LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Risarcimento medici: prescrizione decennale confermata

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16278/2024, ha respinto il ricorso di un gruppo di medici che chiedevano il risarcimento per la mancata retribuzione durante la specializzazione a causa della tardiva attuazione di direttive europee. La Corte ha confermato il proprio orientamento consolidato, stabilendo che il diritto al risarcimento si prescrive in dieci anni, con decorrenza dal 27 ottobre 1999. I ricorsi sono stati giudicati inammissibili e i ricorrenti condannati anche per lite temeraria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Risarcimento medici specializzandi: la Cassazione chiude la porta

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha messo un punto fermo sulla questione del risarcimento medici specializzandi per la mancata retribuzione negli anni precedenti all’adeguamento normativo. La decisione conferma che il diritto si è prescritto, respingendo i ricorsi e condannando i sanitari per lite temeraria, data la consolidata giurisprudenza in materia. Analizziamo i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un’azione legale avviata nel 2016 da numerosi medici. Essi, dopo aver conseguito la laurea, si erano iscritti a scuole di specializzazione senza percepire alcuna remunerazione, nonostante le direttive comunitarie (75/362/CEE, 75/363/CEE e 82/76/CEE) imponessero agli Stati membri di prevedere un compenso adeguato. L’Italia aveva dato attuazione a tali direttive solo in modo tardivo e parziale con la legge n. 257 del 1991.

I medici avevano quindi citato in giudizio la Presidenza del Consiglio dei Ministri e altri ministeri per ottenere il risarcimento del danno subito. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello di Roma avevano rigettato la domanda, ritenendo il diritto prescritto. Secondo i giudici di merito, il termine decennale di prescrizione era iniziato a decorrere dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della legge n. 370/99, che aveva riconosciuto il diritto a una borsa di studio solo a specifiche categorie di medici.

La Decisione della Corte di Cassazione e la prescrizione del risarcimento medici

I medici hanno impugnato la sentenza d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione con due distinti ricorsi, entrambi respinti. La Corte ha dichiarato i motivi di ricorso inammissibili, ribadendo la correttezza della decisione dei giudici di merito e fondando la propria pronuncia su un orientamento ormai granitico.

L’inammissibilità del Ricorso Principale

Il primo gruppo di ricorrenti lamentava un vizio di omessa pronuncia, sostenendo che la Corte d’Appello non avesse deciso sulla posizione di molti di loro. La Cassazione ha liquidato la censura come un mero errore materiale, facilmente emendabile, e non come una reale omissione.

Sul punto cruciale della prescrizione, i ricorrenti sostenevano che il termine non potesse decorrere dal 1999, in quanto non avevano ancora la “piena conoscenza” dei loro diritti. La Corte ha ritenuto il motivo inammissibile ai sensi dell’art. 360-bis, n. 1 c.p.c., in quanto la questione era già stata decisa innumerevoli volte in conformità alla giurisprudenza consolidata. Qualsiasi richiesta di rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea è stata considerata manifestamente irrilevante.

La Reiezione del Ricorso Successivo

Anche il secondo gruppo di ricorrenti ha visto i propri motivi respinti:
1. Difetto di motivazione: La Corte ha ritenuto sufficiente il richiamo della sentenza d’appello a un precedente specifico della Cassazione (n. 6606/14).
2. Violazione sulla decorrenza della prescrizione: Motivo dichiarato inammissibile per le stesse ragioni del ricorso principale.
3. Rigetto della domanda di ingiustificato arricchimento: La Corte ha confermato che tale azione è preclusa quando quella principale (risarcimento del danno) è stata persa per prescrizione.
4. Compensazione delle spese legali: I ricorrenti chiedevano la compensazione per via di “oscillazioni giurisprudenziali”, ma la Corte ha sottolineato che sul punto non vi era alcuna oscillazione, essendo l’orientamento stabile dal 2011.

Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della motivazione risiede nell’orientamento consolidato della Suprema Corte, che affonda le sue radici nelle cosiddette “sentenze gemelle” del 2011 e confermato dalle Sezioni Unite nel 2022. La Corte ha stabilito in modo inequivocabile che “il diritto al risarcimento del danno da tardiva od incompleta trasposizione […] si prescrive nel termine decennale decorrente dalla data di entrata in vigore (27 ottobre 1999) della legge 19 ottobre 1999, n. 370”.

La decisione di proporre un ricorso basato su tesi giuridiche apertamente e consapevolmente contrastanti con questo orientamento decennale è stata giudicata dalla Corte come una forma di lite temeraria. Di conseguenza, i ricorrenti sono stati condannati non solo a rifondere le spese legali, ma anche a versare alle controparti una somma ulteriore ai sensi dell’art. 96, terzo comma, del codice di procedura civile, a titolo di sanzione per aver abusato dello strumento processuale.

Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un’ulteriore e definitiva conferma della chiusura dei termini per le azioni risarcitorie dei medici specializzandi non retribuiti prima del 1999. Per i sanitari che non hanno agito entro il decennio successivo a tale data, ogni possibilità di ottenere un risarcimento è preclusa. La pronuncia costituisce, inoltre, un severo monito per i litiganti e i loro difensori: ignorare un orientamento giurisprudenziale consolidato non solo porta a una sconfitta certa, ma espone anche al rischio concreto di sanzioni economiche per lite temeraria.

Da quale data decorre la prescrizione per il risarcimento dei medici specializzandi non retribuiti?
La Corte di Cassazione conferma che il termine di prescrizione decennale per il diritto al risarcimento decorre dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge n. 370/1999.

È possibile agire per ingiustificato arricchimento se il diritto al risarcimento del danno è prescritto?
No. L’ordinanza ribadisce che l’azione di ingiustificato arricchimento è preclusa quando la domanda principale, nel caso specifico quella di risarcimento del danno, viene rigettata per intervenuta prescrizione del diritto.

Perché i ricorrenti sono stati condannati a una sanzione aggiuntiva oltre al pagamento delle spese legali?
I ricorrenti sono stati condannati al pagamento di una sanzione per lite temeraria, ai sensi dell’art. 96, comma 3, c.p.c., perché hanno proposto ricorsi basati su tesi giuridiche in palese contrasto con l’orientamento consolidato e pluridecennale della stessa Corte di Cassazione, abusando così dello strumento processuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati