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Risarcimento occupazione illegittima: la data del valore

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 26742/2025, chiarisce i criteri per il calcolo del risarcimento occupazione illegittima di un terreno da parte della Pubblica Amministrazione. La sentenza ribadisce che, in assenza di un decreto di esproprio, l’occupazione costituisce un illecito permanente. Il diritto al risarcimento per la perdita della proprietà sorge con la domanda giudiziale del privato, che equivale a una rinuncia al bene. Di conseguenza, il valore dell’immobile deve essere determinato con riferimento a tale data e non a quella della trasformazione del fondo. La Corte ha rigettato il ricorso dei proprietari, confermando la correttezza della decisione d’appello.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Risarcimento Occupazione Illegittima: la Cassazione Fissa il Momento per la Stima

Quando la Pubblica Amministrazione occupa un terreno privato per costruire un’opera pubblica senza mai emettere un decreto di esproprio, commette un illecito. Ma come si calcola il giusto risarcimento per occupazione illegittima? La Corte di Cassazione, con la recente ordinanza n. 26742/2025, offre un chiarimento fondamentale: il valore del bene va stimato alla data della domanda giudiziale con cui il proprietario chiede il risarcimento, poiché tale atto segna la sua rinuncia implicita alla proprietà.

I Fatti del Caso: Un’Occupazione Lunga Decenni

La vicenda ha origine negli anni ’70, quando un Comune occupa diversi terreni di proprietà privata per la realizzazione di un impianto sportivo. L’occupazione avviene sulla base di decreti di urgenza, ma non viene mai seguita da un formale provvedimento di esproprio. I proprietari, nel 1985, avviano un’azione legale per ottenere il risarcimento dei danni.

Il percorso giudiziario è lungo e complesso. Inizialmente, le corti di merito applicano l’istituto, oggi superato, dell'”occupazione acquisitiva” (o “accessione invertita”), ritenendo che il diritto al risarcimento si fosse prescritto. Tuttavia, a seguito di un primo ricorso, la Cassazione nel 2016, adeguandosi ai principi stabiliti dalle Sezioni Unite nel 2015, cassa la decisione. Viene stabilito che l’occupazione senza titolo è un illecito di natura permanente e il proprietario può scegliere tra la restituzione del bene o il risarcimento per la sua perdita, senza che il diritto si estingua in cinque anni.

Il caso torna alla Corte d’Appello, che condanna il Comune a risarcire i proprietari, calcolando il valore del terreno alla data della domanda giudiziale del 1985. I proprietari ricorrono nuovamente in Cassazione, contestando proprio questo criterio di stima.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso dei proprietari, confermando la decisione della Corte d’Appello. I giudici hanno respinto tutti i motivi di doglianza, ribadendo i principi consolidati in materia di risarcimento per occupazione illegittima.

Le Motivazioni della Corte sul Risarcimento Occupazione Illegittima

La decisione si fonda su argomentazioni precise che chiariscono la natura dell’illecito e le sue conseguenze risarcitorie.

Il Momento Decisivo per la Stima del Danno

Il punto centrale della controversia era determinare il momento in cui cristallizzare il valore del bene perduto. I ricorrenti sostenevano che si dovesse fare riferimento al momento della trasformazione irreversibile del fondo. La Cassazione, al contrario, ha confermato che il momento corretto è quello della proposizione della domanda di risarcimento.

Questa scelta si basa sulla giurisprudenza delle Sezioni Unite (sentenza n. 735/2015), secondo cui l’occupazione illegittima non trasferisce la proprietà alla P.A. Il proprietario rimane tale e può chiedere la restituzione del bene. Tuttavia, quando sceglie di chiedere il risarcimento del danno per equivalente, compie un atto di rinuncia implicita al suo diritto di proprietà. È in quel momento che la perdita del bene diventa definitiva per il privato e sorge il suo diritto a essere ristorato per il controvalore dell’immobile. Pertanto, è a quella data che il giudice deve valutare il bene per quantificare il danno.

La Valutazione del Terreno e i Limiti del Ricorso

I ricorrenti lamentavano anche che la Corte d’Appello avesse ignorato le loro allegazioni e perizie di parte, che dimostravano un valore del terreno ben superiore a quello stimato dal consulente tecnico d’ufficio (CTU). La Cassazione ha dichiarato questo motivo inammissibile.

I giudici hanno spiegato che, per denunciare l’omesso esame di un fatto decisivo, non è sufficiente lamentare la mancata considerazione di mere argomentazioni difensive o di perizie di parte. È necessario indicare con precisione un “fatto storico” specifico, dimostrare che è stato oggetto di discussione nel processo e che, se esaminato, avrebbe portato a una decisione diversa. Nel caso di specie, il ricorso è stato ritenuto generico e non conforme ai requisiti tecnici previsti dal codice di procedura civile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza in esame consolida un principio fondamentale in materia di espropriazione indiretta. La scelta del proprietario di agire in giudizio per il risarcimento del danno, anziché per la restituzione, è un momento cruciale che determina il perimetro del suo diritto. La sentenza conferma che il risarcimento per occupazione illegittima deve essere parametrato al valore del bene nel momento in cui il privato abdica alla sua proprietà, ovvero al momento della domanda giudiziale. Questa regola fornisce certezza giuridica e un criterio chiaro per la liquidazione del danno, ponendo fine a un’incertezza che per anni ha penalizzato i cittadini espropriati di fatto.

In caso di occupazione illegittima da parte della P.A., quando si calcola il valore del bene per il risarcimento?
Il valore del bene deve essere calcolato al momento della formulazione della domanda giudiziale di risarcimento. Questo perché tale domanda costituisce un’implicita rinuncia al diritto di proprietà da parte del privato, e da quel momento sorge il suo diritto a ottenere il controvalore del bene.

L’irreversibile trasformazione di un fondo da parte della Pubblica Amministrazione ne determina l’acquisto della proprietà?
No. Secondo la giurisprudenza consolidata, l’occupazione e la manipolazione di un bene privato da parte della P.A., in assenza di un valido decreto di esproprio, costituiscono un illecito di natura permanente e non determinano l’acquisto della proprietà in capo all’Amministrazione.

Perché la Cassazione ha ritenuto inammissibile il motivo relativo all’omesso esame delle perizie di parte?
La Cassazione ha ritenuto il motivo inammissibile perché non è sufficiente lamentare la mancata considerazione di argomentazioni difensive o perizie di parte. Il ricorso deve indicare uno specifico e decisivo ‘fatto storico’ che è stato oggetto di discussione processuale e che il giudice ha omesso di esaminare. Nel caso specifico, le allegazioni dei ricorrenti sono state giudicate troppo generiche e non conformi ai requisiti tecnici del ricorso per cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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