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Risarcimento del danno locazione: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione a Sezioni Unite, con la sentenza n. 4892/2025, stabilisce un importante principio sul risarcimento del danno locazione in caso di inadempimento del conduttore. Se l’inquilino restituisce l’immobile prima della scadenza, il locatore può chiedere il risarcimento per i canoni non percepiti, ma deve dimostrare di essersi attivato tempestivamente per trovare un nuovo affittuario. Viene quindi respinta la tesi dell’automatismo: il danno non equivale all’intero ammontare dei canoni residui, ma va provato e quantificato tenendo conto del dovere del locatore di mitigare il pregiudizio.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Risarcimento del danno locazione: la guida completa alla sentenza delle Sezioni Unite

Quando un inquilino interrompe il contratto di affitto e restituisce l’immobile prima della scadenza, quali sono i diritti del proprietario? Può chiedere il pagamento di tutti i canoni fino alla fine del contratto? A queste domande cruciali risponde una fondamentale sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite, che fa chiarezza sul tema del risarcimento del danno locazione. Questa decisione stabilisce un equilibrio tra la tutela del locatore e il dovere di correttezza, imponendo a quest’ultimo un ruolo attivo per limitare il proprio danno.

I Fatti di Causa

Il caso nasce da una controversia tra una società immobiliare, locatrice di un immobile, e il suo conduttore. A seguito della morosità di quest’ultimo, la società otteneva la convalida dello sfratto e, dopo qualche tempo, la restituzione spontanea dell’immobile, avvenuta però ben prima della naturale scadenza del contratto.

La società locatrice agiva quindi in giudizio per ottenere il risarcimento dei danni subiti, chiedendo non solo il pagamento dei canoni scaduti, ma anche di tutti quelli che avrebbe percepito fino alla data di scadenza originaria del contratto o, in alternativa, fino alla stipula di un nuovo contratto di locazione.

Il Percorso Giudiziario e i Due Orientamenti

Tanto il Tribunale quanto la Corte d’Appello accoglievano solo parzialmente la domanda della società, condannando l’ex inquilino al pagamento di una somma limitata e rigettando la richiesta relativa ai canoni futuri. La motivazione di fondo era che, con la restituzione dell’immobile, il locatore aveva recuperato la disponibilità del bene e, di conseguenza, non subiva più un pregiudizio economico.

Questa decisione si basava su un orientamento giurisprudenziale minoritario, secondo cui la riconsegna del bene ‘reintegra’ il patrimonio del locatore, escludendo il danno da mancata percezione dei canoni futuri. Esisteva, tuttavia, un orientamento opposto e prevalente, che riconosceva il diritto del locatore a essere risarcito per la frustrazione del suo programma contrattuale, volto a ottenere una rendita periodica.

Il contrasto tra queste due interpretazioni ha reso necessario l’intervento delle Sezioni Unite della Cassazione per fare chiarezza definitiva sulla questione.

La questione del danno da inadempimento nella locazione

Il punto centrale della questione è come qualificare il danno subito dal locatore. L’inadempimento del conduttore (il mancato pagamento del canone) causa la risoluzione del contratto. Ma il danno si esaurisce con la restituzione dell’immobile? O prosegue nel tempo, sotto forma di ‘mancato guadagno’ per i canoni che il proprietario contava legittimamente di incassare? È proprio su questo interrogativo che la Corte ha costruito il suo ragionamento.

Le Motivazioni della Cassazione sul risarcimento del danno locazione

Le Sezioni Unite hanno risolto il contrasto accogliendo il primo motivo di ricorso della società immobiliare e stabilendo un principio di diritto di grande importanza pratica. La Corte ha chiarito che la sola restituzione anticipata dell’immobile non è sufficiente a escludere il diritto del locatore al risarcimento.

Il ragionamento della Corte si fonda su alcuni pilastri fondamentali:

1. L’interesse contrattuale del locatore: Il contratto di locazione non si limita a uno scambio tra ‘disponibilità del bene’ e ‘canone’. Esso realizza un programma economico in cui il locatore si prefigge di trasformare l’utilità del bene in una rendita monetaria. L’inadempimento del conduttore frustra questo specifico interesse, e il danno non può essere cancellato dalla semplice riconsegna del bene.

2. La distinzione tra danno-evento e danno-conseguenza: Il ‘danno-evento’ è l’inadempimento stesso. Il ‘danno-conseguenza’ è la perdita economica che ne deriva, ovvero il ‘mancato guadagno’. Secondo la Corte, il locatore ha diritto al risarcimento di questo danno-conseguenza, che si protrae anche dopo la riconsegna dell’immobile.

3. L’onere di mitigare il danno: Qui risiede l’elemento più innovativo e qualificante della sentenza. La Corte afferma che il diritto al risarcimento non è automatico né pari alla totalità dei canoni non percepiti. Sul locatore grava un onere, derivante dal principio di buona fede e correttezza (art. 1227 c.c.), di attivarsi per limitare il danno. Concretamente, una volta riavuta la disponibilità dell’immobile, il locatore deve dimostrare di essersi adoperato con la normale diligenza per trovare un nuovo inquilino.

L’onere della prova a carico del locatore

La Corte sposta quindi l’onere della prova sul locatore. Non è il conduttore a dover dimostrare che il locatore avrebbe potuto rilocare l’immobile, ma è il locatore a dover provare di aver fatto il possibile per farlo. Un atteggiamento di persistente e ingiustificata inerzia da parte del proprietario può portare a escludere o ridurre il risarcimento, poiché la cessata redditività del bene sarebbe, in quel caso, riconducibile alla sua stessa negligenza.

Le Conclusioni: Il Principio di Diritto

Le Sezioni Unite enunciano il seguente principio: il diritto del locatore a conseguire il risarcimento del danno da mancato guadagno a causa della risoluzione per inadempimento del conduttore non viene meno con la restituzione dell’immobile. Tuttavia, tale diritto richiede, normalmente, la dimostrazione da parte del locatore di essersi tempestivamente attivato per una nuova locazione. Il giudice valuterà tutte le circostanze del caso concreto, inclusa la condotta del locatore secondo il canone della buona fede, per determinare l’effettivo ammontare del danno risarcibile. Viene quindi esclusa qualsiasi forma di automatismo che identifichi il danno con tutti i canoni residui, bilanciando così la tutela del creditore con il suo dovere di cooperare per non aggravare le conseguenze dell’inadempimento altrui.

Se l’inquilino restituisce l’immobile prima della scadenza, il locatore ha comunque diritto al risarcimento del danno per i canoni non percepiti?
Sì, il diritto del locatore al risarcimento per il mancato guadagno non viene meno automaticamente in seguito alla restituzione anticipata del bene, poiché il suo interesse contrattuale a percepire una rendita è stato leso.

Il locatore può chiedere automaticamente il pagamento di tutti i canoni futuri fino alla scadenza originale del contratto?
No, non può. La sentenza esclude ogni automatismo. Il danno risarcibile non corrisponde necessariamente all’intero ammontare dei canoni non percepiti fino alla scadenza originaria. L’importo deve essere provato e può essere ridotto.

Cosa deve dimostrare il locatore per ottenere il risarcimento del danno locazione per i canoni futuri?
Il locatore deve dimostrare di essersi attivato con tempestività e diligenza, una volta riottenuta la disponibilità dell’immobile, per cercare un nuovo inquilino. Deve provare di aver agito secondo buona fede per mitigare il proprio danno. Un’inerzia ingiustificata può compromettere il suo diritto al risarcimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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