’orientamento consolidato della Corte di Cassazione, il termine di prescrizione decennale inizia a decorrere dalla data di entrata in vigore della Legge 19 ottobre 1999, n. 370, ovvero dal 27 ottobre 1999.

Perché la Corte di Cassazione ha ritenuto inammissibile il ricorso principale dei medici?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile ai sensi dell’art. 360-bis n. 1 c.p.c., poiché la decisione della Corte d’appello era pienamente conforme alla giurisprudenza consolidata della Cassazione stessa in materia di prescrizione, e i motivi del ricorso non presentavano argomenti validi per modificare tale orientamento.

È possibile impugnare con un appello una sentenza che dichiara la litispendenza?
No. L’ordinanza chiarisce che una sentenza che si limita a dichiarare la litispendenza non può essere impugnata tramite appello, ma esclusivamente con il mezzo del regolamento necessario di competenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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