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Risarcimento medici specializzandi: la Cassazione decide

Una dottoressa che aveva iniziato la specializzazione prima del 1982 ha citato in giudizio lo Stato per ottenere un risarcimento a causa della tardiva attuazione delle direttive UE sulla retribuzione. Dopo un lungo iter giudiziario con esiti negativi, la Corte di Cassazione, applicando una nuova sentenza della Corte di Giustizia UE, ha accolto il ricorso. È stato stabilito che il diritto al risarcimento per i medici specializzandi spetta per il periodo di formazione successivo al 1° gennaio 1983, indipendentemente dalla data di iscrizione, condannando lo Stato al pagamento di una somma specifica oltre interessi.

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Pubblicato il 4 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Risarcimento Medici Specializzandi: La Svolta della Cassazione per i Corsi Ante 1982

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito un principio fondamentale in materia di risarcimento medici specializzandi per la mancata remunerazione durante la scuola di specializzazione. La decisione estende il diritto anche a chi si è iscritto prima del 1982, grazie a un intervento decisivo della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che ha di fatto riscritto le regole applicabili.

I Fatti del Caso

Una dottoressa, dopo aver conseguito la laurea in medicina, si era iscritta a una scuola di specializzazione in un’epoca antecedente al 1982. Durante tutto il periodo di formazione, non aveva percepito alcuna remunerazione. Consapevole che le direttive comunitarie (75/362/CEE, 75/363/CEE e 82/76/CEE) imponevano agli Stati membri di garantire un’adeguata retribuzione ai medici specializzandi, e che l’Italia aveva recepito tali direttive con notevole ritardo solo nel 1991, la dottoressa ha intrapreso un’azione legale nel 2008 contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri per ottenere il risarcimento del danno subito.

Il suo percorso giudiziario è stato lungo e complesso: la domanda è stata inizialmente respinta dal Tribunale e dalla Corte d’Appello. Successivamente, la Corte di Cassazione ha annullato la decisione d’appello con rinvio, ma anche la Corte d’Appello in sede di rinvio ha nuovamente respinto la domanda, basandosi sul principio di diritto allora vigente. La dottoressa ha quindi proposto un secondo ricorso in Cassazione.

Come cambia il risarcimento per i medici specializzandi grazie alla CGUE

Il punto di svolta della vicenda è rappresentato dal cosiddetto ius superveniens, ovvero l’intervento di una nuova fonte di diritto nel corso della causa. In questo caso, si è trattato di una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (causa C-590/20 del 3 marzo 2022). Questa pronuncia ha chiarito che l’obbligo di remunerazione per gli Stati membri, derivante dalla direttiva 82/76, si applica a tutte le formazioni in corso a partire dal 1° gennaio 1983, data di scadenza del termine per l’attuazione della direttiva.

Questo principio è valido indipendentemente dal fatto che l’iscrizione alla scuola di specializzazione fosse avvenuta prima dell’entrata in vigore della direttiva stessa (29 gennaio 1982). La sentenza della CGUE ha quindi un’efficacia immediata nell’ordinamento nazionale e può superare anche un principio di diritto precedentemente affermato dalla stessa Corte di Cassazione in sede di rinvio.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, prendendo atto del nuovo principio stabilito a livello europeo, ha accolto il ricorso della dottoressa. Ha ritenuto che la sentenza d’appello impugnata, pur avendo seguito correttamente le indicazioni del primo giudizio di Cassazione, fosse ormai superata dalla pronuncia della CGUE.

Di conseguenza, la Cassazione ha cassato la sentenza d’appello e, decidendo direttamente nel merito, ha condannato la Presidenza del Consiglio dei Ministri a pagare alla ricorrente la somma complessiva di euro 19.021,88, oltre agli interessi legali dalla data della domanda giudiziale (17 luglio 2008).

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda interamente sul recepimento del principio di diritto sancito dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. I giudici hanno spiegato che le sentenze della CGUE hanno efficacia vincolante e immediata per i giudici nazionali. La sentenza C-590/20 ha stabilito che la situazione di un medico iscrittosi a una specializzazione prima del 1982, i cui effetti si protraggono dopo la scadenza del termine di attuazione della direttiva (1° gennaio 1983), deve essere disciplinata da tale direttiva per il periodo successivo a quella data.

In altre parole, il diritto alla remunerazione non sorge al momento dell’iscrizione, ma durante lo svolgimento della formazione. Pertanto, per tutto il periodo di specializzazione intercorso dal 1° gennaio 1983 in poi, lo Stato italiano era inadempiente rispetto all’obbligo comunitario e deve risarcire il danno conseguente. La Corte ha inoltre precisato che, secondo la giurisprudenza consolidata, il risarcimento costituisce un’obbligazione di valuta, e quindi sono dovuti solo gli interessi legali dalla domanda, senza rivalutazione monetaria automatica.

Le Conclusioni

In conclusione, questa ordinanza conferma in modo definitivo che il diritto al risarcimento medici specializzandi per la mancata attuazione delle direttive UE non dipende dalla data di iscrizione al corso. Ciò che conta è il periodo di formazione svolto a partire dal 1° gennaio 1983. Questa interpretazione, allineata al diritto europeo, apre la strada a rimborsi per una categoria di medici precedentemente esclusa, rafforzando il principio della responsabilità dello Stato per la tardiva attuazione delle normative comunitarie.

Un medico che ha iniziato la scuola di specializzazione prima del 29 gennaio 1982 ha diritto al risarcimento per la mancata remunerazione?
Sì, secondo la sentenza, il diritto al risarcimento è riconosciuto per il periodo di formazione che ha avuto luogo dal 1° gennaio 1983 fino alla conclusione del corso, indipendentemente dal fatto che l’iscrizione sia avvenuta prima del 1982.

Perché la Corte di Cassazione ha cambiato orientamento rispetto alle precedenti decisioni sullo stesso caso?
Il cambiamento è stato determinato dall’ius superveniens, ovvero una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (causa C-590/20) che ha stabilito un principio di diritto vincolante per i giudici nazionali, superando il precedente orientamento della stessa Cassazione.

Come viene calcolato il risarcimento e da quando decorrono gli interessi?
Il risarcimento è stato liquidato in via equitativa in euro 19.021,88. Gli interessi legali su questa somma decorrono dalla data della domanda giudiziale (17 luglio 2008), in quanto l’obbligazione è considerata di valuta e non di valore, escludendo così la rivalutazione monetaria automatica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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