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Risarcimento IVA sinistro: spetta al cessionario?

In un caso di sinistro stradale, una danneggiata cede il suo credito risarcitorio a un’impresa. Il Giudice di primo grado nega il rimborso dell’IVA sulle riparazioni, sostenendo che l’impresa cessionaria possa detrarsela. Il Tribunale in appello riforma la decisione, affermando che il diritto al risarcimento IVA sinistro spetta alla danneggiata originaria, la quale non ha diritto alla detrazione. La natura del credito non cambia con la cessione. Viene invece confermato il rigetto della richiesta di rimborso per le spese legali stragiudiziali sostenute dall’impresa cessionaria.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Risarcimento IVA Sinistro: Spetta Anche se il Credito è Ceduto?

Il tema del risarcimento IVA sinistro stradale è una questione pratica di grande rilevanza per automobilisti e operatori del settore, come le carrozzerie. Una recente sentenza del Tribunale di Trieste ha offerto importanti chiarimenti, soprattutto nei casi, sempre più frequenti, in cui il danneggiato cede il proprio credito risarcitorio direttamente a chi effettua le riparazioni. Analizziamo questa decisione per capire quando l’IVA deve essere inclusa nel risarcimento.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine da un sinistro stradale in cui un veicolo subisce danni per responsabilità esclusiva di un altro conducente. La proprietaria del veicolo danneggiato, anziché gestire personalmente la pratica di risarcimento, cede il proprio credito a un’impresa individuale che si occupa delle riparazioni. L’impresa, divenuta titolare del credito, agisce in giudizio contro la compagnia assicurativa del responsabile per ottenere il pagamento dei danni materiali e del fermo tecnico.

Il Giudice di Pace accoglie parzialmente la domanda, ma esclude dal risarcimento l’importo relativo all’IVA sulle riparazioni e sul noleggio dell’auto sostitutiva. La motivazione? L’impresa cessionaria, in quanto soggetto commerciale, ha diritto alla detrazione dell’IVA e, pertanto, non subirebbe un costo effettivo per tale imposta. L’impresa decide quindi di appellare la sentenza, contestando principalmente tre punti: il mancato risarcimento dell’IVA, il mancato riconoscimento delle spese legali stragiudiziali e la liquidazione delle spese di lite.

La Decisione del Tribunale in Appello

Il Tribunale, in funzione di giudice d’appello, ha parzialmente riformato la sentenza di primo grado, accogliendo il primo e il terzo motivo di impugnazione. La corte ha condannato la compagnia assicurativa a versare all’impresa appellante una somma aggiuntiva corrispondente all’IVA al 22% calcolata sui costi di riparazione e noleggio. Ha invece rigettato il motivo relativo al rimborso delle spese legali stragiudiziali.

Analisi del risarcimento IVA sinistro: un principio fondamentale

Il punto cruciale della decisione riguarda il risarcimento IVA sinistro. Il Tribunale ha chiarito un principio fondamentale: il diritto al risarcimento del danno sorge in capo al danneggiato originario. Nel caso di specie, la proprietaria del veicolo è una consumatrice che non ha diritto a detrarre l’IVA. Per lei, l’IVA rappresenta un costo effettivo, una componente inscindibile del danno patrimoniale subito, che deve essere integralmente risarcita.

Il fatto che lei abbia successivamente ceduto questo credito a un’impresa (che invece può detrarre l’IVA) non modifica la natura e l’ammontare del credito stesso. L’impresa cessionaria acquisisce il credito così com’è sorto nel patrimonio della cedente. Confondere il soggetto danneggiato (la proprietaria dell’auto) con il soggetto cessionario (l’impresa riparatrice) è stato l’errore del giudice di primo grado. La cessione è solo una modalità di pagamento delle riparazioni, ma il fondamento del diritto risarcitorio resta la responsabilità civile derivante dal sinistro.

Il Rigetto delle Spese Legali Stragiudiziali

Per quanto riguarda le spese legali sostenute prima del processo, il Tribunale ha confermato la decisione del Giudice di Pace. La motivazione è altrettanto logica: queste spese non sono state sostenute dalla danneggiata originaria, ma direttamente dall’impresa cessionaria per recuperare il credito acquisito. Pertanto, non possono essere considerate una conseguenza immediata e diretta del sinistro occorso alla proprietaria del veicolo. Inoltre, il contratto di cessione non prevedeva espressamente il trasferimento di questo specifico credito per spese legali.

Le Motivazioni

Le motivazioni del Tribunale si basano su un consolidato orientamento giurisprudenziale. Il risarcimento del danno patrimoniale deve comprendere l’IVA, a meno che il danneggiato non abbia diritto a portarla in detrazione. In questo caso, il soggetto che ha subito il danno è la proprietaria del veicolo, non l’impresa cessionaria. Poiché non è stata fornita prova che la danneggiata fosse un soggetto passivo IVA, l’imposta rappresenta per lei un costo vivo e, di conseguenza, una componente del danno risarcibile.

La cessione del credito non altera questa realtà. Il cessionario subentra nella stessa posizione del cedente. Se il credito originario includeva l’IVA, tale componente viene trasferita insieme al credito principale. La successiva gestione fiscale del credito da parte del cessionario è una questione che attiene al rapporto tributario tra l’impresa e lo Stato, ma non può pregiudicare il diritto a un risarcimento integrale basato sulla posizione giuridica del danneggiato originario.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio di equità e correttezza giuridica: il risarcimento deve ristorare completamente il patrimonio del danneggiato, riportandolo nella stessa condizione in cui si sarebbe trovato senza l’illecito. Il risarcimento IVA sinistro è dovuto se il danneggiato è un privato consumatore, indipendentemente dalle modalità scelte per ottenere le riparazioni, come la cessione del credito a una carrozzeria. Per gli operatori del settore, ciò significa che possono legittimamente pretendere il pagamento dell’intero importo, IVA inclusa, agendo sulla base del credito acquisito. Allo stesso tempo, la decisione sottolinea l’importanza di definire chiaramente nel contratto di cessione quali voci di costo vengono trasferite, specialmente per quanto riguarda le spese legali stragiudiziali.

Ho diritto al rimborso dell’IVA sulle riparazioni anche se cedo il credito alla carrozzeria che può detrarla?
Sì. Secondo la sentenza, il diritto al risarcimento integrale, comprensivo di IVA, sorge in capo al danneggiato originario. Se il danneggiato è un soggetto che non può detrarre l’IVA (es. un privato consumatore), il credito risarcitorio include l’IVA. La successiva cessione di questo credito a un’impresa non ne modifica la natura o l’ammontare.

Perché le spese legali stragiudiziali non sono state rimborsate in questo caso?
Le spese legali stragiudiziali non sono state rimborsate perché non sono state sostenute dalla persona originariamente danneggiata, ma direttamente dall’impresa che ha acquistato il credito. Pertanto, non sono state considerate una conseguenza diretta del sinistro, ma un costo legato all’attività di recupero crediti dell’impresa stessa.

La cessione del credito per il danno da sinistro stradale cambia la natura del risarcimento?
No. La sentenza chiarisce che la cessione del credito è solo una modalità di pagamento e non altera la natura o l’entità del diritto al risarcimento. Il credito viene trasferito così com’è sorto nel patrimonio del danneggiato, inclusa l’IVA se per quest’ultimo rappresentava un costo effettivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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